Storia e filosofia
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Storia e filosofia
Vista l'assenza di un argomento analogo, mi permetto di aprire questo spazio per continuare un'interessante discussione nata altrove, e come contenitore onnicomprensivo di qualsiasi tema relativo alla magistra vitae.
Comincio io con una riflessione su La crisi dell'antifascismo
(sul tema consiglio l'omonimo libro di S. Luzzatto edito da Einaudi, 100 paginette che si leggono senza fatica).
L'antifascismo sembra ormai relegato a un orizzonte di valori lontano dal nostro presente e l'inevitabile progressiva scomparsa dei protagonisti di quella stagione sta contribuendo al processo di cancellazione del suo ricordo.
Il martellamento mediatico che va avanti da anni senza sosta, fattosi più intenso dopo il 1989 e la fine del comunismo "europeo" ha accelerato ulteriormente la sua rimozione dalla memoria collettiva.
Il percorso del Movimento sociale italiano (erede della cultura postfascista), approdato gradualmente nell'alveo della legittimità democratica, ha reso problematico il suo stesso utilizzo nel lessico politico e civile del paese.
Ma l'antifascismo ha davvero fatto il suo tempo? Ed è tanto inattuale da non essere più considerato degno di rilievo nella vita pubblica, e meritevole di essere relegato al solo ambito di analisi storiografica?
La crisi delle ideologie e il vuoto pneumatico di valori che si è impadronito della scena politica contemporanea non devono consentire che la ricostruzione storica di certi drammatici avvenimenti sprofondi in una voragine senza luce.
Non si possono in alcun modo comparare le vicende esistenziali dei partigiani a quelle dei "ragazzi di Salò", come se entrambi si fossero battuti per obiettivi ugualmente nobili o nefandi, come se non ci fosse un torto e una ragione di fondo nel combattere per la libertà o contro di essa. E la cosiddetta buona fede, adoperata con disinvoltura come se fosse una legittima categoria storiografica o un principio etico indiscutibile, non può cancellare le scelte di allora.
È possibile e persino desiderabile parlare di storia condivisa, ma le memorie devono necessariamente rimanere separate, come lo furono le coscienze di chi scelse il proprio destino.
Una precisa corrente giornalistico-storiografica ha coniato il termine post-antifascismo con il chiaro intento di marginalizzare ed espelllere dal nostro patrimonio culturale il valore dell'antifascismo, ma quest'ultimo rimane tutt'ora un valore inalienabile e vitale per la democrazia, al quale non possiamo e non dobbiamo assolutamente rinunciare.
Comincio io con una riflessione su La crisi dell'antifascismo
(sul tema consiglio l'omonimo libro di S. Luzzatto edito da Einaudi, 100 paginette che si leggono senza fatica).
L'antifascismo sembra ormai relegato a un orizzonte di valori lontano dal nostro presente e l'inevitabile progressiva scomparsa dei protagonisti di quella stagione sta contribuendo al processo di cancellazione del suo ricordo.
Il martellamento mediatico che va avanti da anni senza sosta, fattosi più intenso dopo il 1989 e la fine del comunismo "europeo" ha accelerato ulteriormente la sua rimozione dalla memoria collettiva.
Il percorso del Movimento sociale italiano (erede della cultura postfascista), approdato gradualmente nell'alveo della legittimità democratica, ha reso problematico il suo stesso utilizzo nel lessico politico e civile del paese.
Ma l'antifascismo ha davvero fatto il suo tempo? Ed è tanto inattuale da non essere più considerato degno di rilievo nella vita pubblica, e meritevole di essere relegato al solo ambito di analisi storiografica?
La crisi delle ideologie e il vuoto pneumatico di valori che si è impadronito della scena politica contemporanea non devono consentire che la ricostruzione storica di certi drammatici avvenimenti sprofondi in una voragine senza luce.
