Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da qixand »

kitarant ha scritto:
venerdì 15 ottobre 2021, 15:19
Assolutamente!
Penso tu sia mio coetaneo, a cavallo dei 50, e probabilmente ricorderai Il Locale a vicolo del Fico. Fu un punto di ritrovo per una generazione di artisti, a 360 gradi, una fucina di talenti e una palestra musicale dove eri libero di fare la tua musica...ecco, oggi un posto così non avrebbe senso, purtroppo, anche se, aripurtroppo, servirebbe come l'acqua nel deserto.
Esattamente.
Così come lo fu in parte il Contestaccio più di recente, diciamo da metà anni 2000 fino al 2015 circa, un locale dove il "direttore artistico", Lello, famoso più che altro come caratterista al cinema, era rigido nel volere solo band di musica originale, senza tante preclusioni per il genere. Non pagava, ma se suonavi nel fine settimana eri sicuro di farlo di fronte ad un buon pubblico, e gente che voleva sentire roba originale (come me e i miei amici), ci andava volentieri, anche perchè si era creato un ambiente piacevole.

Oggi come oggi, nella stragrande maggioranza dei locali fanno suonare i soliti 4 gatti, tribute band sputtanate (solo a Roma ce ne saranno 20 di Ligabue, 10 degli U2, 8 dei Guns n' Roses) o tribute band di gruppi che, se viene la formazione originale a Roma fa 50 spettatori, piuttosto che rischiare facendo suonare giovani che propongono cose loro.
Se glielo chiedi, molti ti risponderanno che il pubblico vuole quello e loro devono pagare gli affitti.
La realtà è che il problema è più vasto del singolo locale o dei locali in genere.
La massa è pecorona, la gente è mediamente ignorante e poco evoluta, anche quella che ascolta musica, e nella maggioranza dei casi, si ascolta quello che gli dai da ascoltare.

Faccio questo paragone:
negli anni 60/70/80 e fino a parte dei 90, le classifiche mondiali erano dominate da nomi internazionali, e anche in Italia trovavi grandi band anche rock. I grandi tour di artisti famosi duravano anche 2/3 anni ed era gente che suonava e riempiva gli stadi. Vogliamo credere che la gente in quegli anni avesse gusti migliori? Fosse più dotta musicalmente perchè preferiva Bowie o Bob Dylan, o per rimanere in Italia Battisti o Battiato, mentre oggi preferisce Emma Marrone o Achille Lauro e in America Justin Bieber o Lil' qualcosa (tanto i trapper tutti Lil se chiamano)?
Io non credo. Semplicemente prima il mercato discografico era gestito da gente che lavorava per cercare talenti da guidare, e dai quali si aspettava 10 dischi potenzialmente vendibili alle masse, oggi si accontenta di 4 ragazzini per vendere qualche evento, e poi da buttare al secchio in favore di altri 4. E la gente ascolta quello che il mercato proprone.
Se gli fai sentire musica decente, alla fine gli piacerà, se gli fai sentire musica di merda, quella si farà piacere.


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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da kitarant »

Ma difatti anche Lellone Vannoli veniva dall'esperienza del Locale. Il Contestaccio, che è stata cmq una buona vetrina in cui già stava cambiando tutto, qualitativamente non è paragonabile al Locale che per 6/7 anni è stato qualcosa di unico e di irripetibile come lo fu il Folkstudio 20/30 anni prima 😊



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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da qixand »

Il locale ha fatto uscire i nomi che ancora oggi sono nella scena romana e italiana, il contestaccio era più per band "amatoriali", e già stavano cambiando i tempi.
Però l'idea di far suonare solo musica originale l'ho sempre apprezzata.
Dopo Lello prese le redini il chitarrista dei Malfunk e poi degli Almamegretta e quel locale l'ha rovinato.


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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da kitarant »

Ma chi? Fefo Forconi? Non lo sapevo... anche con lui e Marco Cocci ci conoscemmo al Locale, ancora prima che Marco si dedicasse quasi esclusivamente al cinema e si trasferisse a Roma... vabbè che era già il periodo che quando stavo a Roma uscivo poco ad ascoltare musica se non per andare a qualche concerto di amici, quasi più come scusa per rivederci che per altro.



