Paulo Fonseca

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red5788
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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da red5788 »




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bibiroma
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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da bibiroma »

Auguri mister!!


GRAZIE A FRANCESCO TOTTI PER ESSERE NATO!

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red5788
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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da red5788 »

Fonseca: “Mkhitaryan deve restare alla Roma. Voglio due giocatori dello Shakhtar”

https://www.forzaroma.info/news-as-roma ... -shakhtar/



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MCMXXVII
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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da MCMXXVII »

Speriamo che la società lo ascolti.


ASR MCMXXVII AMO SOLO LA MAGLIA
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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da bibiroma »

Non ha detto "voglio", ha detto "prenderei" che è differente... ottime le parole su Miki... sarà il giocatore a decidere...


GRAZIE A FRANCESCO TOTTI PER ESSERE NATO!

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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da antoniocs »

Può ritornare così ne ha più di due...



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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da red5788 »



Una bella intervista per la gioia del mio amico antoniocs! :mmmmm:



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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da red5788 »




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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da gabbbro »

Ti scongiuro falli correre... non sbagliamo la preparazione anche stavolta



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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da antoniocs »

L'unica cosa buona del covid era non farci vedere più sta chiavica. Peccato che è durata poco



Jean Louis Scipione
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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da Jean Louis Scipione »

a Paulo e sta' bono co ste dichiarazioni su

mamma mia ma perché i tesserati delle altre squadre, strisciate incluse, non se ne escono mentre qua si ciarla liberamente?


voglia di stringersi un po'... curva sud roma vecchie maniere...

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NineNails
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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da NineNails »

ASROMA.COM - Paulo Fonseca, a 365 giorni esatti dalla firma per la Roma, ha rilasciato un'intervista pubblicata poi sul sito ufficiale del club. Di seguito le dichiarazioni del tecnico portoghese:
Un anno fa firmò il suo primo contratto con la Roma: si ricorda che sensazioni provò l’11 giugno del 2019?
“Arrivavo in un grande Club, ero molto motivato e c’era tanto entusiasmo. La passione dei tifosi giallorossi mi affascinava e a distanza di un anno devo dire che abbiamo passato diversi momenti felici insieme. Oggi mi sento totalmente integrato nella Roma e mi piace tanto far parte di questa famiglia”.

Nei primi giorni di luglio ci fu l’arrivo nella Capitale, che ambiente trovò?
“Un ambiente pieno di entusiasmo, rappresentava l’inizio di una nuova era. Ho avuto la conferma che l’atmosfera attorno a questa squadra è effettivamente quella che avevo percepito da lontano. I ragazzi li conoscevo quasi tutti e dal primo giorno ho subito capito le loro qualità e la loro professionalità”.

Quanto fu importante la conferma di Dzeko durante l’estate?
“Io ho sempre creduto nella permanenza di Edin. In quel momento c’era la possibilità di una sua uscita, ma dopo le prime conversazioni con lui ho avuto la sensazione che potesse restare. Si vedeva dal lavoro sul campo, si allenava ogni giorno con professionalità e impegno”.

Fu un bene o un male giocare immediatamente il Derby alla seconda giornata?
“Venivamo dalla prima contro il Genoa, dove pareggiammo ingiustamente ed è stato difficile giocare contro la Lazio. Eravamo una squadra nuova, con un allenatore nuovo, dall’altra parte c’era un gruppo che si conosceva da diversi anni, con lo stesso allenatore. Il Derby non fu una bellissima partita da parte nostra, è stato più bello quello di ritorno. Il motivo è legato al poco tempo che abbiamo avuto a disposizione con i nostri calciatori, ma da quel momento in poi abbiamo intrapreso un cammino positivo”.

Roma-Sassuolo fu la prima vera partita targata Fonseca?
“Fu una bella partita, ma io ho sempre avuto fiducia nei miei ragazzi. Con il Sassuolo, in effetti, la prestazione fu molto convincente e da lì il gruppo iniziò ad acquisire fiducia per le sfide successive. Anche se arrivò la sconfitta contro l’Atalanta a riportarci un po’ con i piedi per terra”.