Non si possono in alcun modo comparare le vicende esistenziali dei partigiani a quelle dei "ragazzi di Salò", come se entrambi si fossero battuti per obiettivi ugualmente nobili o nefandi, come se non ci fosse un torto e una ragione di fondo nel combattere per la libertà o contro di essa. E la cosiddetta buona fede, adoperata con disinvoltura come se fosse una legittima categoria storiografica o un principio etico indiscutibile, non può cancellare le scelte di allora.
È possibile e persino desiderabile parlare di storia condivisa, ma le memorie devono necessariamente rimanere separate, come lo furono le coscienze di chi scelse il proprio destino.
Una precisa corrente giornalistico-storiografica ha coniato il termine post-antifascismo con il chiaro intento di marginalizzare ed espelllere dal nostro patrimonio culturale il valore dell'antifascismo, ma quest'ultimo rimane tutt'ora un valore inalienabile e vitale per la democrazia, al quale non possiamo e non dobbiamo assolutamente rinunciare.
Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.
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Re: Storia e dintorni
Ma con l' Italia che raschia il fondo, mentre ce stanno a levà tutto te ancora ragioni a schieramenti?
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Re: Storia e dintorni
mi pare che il suo incipit parli chiaro:simoroma ha scritto:Ma con l' Italia che raschia il fondo, mentre ce stanno a levà tutto te ancora ragioni a schieramenti?
mi permetto di aprire questo spazio per continuare un'interessante discussione nata altrove, e come contenitore onnicomprensivo di qualsiasi tema relativo alla magistra vitae.
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Re: Storia e dintorni
si diciamo tutto e' partito da quello....Il Piso ha scritto: mi pare che il suo incipit parli chiaro:
mi permetto di aprire questo spazio per continuare un'interessante discussione nata altrove, e come contenitore onnicomprensivo di qualsiasi argomento relativo alla magistra vitae.
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Re: Storia e dintorni
Dico solo una cosa...nel mio piccolo, fate studiare come si deve la storia a scuola...materia ahimè molto sottovalutata...di gran lunga la più importante, senza togliere nulla alle altre.
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Re: Storia e dintorni
Freedom ha scritto:Dico solo una cosa...nel mio piccolo, fate studiare come si deve la storia a scuola...materia ahimè molto sottovalutata...di gran lunga la più importante, senza togliere nulla alle altre.
Se posso agiungere, e non è sarcasmo, anche la geografia....
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Re: Storia e dintorni
nella mia esperienza recente di liceo, la parte che manca totalmente è la storia dal dopoguerra a oggi in italia (con tutti gli avvenimenti politici in essa), che manca totalmente a quelli della mia generazione... se non ce la insegnano a scuola, dove?Il Piso ha scritto:
Se posso agiungere, e non è sarcasmo, anche la geografia....
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Re: Storia e dintorni
Dal mio piccolo mi sento di consigliare la lettura di un libro di Emilio Gentile, noto storico italiano, sul Fascismo ed il suo ruolo all'interno della società. Il titolo, "La via italiana al totalitarismo. Il Partito e lo Stato nel regime fascista", riprende i temi generali su cui verte l'intera discussione.
Da notare come uno degli argomenti più discussi tra storiografi, intellettuali e politici dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi riguarda le caratteristiche tipiche del regime fascista nei confronti di Nazismo e Stalinismo, la sua vicinanza o lontananza dall'aver messo in pratica con successo politiche totalitarie come fatto in Germania ed in URSS. Secondo alcuni, vedi Hannah Arendt, De Felice ecc ecc, il Fascismo è stato un semplice regime dittatoriale come se ne sono visti molti in paesi asiatici o latino-americani; per altri, Gentile in questo caso, anche in Italia c'è stata la volontà di creare un uomo nuovo da parte dell'establishment fascista.
Aggiungo la descrizione del libro per chi fosse interessato: "Questo libro propone una nuova interpretazione del fascismo come esperimento totalitario messo in atto da un "partito milizia", il quale, per imporre il primato della politica su ogni altro aspetto della vita individuale e collettiva, tese a estirpare la democrazia liberale dalle istituzioni e dalla cultura del nostro paese. Il libro si compone di due parti complementari. La prima parte presenta una rassegna delle interpretazioni della natura e della storia del partito fascista nei suoi rapporti con gli apparati statali, successivamente è ricostruita la fisionomia peculiare del totalitarismo fascista, illustrandone, nel loro sviluppo storico, l'assetto fondamentale e gli elementi costitutivi."
