Cosa resterà di questi anni dieci?

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siamocosì
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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da siamocosì »

Peró spiegami come mai fino a tutti gli anni 90 le grandi band e i grandi cantanti avevano 30 anni o meno oggi i record di incassi ai concerti (visto che i dischi non si vendono più il metro è quello) li fanno artisti dai 45 in su.


topozzi ha scritto:
venerdì 12 maggio 2023, 0:26
a chi non apprezza Cristante spetterebbe la punizione di avere Zaniolo

sempre al fianco della squadra e in guerra con i profeti di sventura

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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da sessantotto »

qixand ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 16:34

Se degli anni 50 ne ricordiamo tantissimi, dei 60 lo stesso, così dei 70, un po' meno degli '80, pochi dei '90 e fatichi a metterne insieme 10 sopravvissuti ai 2000, di questo ultimo decennio mi chiedo chi ricorderemo ancora tra 10 anni.
non è assolutamente vero

perché in realtà l'impatto di un artista sull'immaginario comune non è dato dalla qualità della sua proposta, bensì dall'aggressività della produzione sul mercato

gli anni '70 e gli anni '80 sono stati il nonplusultra dei discografici che hanno creato personaggi che in realtà non volevano essere tali

Amanda Lear era la modella di una copertina di un album dei Roxy Music ed è finita a fare la disco queen (che le faceva schifo come idea) perché l'unico a incularsela fu Anthony Monn, un produttore tedesco di musica elettronica che la vedeva in quel modo

Sabrina Salerno (sì quella di Boys Boys Boys) voleva fare la cantante country, una specie di Bruce Springsteen all'italiana ed è finita a fare la cantante dance con le tette bòne. L'ha raccontato Claudio Cecchetto, suo produttore, in un'intervista: le disse "bella mia, io devo vende o fai così o non si fa niente"

Den Harrow è stato uno dei massimi successi discografici italiani nel mondo. Ha battuto un anno persino Michael Jackson nelle classifiche tedesche e scandinave. Diceva di essere nato a Boston, di chiamarsi Manuel Curry e fingeva di parlare inglese: in realtà si chiamava Stefano Zandri, fu adocchiato in una discoteca milanese dove lo prendevano in giro perché si vestiva da effeminato da Roberto Turatti, uno che aveva messo su uno studio di registrazione sotto un negozio di sanitari, era nato a Brescia e nei suoi dischi ci metteva solo la faccia: i primi due EP erano cantati da un americano che si chiamava Chuck Roland (che era il cantante di un gruppo disco anni '70 italiano che si chiamava i Passengers), poi gli fu usata la voce di un altro americano di nome Tom Hooker Lee che era anche il proprietario dei jeans Lee

e nessuno si accorgeva di nulla

peraltro lo stesso Michael Jackson diventa tale quando passa sotto l'ala protettiva di Quincey Jones, che fu il vero autore di Thriller e degli altri successi


in verità, oggi come allora, se vuoi fare arte vera e essere come sei, devi sempre autoprodurti come facevano i Pink Floyd da sempre e come oggi è molto più facile

nella musica come nella cinematografia, in cui ci sono sempre meno produttori che mettono becco sui finali dei film e altro e un film comunque riesci a terminarlo

poi magari non trovi la distribuzione e il film ti finisce nel cassetto... ma la produzione la finisci... una volta il 95% dei progetti veniva scartato e spesso interrotto a metà


hai voglia a parlare di qualità


con la candeggina Boston anche la macchia più ostica va via. Basta strofinare con intelligenza e non lasciarsi andare agli istinti basici

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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da qixand »

principe68 ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 19:43
non è assolutamente vero

perché in realtà l'impatto di un artista sull'immaginario comune non è dato dalla qualità della sua proposta, bensì dall'aggressività della produzione sul mercato

gli anni '70 e gli anni '80 sono stati il nonplusultra dei discografici che hanno creato personaggi che in realtà non volevano essere tali

Amanda Lear era la modella di una copertina di un album dei Roxy Music ed è finita a fare la disco queen (che le faceva schifo come idea) perché l'unico a incularsela fu Anthony Monn, un produttore tedesco di musica elettronica che la vedeva in quel modo

Sabrina Salerno (sì quella di Boys Boys Boys) voleva fare la cantante country, una specie di Bruce Springsteen all'italiana ed è finita a fare la cantante dance con le tette bòne. L'ha raccontato Claudio Cecchetto, suo produttore, in un'intervista: le disse "bella mia, io devo vende o fai così o non si fa niente"