Cosa rappresentò quella sfida per voi?
“La verità è che tutti percepivano quella partita come molto difficile. Anche giustamente, perché in passato non è mai stato facile affrontare l’Atalanta, sono molto forti e anche loro giocano insieme da tanti anni. Quella sconfitta, però, fu importante per noi: ci siamo resi conto dei nostri mezzi e abbiamo capito cosa aggiustare”.

Nel mese di ottobre, però, ci fu un’altra battuta di arresto: si trattò un passo indietro?
“Roma-Cagliari fu una partita sfortunata, la prestazione risultò buona, ci mancò il gol e non è una giustificazione questa, bisogna segnare, lo so, ma l’atteggiamento era quello giusto. Fu Samp-Roma la prima partita dell’anno che non mi lasciò per niente contento. A volte servono anche partite come quelle, per capire quali errori non devi commettere. Ecco, nella nostra stagione forse è quella una delle partite che ci hanno insegnato in che modo non bisogna scendere in campo. Dopo la sfida di Genova sono arrivati diversi infortuni che non ci hanno aiutato e che ci hanno portato anche a giocare con Mancini a centrocampo. Dopo due partite, però, si è rivista la Roma che volevo”.

Parla di Udinese-Roma?
“Esatto, dimostrò l’unione di intenti di un gruppo fantastico che giocò unito. Eravamo sotto di un uomo, lottammo fino a vincere 4-0. Fu davvero una bella Roma”.

A Milano contro l’Inter arrivò un pareggio senza gol, al termine di una buona prestazione: un’occasione persa o un buon punto?
“Io voglio sempre vincere. Bisogna guardare diversi aspetti, però. Dzeko non era al meglio, giocammo senza Pau Lopez. Ci mancò qualcosa negli ultimi metri, ma fu una bella Roma”.

Come ha visto la squadra a inizio 2020?
“Roma-Torino fu una partita particolare, lo stesso vale per Roma-Juve dove un paio di incertezze macchiarono una bella prestazione della nostra squadra. La partita sbagliata di quest’anno è Sassuolo-Roma, la squadra in quell’occasione non è scesa in campo e quella sconfitta ha lasciato un piccolo segno a livello mentale nei ragazzi nelle partite successive e abbiamo perso un po’ di fiducia”.

Come vi siete rialzati?
“Grazie al buon cammino in Europa League, che ci ha portato a vincere nuovamente anche in campionato. Battere il Gent in casa ci ha portato a rialzare la testa e ad assicurarci buona parte della qualificazione agli ottavi”.

Cosa rappresenta l’Europa League per voi?
“Giocare il giovedì non è semplice e noi spesso siamo scesi in campo praticamente sempre con gli stessi giocatori, ma per noi è una competizione importantissima. Vogliamo andare il più avanti possibile. Avremo il Siviglia, conosciamo tutti la loro storia in questo torneo, ma si troveranno davanti una Roma che avrà voglia di vincere”.

Qual è stato il gol più bello di questa stagione?
“Non voglio scegliere una rete esteticamente bella, ma una significativa: Dzeko contro il Bologna, all’ultimo respiro. Rappresentò un momento importante a livello caratteriale, la squadra lottò per vincere quella sfida e vederla conquistare i tre punti in quel modo fu bellissimo”.

Durante le partite l’abbiamo vista alternare il 4-2-3-1 al 4-3-3 o utilizzare anche la difesa a tre. Come cambia la sua squadra a seconda del sistema di gioco?
“Cambiare non è semplice, o meglio: servono giorni a disposizione e giocare tante partite ravvicinate non ti permette di provare e di far assimilare certi concetti. Si può cambiare, però. E noi l’abbiamo fatto, mantenendo sempre i nostri principi, la nostra filosofia. Il sistema non cambia le idee che stanno al centro del nostro gioco. Si può cambiare sempre. Soprattutto qui in Italia, io non sono un allenatore legato a un solo sistema di gioco”.