Da notare come uno degli argomenti più discussi tra storiografi, intellettuali e politici dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi riguarda le caratteristiche tipiche del regime fascista nei confronti di Nazismo e Stalinismo, la sua vicinanza o lontananza dall'aver messo in pratica con successo politiche totalitarie come fatto in Germania ed in URSS. Secondo alcuni, vedi Hannah Arendt, De Felice ecc ecc, il Fascismo è stato un semplice regime dittatoriale come se ne sono visti molti in paesi asiatici o latino-americani; per altri, Gentile in questo caso, anche in Italia c'è stata la volontà di creare un uomo nuovo da parte dell'establishment fascista.
Aggiungo la descrizione del libro per chi fosse interessato: "Questo libro propone una nuova interpretazione del fascismo come esperimento totalitario messo in atto da un "partito milizia", il quale, per imporre il primato della politica su ogni altro aspetto della vita individuale e collettiva, tese a estirpare la democrazia liberale dalle istituzioni e dalla cultura del nostro paese. Il libro si compone di due parti complementari. La prima parte presenta una rassegna delle interpretazioni della natura e della storia del partito fascista nei suoi rapporti con gli apparati statali, successivamente è ricostruita la fisionomia peculiare del totalitarismo fascista, illustrandone, nel loro sviluppo storico, l'assetto fondamentale e gli elementi costitutivi."
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Re: Storia e dintorni
Allora è un problema diffuso da quanto leggo.lele92 ha scritto: nella mia esperienza recente di liceo, la parte che manca totalmente è la storia dal dopoguerra a oggi in italia (con tutti gli avvenimenti politici in essa), che manca totalmente a quelli della mia generazione... se non ce la insegnano a scuola, dove?
Una volta finito il quinto, da amante della storia, presi il libro e lo studiai da dove eravamo rimasti (guerra fredda) per finirlo.
Secondo me, si perde troppo tempo nelle fasi iniziali della storia e nella preistoria.
Per comprendere appieno lo scenario del fascismo, si dovrebbero integrale materiali come film, documentari saggi...
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Re: Storia e dintorni
cravenroad ha scritto: Allora è un problema diffuso da quanto leggo.
Una volta finito il quinto, da amante della storia, presi il libro e lo studiai da dove eravamo rimasti (guerra fredda) per finirlo.
Secondo me, si perde troppo tempo nelle fasi iniziali della storia e nella preistoria.
Per comprendere appieno lo scenario del fascismo, si dovrebbero integrale materiali come film, documentari saggi...
Eh...ma non è facile.
No nel 1980 ci fermammo a Yalta.
Però non è facile condensare la storia
Periodo greco e' fondamentale, e' la culla della cultura occidentale
L'impero romano..fino a Carlo magno.... per sapere chi sei
Mettici un po' di Cristianesimo in mezzo
La nascita dei comuni in Italia
Il rinascimento come movimento culturale
Le grandi conquiste del 500 e 600
L,illuminismo e la rivoluzione industriale
Napoleone
Il Risorgimento per capire come sei oggi
Le guerre mondiali
Guarda che il tempo non è molto
Se poi magari uno guardasse un po' fuori..Gengis Kan, rivoluzione americana, i persiani, la cultura cinese....allora ci vuole un altro anno
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Re: Storia e dintorni
Prima di arrivare al periodo greco, ti fanno fare quello preistorico; poi le varie civiltà che si sono susseguite.Il Piso ha scritto:
Eh...ma non è facile.
No nel 1980 ci fermammo a Yalta.
Però non è facile condensare la storia
Periodo greco e' fondamentale, e' la culla della cultura occidentale
L'impero romano..fino a Carlo magno.... per sapere chi sei
Mettici un po' di Cristianesimo in mezzo
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Se poi magari uno guardasse un po' fuori..Gengis Kan, rivoluzione americana, i persiani, la cultura cinese....allora ci vuole un altro anno
Ci vuole (minimo) mezzo anno per arrivarci. Ecco, questa è la parte di storia che non deve entrare nel dettaglio imo.