Den Harrow è stato uno dei massimi successi discografici italiani nel mondo. Ha battuto un anno persino Michael Jackson nelle classifiche tedesche e scandinave. Diceva di essere nato a Boston, di chiamarsi Manuel Curry e fingeva di parlare inglese: in realtà si chiamava Stefano Zandri, fu adocchiato in una discoteca milanese dove lo prendevano in giro perché si vestiva da effeminato da Roberto Turatti, uno che aveva messo su uno studio di registrazione sotto un negozio di sanitari, era nato a Brescia e nei suoi dischi ci metteva solo la faccia: i primi due EP erano cantati da un americano che si chiamava Chuck Roland (che era il cantante di un gruppo disco anni '70 italiano che si chiamava i Passengers), poi gli fu usata la voce di un altro americano di nome Tom Hooker Lee che era anche il proprietario dei jeans Lee

e nessuno si accorgeva di nulla

peraltro lo stesso Michael Jackson diventa tale quando passa sotto l'ala protettiva di Quincey Jones, che fu il vero autore di Thriller e degli altri successi


in verità, oggi come allora, se vuoi fare arte vera e essere come sei, devi sempre autoprodurti come facevano i Pink Floyd da sempre e come oggi è molto più facile

nella musica come nella cinematografia, in cui ci sono sempre meno produttori che mettono becco sui finali dei film e altro e un film comunque riesci a terminarlo

poi magari non trovi la distribuzione e il film ti finisce nel cassetto... ma la produzione la finisci... una volta il 95% dei progetti veniva scartato e spesso interrotto a metà


hai voglia a parlare di qualità
Tutto sto panegirico per dire che c’era musica di merda anche in passato? E grazie al pene.
Ma non hai risposto al mio quesito: di quelli dell’ultimo decennio quanti saranno ricordati nel 2020?
Tu oggi ricordi persino il trash degli anni ‘80, pensa quelli bravi.

Poi mi sei andato a prendere un caso di band che si autoproduceva contro miliardi di casi di grandi produttori che sgrezzano band già con un potenziale.

Sei il re della supercazzola
Ultima modifica di qixand il sabato 23 novembre 2019, 20:09, modificato 1 volta in totale.


Ahó! Io porto 'na cravatta sola... giallarossa, comaaa Roma!

"Tale decisione è stata presa dal Consiglio di Amministrazione nell’interesse della Società, ricordando che la stessa sarebbe stata la mera utilizzatrice dell’impianto"

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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da sessantotto »

siamocosì ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 16:36
Peró spiegami come mai fino a tutti gli anni 90 le grandi band e i grandi cantanti avevano 30 anni o meno oggi i record di incassi ai concerti (visto che i dischi non si vendono più il metro è quello) li fanno artisti dai 45 in su.
a parte che questa è una tua impressione, peraltro molto italiano-centrica

visto che ad esempio quando ero a Londra (era il 2008) frequentavo un club storico a forma di teatro che si chiamava (e si chiama ancora, credo) Koko dove si esibivano tutte le maggiori band della scena indie-rock inglese (band strepitose) e il club era ogni sera pieno, si doveva fare la fila per entrare

e di situazioni del genere ce ne sono centinaia di migliaia

ad esempio due settimane fa a Roma si sono esibiti un gruppo francese che non conoscevo e che fa musica tipo i Tears For Fears e il posto era pienissimo... e la qualità della musica è molto alta, fatta da ragazzi da 21-22 anni

si moltiplicano gli artisti e le tipologie di serate


è evidente che con tutta questa offerta è difficile trovare il prodotto di larga scala che sia anche avanguardistico come accadeva negli anni '60 e '70

ed è altrettanto evidente che un gruppo come quello francese, che ho subito scaricato per metterlo sull'iPod ed ascoltarlo ogni giorno, non sarà mai quello che sono stati i Pink Floyd o i Velvet Underground all'epoca

perché si parla di epoche in cui c'erano le prime generazioni di giovani intesi proprio come "giovani"

i "giovani" diventano tali grazie ai movimenti giovanili di controcultura che all'epoca si scontravano con società ingessate

oggi la società non è più ingessata e la musica come quella dei Pink Floyd non ha più la carica liberatoria e l'importanza data dall'essere alternativa ad uno standard di normalità


è evidente che non ci sarà mai un'altra Woodstock e questo non vuol dire che non ci siano altre cose belle oggi come ieri... diverse

certo se t'aspetti di vivere nel 2019 come si viveva nel 1969 non è colpa del 2019... è colpa tua


