Desensibilizzazione

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paz
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Re: Desensibilizzazione

Messaggio da paz »

fiume ha scritto:Stavo guardando un video su youtube, quello sulla ragazza italiana investita da quello squilibrato che ha anche ferito decine di persone a Venice.

Tra i commenti, tanti di questo tenore:

- I laughed when I saw the video of that dude running people over. He had the guts to do what none of you idiots could do.

- Nice kill!

- He took GTA to a whole new level. haha

- yhea grand theft auto live where were the hookers to beat up lmao

- Mental illness is an epidemic in this country. I blame it on infant male genital mutilation.
STOP CIRCUMCISION NOW!


Ce ne sono tanti altri, ma non mi va di riportarli.

Spesso i video di tragedie come questa o anche peggiori sono piene di commenti che vogliono essere infamanti, provocatori o spiritosi. Troppi per essere semplice trollaggio.
Quale la causa di questa desensibilizzazione?
ci sono vari aspetti di cui tenere conto.
Primo: tanto maggiore è l'esposizione alla dolore, alla sofferenza, tantopiù l'empatia si dissolve. Il Settecento fu scombussolato da un solo evento: il terremoto di lisbona. Il quale spinse letterati, filosofi, teologi a chiedersi dove fosse dio e che colpa avesse commesso l'umanità per meritare una simile catastrofe. Oggi siamo circondati dall'inferno, e proprio perché siamo bombardati dalle immagini del male (dalla guerra civile in siria e in egitto, fukushima, la palestina, e via discorrendo. questo solo per citare i primi avvenimenti che mi sono passati per il cervello) non riusciamo minimamente a dominare pulsionalmente una gran quantità di dati che riceviamo. più il male è diffuso, meno sappiamo indirizzare la pietà, che così si dissolve.
Secondo: il medium. siamo messi di fronte al dolore da immagini che, nel mostrarcelo nella sua nudità, producono l'effetto di snaturarlo, di rappresentarlo in finzione. pensate alle riprese di guerra in cui i piloti americani colpiscono i i bersagli come se si trovassero in un videogioco. l'immagine di una macchina che va sulla folla, è un'immagine che potremmo associare a Die Hard, per esempio, o a un qualsiasi film d'azione americano. Oppure a un videogioco di quelli in cui il protagonista guida la macchina della mafia e deve scappare. Così, ancora una volta, l'effetto è l'immunizzazione al male, che perde la sua evidenza per trasformarsi in finzione.

Vi è poi l'elemento psicologico, che è comunque un riflesso dei due aspetti citati. A forza di vederlo rappresentato nei videogiochi o nei telefilm o nei film, il male non è più un elemento delle relazioni umane (perché ci sia male e dolore è necessario che vi siano sempre almeno due esseri umani), ma è semplicemente una rappresentazione in cui un altro (il mio ego con un joystick in mano; io che guardo da spettatore un film) commette il male. Si commenta non già la morte di un individuo, ma il filmato che rappresenta la morte di un individuo, in ciò simile a cento film americani.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine

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