Partite storiche
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Re: Partite storiche della Roma
I due fecero un partitone monstre!!!!Matteo ha scritto: Juan che segna all'ottavo al decimo si fa male...coppia centrale Riise Diamoutene!!!
Ressero bene peró....
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Re: Partite storiche della Roma
In realtà Juan si fece male prima di segnare, infatti sarebbe dovuto uscire a momenti e rimase in avanti proprio perchè aveva difficoltà a rientrareMatteo ha scritto: Juan che segna all'ottavo al decimo si fa male...coppia centrale Riise Diamoutene!!!
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Riise strepitoso
FORZA ROMAAA!!!
Sono per la democrazia, nel bene e nel male
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Re: Partite storiche della Roma
Roma Brondby 2-1 gol di Voeller....allo stadio con i miei..avevo 7 anni..al gol lanciai il mio cappello col pon pon cucito da mia nonna...non l'ho piu ritrovato
non posso non citare Roma - Inter 6-2 finale di coppa Italia.
Lazio Roma 0-2 11 vittorie consecutive
Lione Roma 0-2
Juve Roma 2-2 Nakata Montella
non posso non citare Roma - Inter 6-2 finale di coppa Italia.
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26 MAGGIO 2013: TOTTI, DE ROSSI E TUTTI L'ALTRI INDEGNI BASTARDI
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Re: Partite storiche della Roma
non proprio storica ma ricordo con piacere Roma Chelsea 3-1
scusate ma sono fatto così.principe68 ha scritto:il vero problema di Blandols è che è come quello zio che non è mai cresciuto che ti fa vedere come è bella la Playstation, tu gli chiedi se te la fa provare e lui te risponde "col cazzo"
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Re: Partite storiche della Roma
Che bella serata...Blandols ha scritto:non proprio storica ma ricordo con piacere Roma Chelsea 3-1
Dimmi tu "bom"... cit.
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Re: Partite storiche della Roma
Per me fu una bella giornata, naturalmente vissuta all'Olimpico, anche quella della finale di Coppa Italia del 17 maggio 1980 vinta contro un forte Toro.
Rigori al cardiopalma: ancora oggi mi ricordo l'incazzatura per gli stracci bagnati tirati da Giovannelli e De Nadai, la delusione mista a rassegnazione all'errore di Agostino e poi l'esultanza finale...
Rigori al cardiopalma: ancora oggi mi ricordo l'incazzatura per gli stracci bagnati tirati da Giovannelli e De Nadai, la delusione mista a rassegnazione all'errore di Agostino e poi l'esultanza finale...
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Re: Partite storiche della Roma
Roma-Colonia 2-0. Coppa UEFA, giorno dell'Immacolata '82 sotto un bel diluvio. Ribaltato negli ultimi 4 minuti lo 0-1 dell'andata. Gol di Iorio e Falcao. Il Colonia era forte forte: Schumacher in porta, Bonhof, Littbarski, Fisher, Allofs ...
Ma noi molto di più
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Re: Partite storiche della Roma
il bestemmione di mazzone che si udì in tv...romolo1988 ha scritto: Bravissimo, anche questa. Ancora mi ricordo le lacrime di quella sera .
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Re: Partite storiche della Roma
juventus roma 2-2 l'anno dello scudetto...assolutamente..
Quando l'orgoglio pensa: – Non posso, dice: – Non voglio. Trilussa
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Re: Partite storiche della Roma
Come promesso ed anticipato cercherò di raccontarvi la mia Coppa Campioni 83/84 per quelli che sono ancora i miei ricordi.
Dividerò il racconto a puntate chiedendo supporto ed integrazione a tutti quelli che hanno superato gli anta e che magari avranno a loro volta dei simpatici retroscena da svelare.
Inoltre darò informazioni che per molti sono scontate ma che per chi è giovane potrebbero non esserle.
Prodromo.
Come tutti sapete la Roma aveva conquistato il campionato 83/83, dopo 40 anni di attesa.