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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da blade »

A vicolo del Fico ci ho visto suonare Gazzè e Fabi a inizio carriera. Era un bel posto, c'erano belle vibrazioni lì dentro... difficile ripercorrere una strada simile adesso.


Bob Gray ha scritto:sto a legge che il Cap ha chiesto garanzie tecniche eh asd daje, mo se passa alle clausole! asd
paolo67 ha scritto:Tipo "voglio che Ferretti e Trani restino al Messaggero"

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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da kitarant »

blade... leva il difficile, è impossibile. Il locale erano 180 mq di magia (diviso in 3 salette)... quel posto l'ho visto nascere e a quel posto devo tanto. Oggi è tutto diverso... in primis gli aspiranti artisti.



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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da qixand »

kitarant ha scritto:
venerdì 15 ottobre 2021, 17:58
Ma chi? Fefo Forconi? Non lo sapevo... anche con lui e Marco Cocci ci conoscemmo al Locale, ancora prima che Marco si dedicasse quasi esclusivamente al cinema e si trasferisse a Roma...
Proprio lui. Conosciuto, così come Marco, tramite una amica comune. Cocci mi è stato simpatico a pelle l’unica volta che l’ho visto, Fefo proprio no…


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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da deacon frost »

paz ha scritto:
giovedì 14 ottobre 2021, 12:38
i messaggi positivi, quali?

per tacere del death metal, quelli di ozzy osbourne che mangiò un pipistrello e che è una specie di fantasma da 40 anni per la droga assunta? il "no future" dei sex pistols? la distruttività dell'industrial? il "there she goes" dei the la's (tra l'altro la più bella canzone pop degli anni 80) che parla dell'eroina? "hip hop hooray" dei naughty by nature che mostrano trabnquillamente sciabole nel video di spike lee? i depeche mode che intitolano il disco "violator", cioè stupratore?
così, due cose a caso...

sulla musica suonata e non registrata su pc, mi pare che ci sia un grosso fraintendimento: l'ndiie italiano, piaccia o meno, è tutto suonato - gazzelle, calcutta etc. etc.

neanche a me la trap piace, anzi... però se il punto della discussione sono i "valori positivi", beh la trap davvero diffonde valori SOCIALMENTE positivi: denaro, donne e droga. su cosa si basa la nostra società se non sul sesso, il potere, la droga ricreativa?
Guarda, Ozzy Osbourne fece pure una canzone contro i potenti e la guerra. Tutti gli altri che hai citato non mi interessano. È vero, canzoni sulle droghe ci sono sempre state, ma io ricordo Roger Waters che cantava Pigs; Jimi Hendrix che "profanava" l'inno americano; Jim Morrison, a volte esagerando, provava a rompere con i vecchi schemi sociali; John Lennon, David Bowie... e potrei continuare. Hai parlato del Metal, non considerando gruppi come i Sepultura, i Megadeth o i RATM che parlano di tematiche sociali nei loro testi.
Non parliamo poi della tecnica e in generale della qualità musicale, perché non c'è storia. La Trap è banale, musicalmente mediocre, con testi che un bambino di cinque anni scriverebbe meglio


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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da deacon frost »

porcaccia ha scritto:
giovedì 14 ottobre 2021, 13:28
A me sembra solo che come al solito con il cambiare dei tempi chi è più "vecchio" viva nella nostalgia di un passato in cui era giovane e speranzoso.
Se ci fosse qualcuno vissuto nel primo novecento direbbe che i grandi gruppi rock sono merda rispetto a Verdi, Mascagni e compagnia cantante.
Non amo la trap e la maggior parte delle cose che vanno di moda oggi, ma il mondo cambia, così come cambiano i modi e i mezzi con i quali si comunica.
Ogni cosa va contestualizzata nel tempo; tutti noi , prima o poi, cadiamo nella tentazione del "vecchio trombone".
Non è così, chi apprezza la musica ascolta anche la classica. Io sono un trentenne ma praticamente non ascolto niente della mia generazione perché è di una banalità allucinante. Come me, ci sono tanti altri della mia età o più giovani che non ascoltano la musica odierna o di qualche anno fa. Per carità, non sono un grande ascoltatore di musica classica, anche se apprezzo molto gli archi o il bel suono di un liuto o di una chitarra classica. Come diceva Frank Zappa, è una questione culturale e certa musica è nata senza la facilità di diffusione che c'è oggi: Video, Social, TV, ecc. ecc.

