Francesco Totti
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Re: Francesco Totti
condoglianze per un dolore immenso.
spero almeno che la morte del papà di Totti, vista la sua importanza, serva a capire che il rispetto delle regole vale una vita e che nessuno è immune dal virus.
spero almeno che la morte del papà di Totti, vista la sua importanza, serva a capire che il rispetto delle regole vale una vita e che nessuno è immune dal virus.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
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Re: Francesco Totti
Un abbraccio forte Francesco
“Giallorossi si diventa,
perché essere Romanisti significa avere tutto e tutti contro
perché ciò non ti affligge ma ti esalta…
perché la scelta implica il coraggio…
perché io malgrado tutto resterò sempre un cuore da Ultras”
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Re: Francesco Totti
Condoglianze alla famiglia Totti.
«Si chiama "profezia dell'armadillo" qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen.»
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Re: Francesco Totti
A pochi giorni dalla scomparsa di papà Enzo, Francesco Totti si racconta a Vanity Fair in un’intervista a tutto tondo. L’ex capitano della Roma ha parlato della sua gioventù, del suo ritiro, del rapporto con Spalletti e del mercato giallorosso. Queste alcune delle sue dichiarazioni:
Totti si racconta
“Non sono egocentrico. Non sono uno a cui piace parlare, che sogna di apparire o che smania per stare davanti alla telecamera come tanti altri. Preferisco fare tre passi indietro, nascondermi, sparire, se è possibile. Perché con me c’era sempre un rischio. A me piace scherzare, essere ironico e sdrammatizzare, ma dietro una battuta c’è spesso la verità. E la verità certe volte era meglio non esprimerla. Dire quello che sapevo, o che pensavo, avrebbe creato problemi. Avrei fatto solo danni: a me stesso e alla società. Preferivo evitare”.
A proposito della sua gioventù
“Soprattutto quando sei giovane, i soldi ti cambiano totalmente la vita. Cominci a pensare in grande e trovare una misura è complesso. Il primo assegno cospicuo lo ricevetti di venerdì: troppo tardi per poterlo cambiare in banca. Lo covammo in famiglia, come un uovo, fino al lunedì mattina”.
Sul primo gol
“Mi sentii come i bambini a cui regalano la pista elettrica delle macchinine. Avevo preparato un’esultanza sotto la sud dove ero stato tante volte a tifare, ma segnai sotto la nord e la dimenticai. Fu un momento di pazzia felice. Andavo a destra e a sinistra, avrei voluto le ali in quel momento”.
Si diceva che nella Roma decidesse campagne acquisti, formazioni, allenatori..
“Tutte cazzate. Non c’è un solo compagno o allenatore tra i tantissimi che ho conosciuto che possa dirmi in faccia: “Hai deciso, hai chiesto, hai preteso”. Camminerò sempre a testa alta perché mi sono allenato sul campo e non ho mai detto “fai giocare questo o fai giocare quello”. Non ho mai chiesto niente, a parte di poter vincere. È vero, volevo. Volevo giocatori forti come Buffon, Thuram e Cannavaro perché non avevo nessuna voglia di fare il bamboccio mentre gli altri festeggiavano. Qual è la colpa? Dov’è?”.
Sul rapporto con Spalletti
“Voglio fare una premessa: l’allenatore sceglie chi mettere in campo in assoluta autonomia. È giustamente padrone delle decisioni e io non mi sono mai permesso di metterle in discussione né di contestarle. Poi c’è un discorso di umanità e lì le cose cambiano. Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Capii in fretta che in quelle condizioni proseguire sarebbe stato impossibile. Così, per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai. Nel calcio si sbaglia, sbagliamo tutti. Diciamo che dovrei capire in che luna sto quel giorno, come mi sveglio, se sono di buon umore”.
Sul suo ritiro
“Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma ho iniziato a considerare l’ipotesi solo nell’ultimo anno. Nella stagione precedente avevo capito che non avrebbero voluto rinnovarmi il contratto: però, poi, ogni volta che subentravo cambiavo le partite e facevo goal. Dopo quella con il Torino, dove entrando a 4 minuti dalla fine ne feci due, me lo rinnovarono a furor di popolo. Mi sarei dovuto ritirare in quella sera perfetta, dopo l’apoteosi, come mi suggerì Ilary e ci pensai anche. Poi dopo una notte insonne decisi di continuare, ma il rapporto con lui purtroppo era già compromesso”.