Tra lo scudetto del 42/43 e quello degli anni 80 era passata tanta acqua sotto i ponti, per la maggior parte inquinata e fangosa. Se parliamo di successi si possono citare le Coppe Italia del 64 e 69 e soprattutto, la Coppa delle Fiere nel 1961. Negli anni 50 vi era stata anche la retrocessione in B e per decenni la squadra non aveva mai saputo dare grosse soddisfazioni.
Nel decennio precedente l’unico campionato da ricordare era stato quello del 74/75 che la Roma, sotto la guida del barone Liedholm, aveva saputo chiudere al terzo posto dopo un lunghissimo inseguimento. Era la Roma di Prati, Cordova e Santarini, per capirci.
Il ciclo che portò la Roma a quello scudetto era iniziato con l’acquisto della squadra da parte di Viola che con calma e pazienza, grazie al ritorno dello svedese sulla panchina, era riuscito a costruire una squadra tra le più forti della nostra storia.
Dopo averlo sfiorato nel 1981 con la storia di Turone e centimetri annessi (io c’ero a Torino quel giorno) finalmente il traguardo era stato centrato nell’annata 82/83.
Dopo un estate di tipici festeggiamenti alla romana, come solo noi sappiamo fare, la Roma si ritrovava per la prima volta ad affrontare la Coppa dei Campioni, come si chiamava a quei tempi. La Roma aveva avuto negli anni precedenti le sue belle esperienze in Coppa UEFA, ma un percorso così affascinante le era sempre stato negato dai risultati.
Ricordo che la Coppa dei Campioni era riservata alle sole squadre vincitrici dei rispettivi campionati il che la rendeva di fatto oggettivamente più facile di come sia oggi.
La Roma, dopo la conquista dello scudo ed alla luce del doppio impegno, aveva rinforzato la squadra con 2 importanti acquisti. Il primo era un certo Tonino Cerezo, funambolico brasiliano che aveva preso il posto dell’onesto austriaco Prohaska, onesto e geometrico lavoratore del centrocampo. Cerezo, con la sua corsa “sgangherata”, era un instancabile corridore con buona tecnica e visione di gioco. Ricordo che faceva parte della nazionale brasiliana e che con Falcao gemellava di fatto la Roma con il Brasile. Non era infatti raro trovare allo stadio bandiere gialloro mischiate alle nostre.
Il secondo acquisto era stato Graziani. Dal passato glorioso, seppur sulla via del lento tramonto, era una specie di bisonte impazzito, che correva avanti e dietro senza pausa accompagnato da una tecnica non proprio sopraffina, ma che avrebbe dovuto validamente rimpiazzare un certo Iorio, decisamente un punto debole della squadra vittoriosa. A Iorio sarò comunque sempre grato per il goal alla Sampdoria che ci permise di portare a casa due punti decisivi.
La Roma aveva però anche perso quello che si era dimostrato un giocatore favoloso al centro della difesa e che aveva potuto permettere a Liedholm di impiegare Di Bartolomei come secondo difensore centrale: Pietro Wierchvood. Una velocità pazzesca ed una forza fisica inattaccabile che avevano contribuito in modo decisivo all’ottima stagione precedente. La Roma decise di rimpiazzarlo con due giovani già in rosa come Bonetti e Righetti. Gli stessi formeranno negli anni futuri una grande coppia.
In breve, ai nastri di partenza la Roma si presentava con questa formazione (4-4-2):
Tancredi portiere, ottimo tra i pali più in difficoltà nelle uscite. Specialista nei rigori.
Nela, l’irruente Hulk, sinistro spostato a destra, una forza della natura.
Maldera, all’ultimo anno di gloria, uno dei migliori terzini goleador della storia.
Di Bartolomei, il capitano reinventato libero a fine carriera.
Righetti, un giocatore di indubbia eleganza.
Falcao, l’uomo a tutto campo, la mente della squadra
Cerezo l’infaticabile corridore del centrocampo
Ancelotti, la potenza ed il dinamismo messi al servizio della squadra.