Ps.: Ascoltare cose diverse ti apre la mente. Ovvio, ognuno di noi ha delle preferenze ma credo che sia bello anche spaziare. Chi non vuole ascoltare generi più vecchi lo fa per non essere visto come un alieno, se d'altronde vanno di moda i coattelli di borgata...


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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da porcaccia »

deacon frost ha scritto:
lunedì 18 ottobre 2021, 18:11
Io sono un trentenne ma praticamente non ascolto niente della mia generazione perché è di una banalità allucinante. Come me, ci sono tanti altri della mia età o più giovani che non ascoltano la musica odierna o di qualche anno fa.
Non prendere te stesso come punto di riferimento, il discorso è ampio e diffuso e riguarda tutti quando si comincia a diventare diversamente adulti.


Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.

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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da Jack l'Irlandese »

paz ha scritto:
giovedì 14 ottobre 2021, 20:30
ma il mercato è uguale ovunque: viviamo un sistema omogeneo che richiede le stesse cose e offre cose identiche.
le case discografiche sono multinazionali, xfactor o the voice sono ovunque e tutti/e cantano le stesse cose.

io la musica italiana non la conosco benissimo, mi annoia, ma insomma, iosonouncane, i verdena, il teatro degli orrori, i one dimensional man, i jennifer gentle (che firmarono per la sub pop), gli afterhours, i massimo volume, i giardini di mirò, gli offlaga disco pax, motta, i fine before you came, per non scendere ancora in spazi più spigolosi: i marnero, i laghetto, i lleroy, i chambers

il punto, secondo me, non sta tanto nell'uso di strumenti, visto che per fare musica basta una motosega o un trapano, ma sta nel fatto che non c'è più il supporto materiale (economico) dei dischi, dei cd, che permetteva ai musicisti di poter vivere e quindi di sperimentare. oggi i musicisti fanno dischi per poter andare in tour e quindi tirare su un po' di soldi.

fateci caso, un tempo le band uscivano con un disco all'anno, e di solito erano capolavori: i cure tra il 1979 e il 1989 uscirono con 8 dischi, di cui uno doppio - oggi un gruppo come i radiohead - quindi il massimo assoluto - in 11 anni è uscito con due dischi, e l'ultimo conteneva canzoni perlopiù note.
Però per i Cure parli dei primi 10 anni in cui la band si era formata, i Radiohead fanno il primo album nel 1993, gli ultimi 11 anni sono quelli che vanno dal 2010 al 2021... è come dire: i Rolling Stones da metà anni 60 a metà anni 70 facevano un disco l'anno, tra metà anni 80 e metà anni 90 meno o cmq molti di loro si sono impregnati in avventure soliste o parallele


Comunque grazie per averci fatto vivere una delle cinque serate più importanti della storia della Roma: D. & R. Friedkin, Pinto, Mou (e staff), Pellegrini, Mancini, Cristante, Rui Patricio, Smalling, Ibanez, Kumbulla, Celik, Karsdorp, Spinazzola, Zalewski, Matic, Camara, Bove, Abraham, Dybala, El Shaarawy, Belotti, Volpato, Zaniolo (fino a gennaio), Llorente (da gennaio), Svilar, Wijnaldum

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Re: Ricerca del talento, produzione e consumo della musica

Messaggio da paz »

Jack l'Irlandese ha scritto:
mercoledì 27 ottobre 2021, 2:18
Però per i Cure parli dei primi 10 anni in cui la band si era formata, i Radiohead fanno il primo album nel 1993, gli ultimi 11 anni sono quelli che vanno dal 2010 al 2021... è come dire: i Rolling Stones da metà anni 60 a metà anni 70 facevano un disco l'anno, tra metà anni 80 e metà anni 90 meno o cmq molti di loro si sono impregnati in avventure soliste o parallele
Avrei potuto citare i the national, oppure gli strokes,
È un dato oggettivo che il cambiamento del mercato e anche quello dei supporti, che smaterializzando il prodotto, ha trasformato in una sfida vera e propria la produzione di album
La citazione dei cure faceva riferimento, inoltre, ad un diverso clima musicale, più immediato, in cui il rischio poteva essere assunto senza troppi danni. Oggi sbagli una canzone e finisci nell’abbandono


E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine

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