Totti si racconta
“Non sono egocentrico. Non sono uno a cui piace parlare, che sogna di apparire o che smania per stare davanti alla telecamera come tanti altri. Preferisco fare tre passi indietro, nascondermi, sparire, se è possibile. Perché con me c’era sempre un rischio. A me piace scherzare, essere ironico e sdrammatizzare, ma dietro una battuta c’è spesso la verità. E la verità certe volte era meglio non esprimerla. Dire quello che sapevo, o che pensavo, avrebbe creato problemi. Avrei fatto solo danni: a me stesso e alla società. Preferivo evitare”.
A proposito della sua gioventù
“Soprattutto quando sei giovane, i soldi ti cambiano totalmente la vita. Cominci a pensare in grande e trovare una misura è complesso. Il primo assegno cospicuo lo ricevetti di venerdì: troppo tardi per poterlo cambiare in banca. Lo covammo in famiglia, come un uovo, fino al lunedì mattina”.
Sul primo gol
“Mi sentii come i bambini a cui regalano la pista elettrica delle macchinine. Avevo preparato un’esultanza sotto la sud dove ero stato tante volte a tifare, ma segnai sotto la nord e la dimenticai. Fu un momento di pazzia felice. Andavo a destra e a sinistra, avrei voluto le ali in quel momento”.
Si diceva che nella Roma decidesse campagne acquisti, formazioni, allenatori..
“Tutte cazzate. Non c’è un solo compagno o allenatore tra i tantissimi che ho conosciuto che possa dirmi in faccia: “Hai deciso, hai chiesto, hai preteso”. Camminerò sempre a testa alta perché mi sono allenato sul campo e non ho mai detto “fai giocare questo o fai giocare quello”. Non ho mai chiesto niente, a parte di poter vincere. È vero, volevo. Volevo giocatori forti come Buffon, Thuram e Cannavaro perché non avevo nessuna voglia di fare il bamboccio mentre gli altri festeggiavano. Qual è la colpa? Dov’è?”.
Sul rapporto con Spalletti
“Voglio fare una premessa: l’allenatore sceglie chi mettere in campo in assoluta autonomia. È giustamente padrone delle decisioni e io non mi sono mai permesso di metterle in discussione né di contestarle. Poi c’è un discorso di umanità e lì le cose cambiano. Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Capii in fretta che in quelle condizioni proseguire sarebbe stato impossibile. Così, per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai. Nel calcio si sbaglia, sbagliamo tutti. Diciamo che dovrei capire in che luna sto quel giorno, come mi sveglio, se sono di buon umore”.
Sul suo ritiro
“Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma ho iniziato a considerare l’ipotesi solo nell’ultimo anno. Nella stagione precedente avevo capito che non avrebbero voluto rinnovarmi il contratto: però, poi, ogni volta che subentravo cambiavo le partite e facevo goal. Dopo quella con il Torino, dove entrando a 4 minuti dalla fine ne feci due, me lo rinnovarono a furor di popolo. Mi sarei dovuto ritirare in quella sera perfetta, dopo l’apoteosi, come mi suggerì Ilary e ci pensai anche. Poi dopo una notte insonne decisi di continuare, ma il rapporto con lui purtroppo era già compromesso”.
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Re: Francesco Totti
Due cose molto giuste, per quanto mi ruguarda, soprattutto l'ultima. Avrebbe dovuto farloSul rapporto con Spalletti
“Voglio fare una premessa: l’allenatore sceglie chi mettere in campo in assoluta autonomia. È giustamente padrone delle decisioni e io non mi sono mai permesso di metterle in discussione né di contestarle. Poi c’è un discorso di umanità e lì le cose cambiano. Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Capii in fretta che in quelle condizioni proseguire sarebbe stato impossibile. Così, per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai. Nel calcio si sbaglia, sbagliamo tutti. Diciamo che dovrei capire in che luna sto quel giorno, come mi sveglio, se sono di buon umore”.