Conti, il furetto imprevedibile ed incontrollabile
Pruzzo, il matador vincitore di 3 classifiche cannonieri.
Graziani, colui che avrebbe dovuto rappresentare l’irruenza ed il disordine in attacco.
A quella Coppa partecipavano 32 squadre, le cui più forti e titolate erano il Benfica, l’Ajax, il Liverpool e l’Amburgo, vincitore dell’edizione precedente.
Nelle edizioni degli anni precedenti a partire dagli anni ’70 si erano aggiudicate la coppa più volte l’Ajax, il Bayern, il Liverpool.
Lo schema era quello del tabellone tennistico ad eliminazione diretta a partire dai sedicesimi.
Al momento dei sorteggi alla Roma toccò al primo turno il Goteborg, campione di Svezia. Non mi sembra di ricordare che ai tempi ci fossero le teste di serie. Avrebbe potuto andare anche meglio se considerate che partecipavano squadre come l’Omonia (Cipro) o la Jeunesse (Lussemburgo).
L’avventura stava per cominciare…
Dividerò il racconto a puntate chiedendo supporto ed integrazione a tutti quelli che hanno superato gli anta e che magari avranno a loro volta dei simpatici retroscena da svelare.
Inoltre darò informazioni che per molti sono scontate ma che per chi è giovane potrebbero non esserle.
Prodromo.
Come tutti sapete la Roma aveva conquistato il campionato 83/83, dopo 40 anni di attesa.
Tra lo scudetto del 42/43 e quello degli anni 80 era passata tanta acqua sotto i ponti, per la maggior parte inquinata e fangosa. Se parliamo di successi si possono citare le Coppe Italia del 64 e 69 e soprattutto, la Coppa delle Fiere nel 1961. Negli anni 50 vi era stata anche la retrocessione in B e per decenni la squadra non aveva mai saputo dare grosse soddisfazioni.
Nel decennio precedente l’unico campionato da ricordare era stato quello del 74/75 che la Roma, sotto la guida del barone Liedholm, aveva saputo chiudere al terzo posto dopo un lunghissimo inseguimento. Era la Roma di Prati, Cordova e Santarini, per capirci.
Il ciclo che portò la Roma a quello scudetto era iniziato con l’acquisto della squadra da parte di Viola che con calma e pazienza, grazie al ritorno dello svedese sulla panchina, era riuscito a costruire una squadra tra le più forti della nostra storia.
Dopo averlo sfiorato nel 1981 con la storia di Turone e centimetri annessi (io c’ero a Torino quel giorno) finalmente il traguardo era stato centrato nell’annata 82/83.
Dopo un estate di tipici festeggiamenti alla romana, come solo noi sappiamo fare, la Roma si ritrovava per la prima volta ad affrontare la Coppa dei Campioni, come si chiamava a quei tempi. La Roma aveva avuto negli anni precedenti le sue belle esperienze in Coppa UEFA, ma un percorso così affascinante le era sempre stato negato dai risultati.
Ricordo che la Coppa dei Campioni era riservata alle sole squadre vincitrici dei rispettivi campionati il che la rendeva di fatto oggettivamente più facile di come sia oggi.
La Roma, dopo la conquista dello scudo ed alla luce del doppio impegno, aveva rinforzato la squadra con 2 importanti acquisti. Il primo era un certo Tonino Cerezo, funambolico brasiliano che aveva preso il posto dell’onesto austriaco Prohaska, onesto e geometrico lavoratore del centrocampo. Cerezo, con la sua corsa “sgangherata”, era un instancabile corridore con buona tecnica e visione di gioco. Ricordo che faceva parte della nazionale brasiliana e che con Falcao gemellava di fatto la Roma con il Brasile. Non era infatti raro trovare allo stadio bandiere gialloro mischiate alle nostre.