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Re: Storia e dintorni
Si ci si può lavorare.cravenroad ha scritto: Prima di arrivare al periodo greco, ti fanno fare quello preistorico; poi le varie civiltà che si sono susseguite.
Ci vuole (minimo) mezzo anno per arrivarci. Ecco, questa è la parte di storia che non deve entrare nel dettaglio imo.
È che non si dovrebbe perder tempi ad interrogare individualmente e fare i 3 canonici compiti in classe a trimestre...
Almeno il sistema del giudizio deve essere diverso..non basato su cose spot ma relativo al l'atteggiamento nel corso dell'anno.
Come studente e come genitore quanto mi incazzavo quando sentivo..eh, ma quel cinque lo devi recuperare con un sette o due sei abbondanti..la bilancia, il mercato
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Re: Storia e dintorni
La storia non è materia semplice come spesso la si vuole dipingere, per comprenderla a fondo è necessaria un'interdisciplinarità che nella formazione scolastica è completametne assente.Leggo continuamente saggi storici e più vado avanti più mi rendo conto di sapere poco rispetto alla mole d'informazioni che abbiamo a disposizione, la realtà è che da un certo punto di vista ogni periodo storico è imprescindibile, persino il vituperato medioevo.
Tante troppe volte assisto orripilato a gente che si vanta di essere "Romana" e che non conosce nulla o quasi della propria storia. Se ci fate caso ogni grande "regime" comincia con la mistificazione del passato.
Tante troppe volte assisto orripilato a gente che si vanta di essere "Romana" e che non conosce nulla o quasi della propria storia. Se ci fate caso ogni grande "regime" comincia con la mistificazione del passato.
Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.
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Re: Storia e dintorni
"La menzogna diventa verità e passa alla storia"porcaccia ha scritto:Se ci fate caso ogni grande "regime" comincia con la mistificazione del passato.
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Re: Storia e dintorni
.aLVio. ha scritto:Dal mio piccolo mi sento di consigliare la lettura di un libro di Emilio Gentile, noto storico italiano, sul Fascismo ed il suo ruolo all'interno della società. Il titolo, "La via italiana al totalitarismo. Il Partito e lo Stato nel regime fascista", riprende i temi generali su cui verte l'intera discussione.
Da notare come uno degli argomenti più discussi tra storiografi, intellettuali e politici dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi riguarda le caratteristiche tipiche del regime fascista nei confronti di Nazismo e Stalinismo, la sua vicinanza o lontananza dall'aver messo in pratica con successo politiche totalitarie come fatto in Germania ed in URSS. Secondo alcuni, vedi Hannah Arendt, De Felice ecc ecc, il Fascismo è stato un semplice regime dittatoriale come se ne sono visti molti in paesi asiatici o latino-americani; per altri, Gentile in questo caso, anche in Italia c'è stata la volontà di creare un uomo nuovo da parte dell'establishment fascista.
Aggiungo la descrizione del libro per chi fosse interessato: "Questo libro propone una nuova interpretazione del fascismo come esperimento totalitario messo in atto da un "partito milizia", il quale, per imporre il primato della politica su ogni altro aspetto della vita individuale e collettiva, tese a estirpare la democrazia liberale dalle istituzioni e dalla cultura del nostro paese. Il libro si compone di due parti complementari. La prima parte presenta una rassegna delle interpretazioni della natura e della storia del partito fascista nei suoi rapporti con gli apparati statali, successivamente è ricostruita la fisionomia peculiare del totalitarismo fascista, illustrandone, nel loro sviluppo storico, l'assetto fondamentale e gli elementi costitutivi."
Quando si parla di storia del Novecento per me non si può prescindere dalla lettura de "Il secolo breve" di Hobsbawn: testo sacro. Ma il testo di cui parli è certamente un must sulla specificità della situazione italiana del periodo.
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