Romanismo

La società, i dirigenti, la storia della Roma
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oswald
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Re: Romanismo

Messaggio da oswald »

paolo67 ha scritto:
martedì 28 maggio 2019, 16:45
C'è mooolto poco da parlare.
È già andata in pensione? Sei sicuro di aver versato tutti i contributi?


Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.

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paolo67
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Re: Romanismo

Messaggio da paolo67 »

oswald ha scritto:
martedì 28 maggio 2019, 16:53
È già andata in pensione? Sei sicuro di aver versato tutti i contributi?
Sempre molto poco.


Titoli personali: cazzone ignorato per meriti forumistici

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Jack l'Irlandese
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Re: Romanismo

Messaggio da Jack l'Irlandese »

Claudio_asr ha scritto:
martedì 28 maggio 2019, 10:28
Giggs allo United non era più importante della squadra stessa. Maldini al Milan idem e si è preso la merda quando si ritirò. Così come del Piero.
La verità è che la gente ci si attacca ai calciatori simbolo non avendo altro, non avendo vinto quasi nulla. Ma questa è pura retorica.
E secondo me il romanismo non c'entra nulla.
Burdisso ad esempio era un calciatore particolarmente appariscente, così come magari lo è stato cufrè, cosa che per caratteristiche non puoi chiedere ad un pastore o cristante
Eppure sono sicuro che anche questi due quando sono stati chiamati in causa abbiano provato a dare tutto.
Ma se pastore è un calciatore lento che non fa della corsa e dell'agonismo le sue qualità che colpa ne ha?
Voglio dire che se anche quest'anno pastore avesse giocato bene, probabilmente nessuno avrebbe identificato in lui un simbolo
Cosa che invece si è fatta subito con manolas, altro calciatore che fa della corsa una sua qualità, salvo scordarsene quando ogni tanto ha un fastidio muscolare e si chiama fuori (per me fa bene, per carità)
E quando galopeira dice che i calciatori della Roma sono più importanti della società, o meglio, alcuni calciatori, dice una verità inequivocabile
Per anni Totti e De Rossi sono stati più forti e per anni la gente ha fuso la passione per il calciatore con quello per la maglia.
Io non voglio fare retorica, ma sono sicuro che se un faceva lo stesso discorso ai tifosi degli anni 70/80, probabilmente ti prendevano a schiaffi perché erano molto più maturi di noi nel sapere che qualsiasi calciatore passa, la Roma resta.
E chi l'altra sera ha fischiato Pallotta per il mancato rinnovo di De Rossi e non perché la Roma ha speso soldi malissimo fallendo il suo obiettivo e rischiando di impiccarsi per le stagioni a venire, per me è più tifosa di un'idea che di una squadra.
guarda ti ringrazio che sei tornato su Galopeira perche mi hai ricordato di scrivere delle cose che nell'estensione del mio posto ho solo toccato velocemente ma su cui mi volevo soffermare

ci sono delle incongruenze fondamentali alla radice del discorso che fa Galopeira che purtroppo ne impediscono la validita` (dico purtroppo perche per quanto non stimi il personaggio apprezzo il fatto che si provi a porre certe domande)

- Galopeira dice che 'mette la Roma davanti a tutto' nella proposizione di un'ideale di Roma scevro dai personalismi, da chi ne veste la maglia, da chi la allena, da chi ne detiene la proprieta`

- per quanto a volte si sforzi a negare il contrario, purtroppo questa contrapposizione ai personalismi non la manifesta nel rifiuto di questi in favore dell'ideale Roma, ma della societa` Roma, facendo un'equazione sbagliata. perche` uno puo` essere tifosissimo della Roma ma non essere d'accordo con la politica societaria dell'azienda Roma, cosi` come (a modo di vedere di Galopeira) puo` essere tifosissimo della Roma ma non apprezzare il rendimento o l'impegno (o mancanza di esso) del giocatore tal dei tali, per quanto rappresentativo. Un esempio di questa giustapposizione fallace? Galopeira nei giorni che portavano a Roma-Parma diceva che lui voleva andare allo stadio a salutare De Rossi "perche mi suscita dei sentimenti, l'uomo rispecchia la mia visione dell'essere Romanisti" ma che alla fine non ci sarebbe andato perche` "bisogna mettere la Roma prima di tutto e se mi accorgo che poi la festa di De Rossi diventa un pretesto per polemiche e critiche alla societa` non ne voglio far parte..." Ma la Roma, in quanto ideale da mettere prima di tutto e tutti come lo intende lui, e la societa` sono due cose diverse. Se identifichi il tuo modo di amare la Roma con la R maiuscola col modo in cui l'ha rappresentata De Rossi, che te frega che alcuni vanno la e criticano Pallotta e Fienga? caxxi loro che non riescono a godersi la realizzazione dell'ideale, mica tuoi