Come si riparte dopo tanto tempo e dopo una pausa così lunga?
“Non è stato semplice mantenere la squadra sempre motivata a casa, ma devo dire che i ragazzi hanno fatto un lavoro incredibile. Sono tutti rimasti a Roma e questa non è una cosa da poco, non è semplice, non è accaduto in tutte le squadre. Da quando sono tornati qui ho percepito subito una cosa: sono molto motivati”.

Fisicamente come stanno i ragazzi?
“Abbiamo fatto molti test e i calciatori, dopo due mesi, sono tornati meglio rispetto a quando fanno un mese di vacanza”.

Che calcio vedremo alla ripresa del Campionato?
“L’intensità nelle prime sfide potrebbe essere diversa, ma dopo quattro o cinque partite torneremo tutti allo stesso livello”.

Giocare ogni tre giorni porterà a tanto turnover?
“Sicuramente. Con una tale densità di impegni non è semplice mantenere gli stessi ragazzi sul campo, non ci sono alternative. Il turnover sarà obbligatorio”.

In tal senso è favorevole alle cinque sostituzioni?
“In questo momento sì. Ora è importante, basta vedere quanti infortunati ci sono stati in Germania nelle prime sfide. Si giocherà anche in un mese con tanto caldo. E poi è un’opzione. Un allenatore ha l’opportunità di farlo, non è obbligatorio”.

Le manterrebbe anche in futuro?
“Penso di no. Cinque sostituzioni favoriscono le squadre più forti, quelle con una rosa composta tutta da giocatori di alto livello. E in quel caso le avversarie entrerebbero ancora più in difficoltà, meglio garantire più equilibrio a beneficio di tutti”.

Come sta Zaniolo?
“Non sta lavorando con la squadra, ma è vicino al rientro. Si è ripreso molto bene, è più avanti del previsto, ma non serve anticipare i tempi. Nelle prime sfide non lo impiegheremo, ma da luglio potrebbe esserci la possibilità di utilizzarlo"

Lo stesso per Zappacosta?
“Davide sta molto bene, lui è pronto, lavora normalmente con i compagni e sarà un’opzione valida per questo periodo”.

Qual è il suo obiettivo di questo finale di stagione?
“Vogliamo entrare in Champions, anche se sappiamo che è una missione molto difficile. I nostri avversari sono avanti a noi in classifica e sono molto forti. Non c’è tanto tempo per recuperare, ma ci proveremo, una partita alla volta. Una cosa è certa: saremo una squadra più forte rispetto a quella prima dello stop, faremo vedere cosa può essere davvero la Roma in futuro. In questo periodo siamo riusciti a lavorare su diversi concetti e i calciatori si sono allenati sempre bene. Sono tutti motivati. Sarà difficile conquistare il quarto posto, ma vogliamo dimostrare davvero chi siamo”



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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da supernova »

bene quello che dice su Zappacosta. Speriamo.


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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da AsUsual »

come saranno messi con la preparazione atletica? Petrachi dice che li vede malino...



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Re: Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca

Messaggio da red5788 »

Fonseca: “Kluivert ha le qualità per diventare come suo padre, la Roma conta su di lui in futuro”

Nove giorni e la Roma tornerà in campo contro la Sampdoria in campionato. Fonseca cerca di non farsi distrarre dalle voci sul rapporto incrinato tra il club e Petrachi concentrandosi unicamente sulla ripresa della Serie A. Di questo e molto altro parla nell’intervista al quotidiano Publico. Queste le parole del tecnico:

La Serie A ritorna il 20. Ritiene che ci siano le condizioni per tornare?
Sì, credo che ci siano tutte le condizioni. C’è un protocollo molto rigoroso che dobbiamo rispettare. La Roma è un esempio in questo senso. Stiamo lavorando in condizioni di massima sicurezza, stiamo testando regolarmente tutti. La situazione sta migliorando nel paese e credo che ci siano tutte le condizioni.