Sul suo ritiro
“Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma ho iniziato a considerare l’ipotesi solo nell’ultimo anno. Nella stagione precedente avevo capito che non avrebbero voluto rinnovarmi il contratto: però, poi, ogni volta che subentravo cambiavo le partite e facevo goal. Dopo quella con il Torino, dove entrando a 4 minuti dalla fine ne feci due, me lo rinnovarono a furor di popolo. Mi sarei dovuto ritirare in quella sera perfetta, dopo l’apoteosi, come mi suggerì Ilary e ci pensai anche. Poi dopo una notte insonne decisi di continuare, ma il rapporto con lui purtroppo era già compromesso”.
“Voglio fare una premessa: l’allenatore sceglie chi mettere in campo in assoluta autonomia. È giustamente padrone delle decisioni e io non mi sono mai permesso di metterle in discussione né di contestarle. Poi c’è un discorso di umanità e lì le cose cambiano. Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Capii in fretta che in quelle condizioni proseguire sarebbe stato impossibile. Così, per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai. Nel calcio si sbaglia, sbagliamo tutti. Diciamo che dovrei capire in che luna sto quel giorno, come mi sveglio, se sono di buon umore”.
Sul suo ritiro
“Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma ho iniziato a considerare l’ipotesi solo nell’ultimo anno. Nella stagione precedente avevo capito che non avrebbero voluto rinnovarmi il contratto: però, poi, ogni volta che subentravo cambiavo le partite e facevo goal. Dopo quella con il Torino, dove entrando a 4 minuti dalla fine ne feci due, me lo rinnovarono a furor di popolo. Mi sarei dovuto ritirare in quella sera perfetta, dopo l’apoteosi, come mi suggerì Ilary e ci pensai anche. Poi dopo una notte insonne decisi di continuare, ma il rapporto con lui purtroppo era già compromesso”.
Ahó! Io porto 'na cravatta sola... giallarossa, comaaa Roma!
"Tale decisione è stata presa dal Consiglio di Amministrazione nell’interesse della Società, ricordando che la stessa sarebbe stata la mera utilizzatrice dell’impianto"
"Tale decisione è stata presa dal Consiglio di Amministrazione nell’interesse della Società, ricordando che la stessa sarebbe stata la mera utilizzatrice dell’impianto"
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Re: Francesco Totti
Mah, il fatto che dopo 5 anni a totti chiedano le stesse cose, significa che lui dopo ha fatto pochino. Mi concentrerei su questo più che sul resto.
Chi fa la spia non è figlio di Maria
Claudio_asr ha scritto: ↑martedì 13 febbraio 2024, 12:26Poi se a qualcuno si fanno notare le dissonanze cognitive che applicano a Mourinho e agli altri si risente anche
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Re: Francesco Totti
ma se puoi intervistare Jordan gli chiedi di quando giocava a basket o di quando giocava a baseball?Claudio_asr ha scritto: ↑mercoledì 14 ottobre 2020, 13:56Mah, il fatto che dopo 5 anni a totti chiedano le stesse cose, significa che lui dopo ha fatto pochino. Mi concentrerei su questo più che sul resto.
