Pagellone stagionale
Inviato: lunedì 30 maggio 2022, 14:49
Stagione finita. Momento di analisi e valutazioni. So già che questa stagione si presta a mille interpretazioni e giudizi diversi. Lo abbiamo vissuto insieme nel corso dell’anno. Prendo io l’iniziativa di aprire l’argomento.
Personalmente ero contrario all’ingaggio di Mourinho. In estrema sintesi la mia valutazione si basava sul fatto che Mourinho non fosse un allenatore capace di dare un gioco vincente alla propria squadra. Un gioco che permetesse di sopperire alle eventuali manchevolezze tecniche dei giocatori con il gioco stesso. In Italia ed all’estero sappiamo tutti chi sono questi allenatori. Non consideravo che Mourinho potesse risultare efficace a meno di non mettergli a disposizione una rosa top. In quel caso il suo carisma e la sua personalità sarebbero stati perfetti per condurli alla vittoria. Ma il primo mercato della Roma si era limitato, per quanto riguarda le eccellenze, al solo Tammy. Il resto roba da mediocrità.
Alla luce di ciò ho pensato però di non dare un giudizio unico ma di raffigurare i do ed i don’t di questa stagione. Quindi evidenziare le luci per chi lo esalta e le ombre per quelli che ritengono che il giudizio totale sulle tre competizioni affrontate sia ben lontano dall’essere trionfale.
Ed inizierò da queste ultime.
1) La Roma di Mourinho, pagato 7,5 milioni, ha conseguito esattamente gli stessi punti di Fonseca (da tutti apertamente e giustamente criticato). Considero il punto tolto a Fonseca alla prima. Identico percorso in termine di vittorie, pareggi e sconfitte. Se analizziamo l’andamento contro le prime 8 abbiamo fatto 15 punti contro i 12 dell’anno scorso, principalmente dovuti ai 6 punti con l’Atalanta.
2) La Roma ha raramente giocato bene, ha raramente saputo impostare il proprio gioco limitandosi nella maggior parte dei casi a giocare di rimessa. Ha rischiato spesso di ottenere anche meno punti grazie a partite riprese negli ultimi minuti. Molto spesso non ha dato l’impressione di essere superiore all’avversario, anche se lo era chiaramente.
3) Rispetto alla Roma di Fonseca ha potuto godere di un Tammy e di uno Zaniolo in più, eppure ha fatto ben 10 goal in meno, a ribadire una Roma poco propositiva e poco brillante. Una delle ragioni per cui sia in campionato che in coppa spesso le partite sono rimaste in bilico sino alla fine.
4) Ha fatto fuori una serie di giocatori dalla rosa che l’anno scorso in qualche modo avevano contribuito al percorso in campionato. Indebolendo la rosa complessiva e ritrovandosi a spremere sempre gli stessi. Gli acquisti di gennaio non hanno cambiato di molto la situazione generale.
5) La vittoria in Conference, pur nella sua importanza, è stata ottenuta contro squadre inferiori o sullo stesso livello, affrontando la competizione come favorita dopo l’uscita del Tottenham. In un ipotetico tabellone tennistico eravamo al numero 1, con tutto quello che ne consegue. Nonostante ciò abbiamo dovuto spesso penare come con il Bodo o con il Vitesse. Inoltre, l’impegno in Conference fa il paio con quello in EL dell’anno scorso, che hanno oggettivamente inciso sulle prestazioni in campionato.
6) In coppa Italia nulla è cambiato. Al primo incontro ostico siamo usciti senza se e senza ma…
Ed ora i plus.
1) In campionato alla Roma è mancato da subito Spinazzola, la cui importanza per l’efficacia del gioco di Fonseca era fondamentale. Per molti era ritenuto il principale schema offensiva della Roma. La Roma ha segnato poco ma ha drammaticamente migliorato le sue performance difensive. Solo 43 goal presi contro i 58 dell’anno scorso. Un miglioramento del 25% circa. Se consideriamo che i risultati si ottengono partendo da una buona difesa, la qualità del lavoro si vede.
2) La Roma ha subito quest’anno un numero incredibile di errori arbitrali. Non si può non valutare che qualche punto in più lo avrebbero garantito.
3) La qualificazione in EL è stata conseguita. Grazie all’abbassamento del livello medio dei competitor, ma è comunque un obiettivo raggiunto (magari a discapito della delusione di chi pensava che Mourinho avrebbe significato accesso alla CL). In questo a ribadire uno step up rispetto all’anno appena terminato.
4) La vittoria in Conference, come qualsiasi altra vittoria in una competizione europea non si può dare mai per scontata. L’imprevisto o l’incidente può essere sempre dietro l’angolo. La Roma li ha avuti ma è stata capace di superarli. E la CL l’ha vinta grazie alla difesa che ha concesso solo 4 goal in 8 partite finali.
5) La Roma è sembrata dimostrare una maggiore coesione e grinta in campo. Non ha condotto ad un miglioramento del risultato finale in campionato, ma rappresenta un elemento importante su cui costruire la Roma di domani.
6) Mourinho è stato capace di scoprire Zalewsky e di farne un perno del suo gioco. Il ragazzo ha ancora molto da apprendere ma possiede enormi margini di miglioramento. Rappresenta certamente un plus da sottolineare.
7) Last but not least, Mourinho, ben sostenuto dalle strategie della società, è stato capace di creare un entusiasmo che non ha eguali in Italia e raramente la Roma ha potuto avvantaggiarsene. Un tale risultato non ha prezzo è può essere prodromico per l’anno che verrà.