Come vede la prospettiva dei giochi a porte chiuse?
E’ l’unico scenario possibile. Capisco che al momento è difficile giocare senza gli spettatori, ma penso che a breve termine troveremo il modo di portare i tifosi allo stadio. Questo è strano per noi, è qualcosa che non vogliamo, vogliamo vivere la partita con i tifosi.

Com’è stata una giornata tipo durante la quarantena?
Mi svegliavo, facevo colazione con la mia famiglia, giocavo con mio figlio, facevo sport, mettevo mio figlio a dormire o fare un “siesta”. Sono stato fortunato ad avere una casa con tanto spazio. Poi, giocavo con lui, guardavo un film… E ho visto alcune serie e partite.

E l’esperienza di vedere la città di Roma senza nessuno?
Difficile. È una città bellissima. Vivo vicino al centro e sono abituato a vedere le strade di Roma piene di gente. In questo senso, i romani sono stati esemplari, hanno rispettato le regole.

L’Italia è stato uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia. Hai provato paura? Hai pensato di tornare in Portogallo?
No, mai. Non ho mai avuto alcun tipo di paura. La Roma ha una magnifica organizzazione e ho sempre sentito il sostengo del club. Non ho sentito il minimo desiderio ne necessità di tornare in Portogallo, anche se lì ho la mia famiglia: i miei genitori, i miei figli, mia sorella. Sono sempre stato in contatto con loro e sono sempre stato tranquillo qui a Roma.

Anche la Roma si è unita alle proteste contro il razzismo.
La Roma è stata pioniera e un esempio nella lotta contro il razzismo. È un problema ancora molto sentito nel calcio italiano. Non posso dire di sentirlo molto durante le partite, ma questo anche perché sono molto concentrato sul gioco. Quello che so è che le autorità italiane hanno preso ogni iniziativa per ripudiare ogni tipo di forma di razzismo e discriminazione. Abbiamo una visibilità enorme, possiamo e dobbiamo partecipare a tutte le iniziative.

Manca molto poco al ritorno della Serie A. Sarà difficile tornare in modalità competizione?
Sarà più difficile del solito. Non ci sono partite di preparazione, quello scenario dovrà essere creato tra di noi non è la stessa cosa. Si è visto che l’intensità non è la stessa, né può esserlo. Ci sono stati molti infortuni nel campionato tedesco e molti infortuni in questo periodo di preparazione. Giocheremo ogni tre giorni, sarà molto impegnativo e questo genera preoccupazione.

L’obiettivo è quello di arrivare in Champions?
E’ possibile. Le altre quattro squadre sono molto forti. L’Atalanta, il nostro principale rivale, è molto forte, ma non arrendiamoci in questa lotta. Quest’anno il campionato italiano è imprevedibile, più che negli ultimi anni.

Parere sulla Serie A.
Nella mia prima esperienza nel campionato italiano, sono rimasto sorpreso in senso positivo. La qualità dei giocatori, degli allenatori, ma anche per la qualità del calcio. L’idea che abbiamo dell’Italia con un campionato difensivo non corrisponde alla realtà. Hanno squadre molto buone e sono molto ben preparate nel momento di difendere, ma devo dire che sono andato a vedere durante la quarantena il numero di gol nei principali campionati europei (fino allo stop) e al momento siamo stati battuti solo dall’Inghilterra. Questo la dice lunga. La verità è che c’è molto lavoro da parte degli allenatori italiani dal punto di vista difensivo, più che in altri campionati, questo sì, sono molto forti, e le squadre non hanno problemi a scendere in campo per difendere. Lo fanno molto bene.

Quindi come si è inserito Paulo nel campionato italiano?
Questo progetto è estremamente sfidante per questo. Mi ha costretto a vedere le cose in modo diverso e ad evolvere. In Italia, sento di essere cresciuto nel modo in cui vedo e preparo le partite. Abbiamo uno scenario diverso in ogni partita. È una sfida.