Comunque grazie per averci fatto vivere una delle cinque serate più importanti della storia della Roma: D. & R. Friedkin, Pinto, Mou (e staff), Pellegrini, Mancini, Cristante, Rui Patricio, Smalling, Ibanez, Kumbulla, Celik, Karsdorp, Spinazzola, Zalewski, Matic, Camara, Bove, Abraham, Dybala, El Shaarawy, Belotti, Volpato, Zaniolo (fino a gennaio), Llorente (da gennaio), Svilar, Wijnaldum
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Re: Francesco Totti
Io credo che i giornalisti facciano domande su quello che interessa leggere ai lettori. Magari una rivista di calcio potrebbe chiedergli che ne pensa di Haas e pagano (due giovani contrattualizzati dalla sua agenzia) o di come ha organizzato la rete di scouting, se è vero che avesse offerto, laast minute, in caso di difficoltà per Smalling Benatia alla Roma, se come e perchè aveva ottenuto la procura per l'Italia da Ruediger e se è vero che lo avesse offerto e a che condizioni a Roma e Milan. E' probabile che ad un lettore di Vanity Fair (o era GQ? Boh...) non interessi tutto questo e che le domande riguardino il periodo in cui lui è diventato famoso. Poi la vera domanda è un'altra per me: un giornalista sportivo farebbe le domande che ho scritto io? O si soffermerebbe ancora sull'addio al calcio? Temo la seconda, e non perchè non esistano altre cose interessanti da chiedergli, ma proprio per pochezza degli intervistatori, e, ovviamente, non parlo di giornalisti di riviste patinate ma di chi dovrebbe occuparsi di sport. Io, ad esempio, un paio di domande sul suo addio gliele farei, ma sono sicuro che non sono quelle trite e ritrite che gli fanno e gli farebbero ogni volta.Claudio_asr ha scritto: ↑mercoledì 14 ottobre 2020, 13:56Mah, il fatto che dopo 5 anni a totti chiedano le stesse cose, significa che lui dopo ha fatto pochino. Mi concentrerei su questo più che sul resto.
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Re: Francesco Totti
Sul primo gol
Fu un momento di pazzia felice. Andavo a destra e a sinistra, avrei voluto le ali in quel momento”.
Che belle le esultanze spontanee, merce rara ormai. Lui stesso si fisso’ con quel dito in bocca
Fu un momento di pazzia felice. Andavo a destra e a sinistra, avrei voluto le ali in quel momento”.
Che belle le esultanze spontanee, merce rara ormai. Lui stesso si fisso’ con quel dito in bocca
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Re: Francesco Totti
Ero in curva sud quella sera .
Successe un macello dopo quella bomba.
è meglio vincere e qualche volta perdere che non vincere e non perdere mai.
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Re: Francesco Totti
Bisogna pure vedere se certe domande le puoi fare ad una determinata persona ...ormai le liste delle domande vengono controllate prima da qualcuno dello staff del personaggio e quelle più difficili/particolari/delicate magari vengono cassate . Capita con tutti i personaggi ormai, sia dal vivo che sulla carta stampata.aldodice26x1 ha scritto: ↑mercoledì 14 ottobre 2020, 15:04Io credo che i giornalisti facciano domande su quello che interessa leggere ai lettori. Magari una rivista di calcio potrebbe chiedergli che ne pensa di Haas e pagano (due giovani contrattualizzati dalla sua agenzia) o di come ha organizzato la rete di scouting, se è vero che avesse offerto, laast minute, in caso di difficoltà per Smalling Benatia alla Roma, se come e perchè aveva ottenuto la procura per l'Italia da Ruediger e se è vero che lo avesse offerto e a che condizioni a Roma e Milan. E' probabile che ad un lettore di Vanity Fair (o era GQ? Boh...) non interessi tutto questo e che le domande riguardino il periodo in cui lui è diventato famoso. Poi la vera domanda è un'altra per me: un giornalista sportivo farebbe le domande che ho scritto io? O si soffermerebbe ancora sull'addio al calcio? Temo la seconda, e non perchè non esistano altre cose interessanti da chiedergli, ma proprio per pochezza degli intervistatori, e, ovviamente, non parlo di giornalisti di riviste patinate ma di chi dovrebbe occuparsi di sport. Io, ad esempio, un paio di domande sul suo addio gliele farei, ma sono sicuro che non sono quelle trite e ritrite che gli fanno e gli farebbero ogni volta.
Bob Gray ha scritto:sto a legge che il Cap ha chiesto garanzie tecniche eh daje, mo se passa alle clausole!
paolo67 ha scritto:Tipo "voglio che Ferretti e Trani restino al Messaggero"
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Re: Francesco Totti
Quali? Quelle sullo scouting? Su Haas e Pagano? Non sono domande imbarazzantiblade ha scritto: ↑mercoledì 14 ottobre 2020, 18:16Bisogna pure vedere se certe domande le puoi fare ad una determinata persona ...ormai le liste delle domande vengono controllate prima da qualcuno dello staff del personaggio e quelle più difficili/particolari/delicate magari vengono cassate . Capita con tutti i personaggi ormai, sia dal vivo che sulla carta stampata.
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