Il secondo acquisto era stato Graziani. Dal passato glorioso, seppur sulla via del lento tramonto, era una specie di bisonte impazzito, che correva avanti e dietro senza pausa accompagnato da una tecnica non proprio sopraffina, ma che avrebbe dovuto validamente rimpiazzare un certo Iorio, decisamente un punto debole della squadra vittoriosa. A Iorio sarò comunque sempre grato per il goal alla Sampdoria che ci permise di portare a casa due punti decisivi.
La Roma aveva però anche perso quello che si era dimostrato un giocatore favoloso al centro della difesa e che aveva potuto permettere a Liedholm di impiegare Di Bartolomei come secondo difensore centrale: Pietro Wierchvood. Una velocità pazzesca ed una forza fisica inattaccabile che avevano contribuito in modo decisivo all’ottima stagione precedente. La Roma decise di rimpiazzarlo con due giovani già in rosa come Bonetti e Righetti. Gli stessi formeranno negli anni futuri una grande coppia.
In breve, ai nastri di partenza la Roma si presentava con questa formazione (4-4-2):
Tancredi portiere, ottimo tra i pali più in difficoltà nelle uscite. Specialista nei rigori.
Nela, l’irruente Hulk, sinistro spostato a destra, una forza della natura.
Maldera, all’ultimo anno di gloria, uno dei migliori terzini goleador della storia.
Di Bartolomei, il capitano reinventato libero a fine carriera.
Righetti, un giocatore di indubbia eleganza.
Falcao, l’uomo a tutto campo, la mente della squadra
Cerezo l’infaticabile corridore del centrocampo
Ancelotti, la potenza ed il dinamismo messi al servizio della squadra.
Conti, il furetto imprevedibile ed incontrollabile
Pruzzo, il matador vincitore di 3 classifiche cannonieri.
Graziani, colui che avrebbe dovuto rappresentare l’irruenza ed il disordine in attacco.
A quella Coppa partecipavano 32 squadre, le cui più forti e titolate erano il Benfica, l’Ajax, il Liverpool e l’Amburgo, vincitore dell’edizione precedente.
Nelle edizioni degli anni precedenti a partire dagli anni ’70 si erano aggiudicate la coppa più volte l’Ajax, il Bayern, il Liverpool.
Lo schema era quello del tabellone tennistico ad eliminazione diretta a partire dai sedicesimi.
Al momento dei sorteggi alla Roma toccò al primo turno il Goteborg, campione di Svezia. Non mi sembra di ricordare che ai tempi ci fossero le teste di serie. Avrebbe potuto andare anche meglio se considerate che partecipavano squadre come l’Omonia (Cipro) o la Jeunesse (Lussemburgo).
L’avventura stava per cominciare…
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Re: Partite storiche della Roma
Attendo prossimo episodio, intanto
Stefano.
Edin.
La Roma chic è con voi.
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Re: Partite storiche della Roma
MatteoAsroma90 ha scritto:juventus roma 2-2 l'anno dello scudetto...assolutamente..
stavo alla radio...non avevo la parabola
quando iniziò il periodo di recupero, ero sfiduciato, e capii a malapena che la palla di nakata non era stata tenuta dal lungagnone olandese...poi sentii solo il nome Montella
ed il gelo delle Delle alpi fu nitidissimo anche alla radio...
brividi
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Re: Partite storiche della Roma
ci fu una amichevole Roma Santos fine anni 60a inizi settanta
in porta c'era il grande Ginulfi..che riuscì a parare un rigore a Pele...si dice che Pele in carriera abbia sbagliato solo 3 rigori sugli oltre 100 calciati...
lessi sul giornale e mi vennero le lacrime per la contentezza....
cerco di ritrovare la data
in porta c'era il grande Ginulfi..che riuscì a parare un rigore a Pele...si dice che Pele in carriera abbia sbagliato solo 3 rigori sugli oltre 100 calciati...
lessi sul giornale e mi vennero le lacrime per la contentezza....
cerco di ritrovare la data
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