Può dire che il Paços de Ferreira è la sua migliore creazione calcistica?
Non lo so. La verità è che abbiamo ottenuto qualcosa di unico nel calcio portoghese. E’ stato quasi come vincere lo scudetto. All’epoca Paços aveva un piccolo bugdet e poche risorse e arrivare con quei magnifici giocatori a quel terzo posto è stato epico, uno dei momenti più importanti della mia carriera. Ma per fortuna ho avuto più gioie che dolori. E vincere la Coppa dei Portogallo con lo Sp. Braga è stato un altro grande momento, tutti i titoli che ho vinto con lo Shakhtar, che non vinceva da due anni, vincendo il campionato e la Coppa per tre anni di seguito, sono stati momenti notevoli. Per fortuna ne ho avuto un po’.

Cosa farà sempre una squadra di Paulo Fonseca e cosa non farà mai?
Proverà sempre a giocare con la palla. Quello che non faremo mai è chiuderci in difesa e giocare senza palla. A meno che non sia necessario. A volte giochiamo con squadre più forti, ma non è mai mia intenzione. Chiunque tu abbia di fronte, dobbiamo puntare sempre lo sviluppo del gioco.

Avete scoperto qualcosa in questi tempi di quarantena?
Impariamo sempre quando vediamo gli altri. Ci sono quegli allenatori che tendiamo a vedere di più. Ma in questo periodo sono stato più attento alla mia squadra e al campionato italiano che a guardare per imparare. Come dice Guardiola: “Siamo tutti ladri delle idee altrui”.

A chi altro rubi qualche idea di solito?
Mi piacciono molto le squadre di Guardiola, le guardo con molta attenzione. E anche a Guardiola piacciono molto le mie squadre. Questo ha a che fare con il coraggio che abbiamo avuto nei giochi contro di lui. Posso farvi un esempio. Nel mio caso, mi dà piacere quando gli altri allenatori hanno coraggio di dirlo e, anche se non vinciamo, dobbiamo valorizzare e lodare coloro che hanno questo coraggio. In Italia, per esempio, ho perso contro il Sassuolo, che è una squadra molto coraggiosa e che ha un allenatore molto forte. Contrariamente a quanto si fa, bisogna dare credito agli altri. Va bene lodare o riconoscere quando gli altri sono stati migliori.

Ora da lontano, come allenatore, cosa pensa di Fonseca come giocatore?
Non credo che fosse un giocatore molto forte [ride, ndr]. Ero un giocatore normale. Era un calcio molto diverso. Credo di essere stato molto normale. Ho fatto la carriera che meritavo. Non credo che Paulo Fonseca giocherebbe nella maggior parte delle mie squadre. Non ero un difensore molto veloce. Ero forte di testa e nel gioco aereo e nel posizionamento. Queste erano le mie caratteristiche. Ricordo, ad esempio, a Belenenses, il mio primo gol in campionato, dove siamo andati a vincere 2-1 allo Estádio da Luz ed io ho segnato a Preud’Homme, ma vi confido che non mi ricordo dalla maggior parte delle partite come giocatore.

La tua idea è quella di rimanere a Roma per un lungo periodo?
Sono estremamente felice a Roma. Amo il club, amo i tifosi, amo la città. Mi piacerebbe restare per molti anni, è un club enorme. Non è facile trovare una passione così grande come qui a Roma.

E Justin Kluivert, è bravo come suo padre Patrick?
Sono diversi. Papà era un grande giocatore, un grande attaccante. Justin ha le qualità per essere un giocatore dello stesso livello. È uno dei giovani su cui la Roma conta per il futuro.

Non avete giocatori portoghesi nella vostra rosa?
Al momento non ho nessun portoghese e nessuno che gioca nel campionato portoghese.

C’è un invito che rimpiange di non aver accettato?
No, niente affatto. Sono una persona che guarda poco indietro. Prendo decisioni molto consapevolmente.


Questo è un gran paraculo asd



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