- vado oltre, provo a capire perche ogni tanto lui crea questa giustapposizione. presumo che lui pensi che se critichi la societa`, influisci negativamente sull'operato di questa e sul rendimento della squadra e quindi di conseguenza ne risente anche l'ideale Roma con la R maiuscola. Ma che questo abbia un impatto significativo non e` assolutamente provato. Come scritto piu` volte non trovo letteratura da parte degli psicologhi dello sport che attesti che mentre un terzino, nel mentre del momento agonistico, sta eseguendo un cross, perda l'attimo perche gli capita di pensare a Marione. Di contro gli esempi di andamenti positivi della squadra a fronte di contestazioni (post eliminazione dalla Coppa Italia nel 2000, post bomboni a Trigoria nel 2009, post contestazione dopo il derby perso in Coppa Italia) ci suggeriscono il contrario, cosi` come ce lo suggeriscono le vittorie di altre realta` (Juve, Real, Milan) a fronte di polemiche e contestazioni equipollenti. Galopeira insomma mentre in contrapposizione i personalismi verso gli atleti con la scusa di un amore per una Roma ideale supremo, ma lo fa a difesa della societa` - non di questo ideale - con la premessa che la critica alla societa` ha un impatto sulle sorti della squadra. Da` una importanza a lambiente (e quindi anche a se stesso) che non e` assolutamente certificata da fatti scientifici. Entra poi anche in gioco una dimensione della coerenza nell'analisi del suo fare cio`: perche Galopeira dice che l'idolatria di questo o quel giocatore o le polemiche strumentali (fatte da comunicatori in base alle loro conoscienze e ai loro legami con fonti ecc) ad personam su questo o quel giocatore vanno a nuocere su questo "bene della Roma" idealizzato e avulso dalle sue componenti immanenti, ma poi lui perpretra polemiche analoghe con tattiche analoghe (es. la propensione agli infortuni di Manolas)

- cito testuale dal podcast con Austini di oggi: "l'idea di Roma e` dei Romanisti, non la puo` comprare Pallotta. Non me la puo` svilire Pallotta, Ciarrapico nessuno..." Poi pero` parla de lambiente (quello riferito ai suoi competitor ovviamente) che critica la proprieta` e in rapporto a questo definisce i tifosi "parte lesa". Perche` "parte lesa"? Se il Romanismo e` un ideale al di sopra dell'operato delle proprieta`, perche verrebbe scalfito dai personalismi e dalle critiche alla proprieta`?