8) E concludo con la convinzione che se c’è un allenatore che può ottenere da una proprietà come la Roma determinati giocatori top, questo è Mourinho. Perché senza questi, si torna al punto di partenza di questa disamina.
Personalmente ero contrario all’ingaggio di Mourinho. In estrema sintesi la mia valutazione si basava sul fatto che Mourinho non fosse un allenatore capace di dare un gioco vincente alla propria squadra. Un gioco che permetesse di sopperire alle eventuali manchevolezze tecniche dei giocatori con il gioco stesso. In Italia ed all’estero sappiamo tutti chi sono questi allenatori. Non consideravo che Mourinho potesse risultare efficace a meno di non mettergli a disposizione una rosa top. In quel caso il suo carisma e la sua personalità sarebbero stati perfetti per condurli alla vittoria. Ma il primo mercato della Roma si era limitato, per quanto riguarda le eccellenze, al solo Tammy. Il resto roba da mediocrità.
Alla luce di ciò ho pensato però di non dare un giudizio unico ma di raffigurare i do ed i don’t di questa stagione. Quindi evidenziare le luci per chi lo esalta e le ombre per quelli che ritengono che il giudizio totale sulle tre competizioni affrontate sia ben lontano dall’essere trionfale.
Ed inizierò da queste ultime.
1) La Roma di Mourinho, pagato 7,5 milioni, ha conseguito esattamente gli stessi punti di Fonseca (da tutti apertamente e giustamente criticato). Considero il punto tolto a Fonseca alla prima. Identico percorso in termine di vittorie, pareggi e sconfitte. Se analizziamo l’andamento contro le prime 8 abbiamo fatto 15 punti contro i 12 dell’anno scorso, principalmente dovuti ai 6 punti con l’Atalanta.
2) La Roma ha raramente giocato bene, ha raramente saputo impostare il proprio gioco limitandosi nella maggior parte dei casi a giocare di rimessa. Ha rischiato spesso di ottenere anche meno punti grazie a partite riprese negli ultimi minuti. Molto spesso non ha dato l’impressione di essere superiore all’avversario, anche se lo era chiaramente.
3) Rispetto alla Roma di Fonseca ha potuto godere di un Tammy e di uno Zaniolo in più, eppure ha fatto ben 10 goal in meno, a ribadire una Roma poco propositiva e poco brillante. Una delle ragioni per cui sia in campionato che in coppa spesso le partite sono rimaste in bilico sino alla fine.
4) Ha fatto fuori una serie di giocatori dalla rosa che l’anno scorso in qualche modo avevano contribuito al percorso in campionato. Indebolendo la rosa complessiva e ritrovandosi a spremere sempre gli stessi. Gli acquisti di gennaio non hanno cambiato di molto la situazione generale.
5) La vittoria in Conference, pur nella sua importanza, è stata ottenuta contro squadre inferiori o sullo stesso livello, affrontando la competizione come favorita dopo l’uscita del Tottenham. In un ipotetico tabellone tennistico eravamo al numero 1, con tutto quello che ne consegue. Nonostante ciò abbiamo dovuto spesso penare come con il Bodo o con il Vitesse. Inoltre, l’impegno in Conference fa il paio con quello in EL dell’anno scorso, che hanno oggettivamente inciso sulle prestazioni in campionato.
6) In coppa Italia nulla è cambiato. Al primo incontro ostico siamo usciti senza se e senza ma…
Ed ora i plus.
1) In campionato alla Roma è mancato da subito Spinazzola, la cui importanza per l’efficacia del gioco di Fonseca era fondamentale. Per molti era ritenuto il principale schema offensiva della Roma. La Roma ha segnato poco ma ha drammaticamente migliorato le sue performance difensive. Solo 43 goal presi contro i 58 dell’anno scorso. Un miglioramento del 25% circa. Se consideriamo che i risultati si ottengono partendo da una buona difesa, la qualità del lavoro si vede.
2) La Roma ha subito quest’anno un numero incredibile di errori arbitrali. Non si può non valutare che qualche punto in più lo avrebbero garantito.
3) La qualificazione in EL è stata conseguita. Grazie all’abbassamento del livello medio dei competitor, ma è comunque un obiettivo raggiunto (magari a discapito della delusione di chi pensava che Mourinho avrebbe significato accesso alla CL). In questo a ribadire uno step up rispetto all’anno appena terminato.
4) La vittoria in Conference, come qualsiasi altra vittoria in una competizione europea non si può dare mai per scontata. L’imprevisto o l’incidente può essere sempre dietro l’angolo. La Roma li ha avuti ma è stata capace di superarli. E la CL l’ha vinta grazie alla difesa che ha concesso solo 4 goal in 8 partite finali.
5) La Roma è sembrata dimostrare una maggiore coesione e grinta in campo. Non ha condotto ad un miglioramento del risultato finale in campionato, ma rappresenta un elemento importante su cui costruire la Roma di domani.
6) Mourinho è stato capace di scoprire Zalewsky e di farne un perno del suo gioco. Il ragazzo ha ancora molto da apprendere ma possiede enormi margini di miglioramento. Rappresenta certamente un plus da sottolineare.
7) Last but not least, Mourinho, ben sostenuto dalle strategie della società, è stato capace di creare un entusiasmo che non ha eguali in Italia e raramente la Roma ha potuto avvantaggiarsene. Un tale risultato non ha prezzo è può essere prodromico per l’anno che verrà.
8) E concludo con la convinzione che se c’è un allenatore che può ottenere da una proprietà come la Roma determinati giocatori top, questo è Mourinho. Perché senza questi, si torna al punto di partenza di questa disamina.