- entra poi in questa idealizzazione della Roma e del bene della Roma avulso dai personalismi e della denuncia delle manifestazioni (di affetto o di critica) verso atleti presi a simbolo (come Totti e De Rossi nel caso degli ultimi 20 anni) una riflessione che esula dal discorso Roma e che purtroppo viene troppo spesso sottovalutata. Galopeira e altri che ne condividono il pensiero tendono a identificare in questi personalismi un male prettamente romano che ci ha allontanato dal fronte unito del tifo degli anni 80 e come un male che ci impedisce di imporci rispetto ad alte realta`. Ma molto di cio` che denunciano non e` assolutamente particolare e legato al nostro lambiente ma va assolutamente di pari passo in altre realta`. Molti dei personalismi che denuncia sono risultato del fatto che giocatori e procuratori hanno assunto una forza contrattuale privilegiata che spesso li vede mettere in ambasce le societa` che li contrattualizzano come risultato della Legge Bosman. Ma mica a Roma questo. In tutta Europa. In tutta Europa i giocatori possono avvalersi di una forza rispetto ai club che i giocatori della Roma degli anni '80 non avevano. Un altro aspetto e` legato alla visibilita` che personalismi dei protagonisti (atleti, allenatori, dirigenti) e manifestazioni nei loro confronti (positive o negative) da parte dei tifosi hanno adesso tramite i social network e i mezzi di comunicazione odierni. Abbiamo un livello di visibilita` nel privato e una possibilita` di interazioni one on one che pero` sono pubblicamente reperibili che non ha paralleli nei decenni che precedono gli ultimi due. Cosa c'entra con Roma questo? Questo avviene dappertutto. A Roma come a Bruxelles. Pure negli anni '90 si cantava "Franco Sensi bla bla bla" ma la cassa di risonanza era diversa. 'Ultra`' e` un film del 1991 che tratteggiava il mondo del tifo nel contesto della Roma di Viola. Cioe` la Roma che ci ricordiamo come la piu` vicina all'ideale che ecc ecc. In esso il protagonista chiama una tv privata dove si parla di Roma e dice che Viola non ci mette piu` una lira e c'ha avuto solo fortuna a scovare un campione per caso una volta (Falcao) e per questo ha vinto. E allora che diciamo che queste cose esistono solo adesso? Ora le vediamo, ci sono piu` immediatamente visibili, ma non e` un discorso di Roma, e` un discorso di evoluzione dei mezzi di comunicazione tout court. Insomma mi pare che si accollino a lambiente dei cambiamenti che sono molto piu` scientificamente riconducibili alla rivoluzione digitale e del mercato del lavoro europeo.

tutte queste storture dimosteano che il pensiero Galopeiriano e` assolutamente fallato.

come del resto qualsiasi tentativo di sedersi a tavolino e identificare un unico male assoluto da cui tutte le insoddisfazioni deriverebbero.

Cosi` si crea solo il Grande Alibi. Galopeira prova a spogliare i giocatori dagli alibi allenatore/i, dirigente/i, proprietario. Ma lo fa propugnando un gigantesco, non scientificamente provato, Grande Alibi.


Comunque grazie per averci fatto vivere una delle cinque serate più importanti della storia della Roma: D. & R. Friedkin, Pinto, Mou (e staff), Pellegrini, Mancini, Cristante, Rui Patricio, Smalling, Ibanez, Kumbulla, Celik, Karsdorp, Spinazzola, Zalewski, Matic, Camara, Bove, Abraham, Dybala, El Shaarawy, Belotti, Volpato, Zaniolo (fino a gennaio), Llorente (da gennaio), Svilar, Wijnaldum

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Re: Romanismo

Messaggio da fiume »

Romanismo è: esce l'articolo di Repubblica e...
80% ha già deciso che è tutto falso e Pallotta e Repubblica merda;
19% ha già deciso che è tutto vero e De Rossi merda;
1% aspetta di vedere conferme e si pone dubbi.



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Re: Romanismo

Messaggio da FoveaASR »

Il Romanismo siamo noi tifosi.


"Tutti gli allenatori parlano di movimento, di correre molto. Io dico che non è necessario correre tanto. Il calcio è uno sport che si gioca col cervello. Devi essere al posto giusto al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi"

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Re: Romanismo

Messaggio da pisodinosauro »

L’ambiente siamo noi, nessuno si senta escluso...(semi cit)



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Re: Romanismo

Messaggio da Jack l'Irlandese »

fiume ha scritto:
giovedì 30 maggio 2019, 11:48
Romanismo è: esce l'articolo di Repubblica e...
80% ha già deciso che è tutto falso e Pallotta e Repubblica merda;
19% ha già deciso che è tutto vero e De Rossi merda;
1% aspetta di vedere conferme e si pone dubbi.
quello non e` il Romanismo, quella e` l'opionione pubblica.

Opinione =/ tifo


Comunque grazie per averci fatto vivere una delle cinque serate più importanti della storia della Roma: D. & R. Friedkin, Pinto, Mou (e staff), Pellegrini, Mancini, Cristante, Rui Patricio, Smalling, Ibanez, Kumbulla, Celik, Karsdorp, Spinazzola, Zalewski, Matic, Camara, Bove, Abraham, Dybala, El Shaarawy, Belotti, Volpato, Zaniolo (fino a gennaio), Llorente (da gennaio), Svilar, Wijnaldum

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