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da qixand »

principe68 ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:08
a parte che questa è una tua impressione, peraltro molto italiano-centrica

visto che ad esempio quando ero a Londra (era il 2008) frequentavo un club storico a forma di teatro che si chiamava (e si chiama ancora, credo) Koko dove si esibivano tutte le maggiori band della scena indie-rock inglese (band strepitose) e il club era ogni sera pieno, si doveva fare la fila per entrare

e di situazioni del genere ce ne sono centinaia di migliaia

ad esempio due settimane fa a Roma si sono esibiti un gruppo francese che non conoscevo e che fa musica tipo i Tears For Fears e il posto era pienissimo... e la qualità della musica è molto alta, fatta da ragazzi da 21-22 anni

si moltiplicano gli artisti e le tipologie di serate


è evidente che con tutta questa offerta è difficile trovare il prodotto di larga scala che sia anche avanguardistico come accadeva negli anni '60 e '70

ed è altrettanto evidente che un gruppo come quello francese, che ho subito scaricato per metterlo sull'iPod ed ascoltarlo ogni giorno, non sarà mai quello che sono stati i Pink Floyd o i Velvet Underground all'epoca

perché si parla di epoche in cui c'erano le prime generazioni di giovani intesi proprio come "giovani"

i "giovani" diventano tali grazie ai movimenti giovanili di controcultura che all'epoca si scontravano con società ingessate

oggi la società non è più ingessata e la musica come quella dei Pink Floyd non ha più la carica liberatoria e l'importanza data dall'essere alternativa ad uno standard di normalità


è evidente che non ci sarà mai un'altra Woodstock e questo non vuol dire che non ci siano altre cose belle oggi come ieri... diverse

certo se t'aspetti di vivere nel 2019 come si viveva nel 1969 non è colpa del 2019... è colpa tua
Mi sa che tu la musica non l’hai mai provata a fare, dici cose che non stanno né in cielo né in terra. Oggi chi si auto produce non va da nessuna parte (ieri poi era quasi impossibile emergere dati i costi) e quando prova a fare il salto di qualità si scontra con un mercato saturo di monnezza che chiede solo altra monnezza. In tutto il mondo spopolano le tribute band nei locali, na roba che se la proponevi 30 anni fa te menevano. In questo panorama far uscire qualcosa di valido è un’impresa, nonostante la facilità di creare una traccia audio e quella di diffonderla nel web.


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da qixand »

Poi dice il nome della band francese e del posto pienissimo, perché a Roma di locali live grandi ce ne sono forse un paio e fanno tutte tribute o quasi.


Ahó! Io porto 'na cravatta sola... giallarossa, comaaa Roma!

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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da il_noumeno »

Loddr16 ha scritto: Vero!

Decennio precedente.


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da sessantotto »

qixand ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:13
Mi sa che tu la musica non l’hai mai provata a fare
non sono un musicista

sono un critico cinematografico


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da siamocosì »

principe68 ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:08
a parte che questa è una tua impressione, peraltro molto italiano-centrica

visto che ad esempio quando ero a Londra (era il 2008) frequentavo un club storico a forma di teatro che si chiamava (e si chiama ancora, credo) Koko dove si esibivano tutte le maggiori band della scena indie-rock inglese (band strepitose) e il club era ogni sera pieno, si doveva fare la fila per entrare

e di situazioni del genere ce ne sono centinaia di migliaia

ad esempio due settimane fa a Roma si sono esibiti un gruppo francese che non conoscevo e che fa musica tipo i Tears For Fears e il posto era pienissimo... e la qualità della musica è molto alta, fatta da ragazzi da 21-22 anni

si moltiplicano gli artisti e le tipologie di serate


è evidente che con tutta questa offerta è difficile trovare il prodotto di larga scala che sia anche avanguardistico come accadeva negli anni '60 e '70

ed è altrettanto evidente che un gruppo come quello francese, che ho subito scaricato per metterlo sull'iPod ed ascoltarlo ogni giorno, non sarà mai quello che sono stati i Pink Floyd o i Velvet Underground all'epoca

perché si parla di epoche in cui c'erano le prime generazioni di giovani intesi proprio come "giovani"

i "giovani" diventano tali grazie ai movimenti giovanili di controcultura che all'epoca si scontravano con società ingessate

oggi la società non è più ingessata e la musica come quella dei Pink Floyd non ha più la carica liberatoria e l'importanza data dall'essere alternativa ad uno standard di normalità


è evidente che non ci sarà mai un'altra Woodstock e questo non vuol dire che non ci siano altre cose belle oggi come ieri... diverse

certo se t'aspetti di vivere nel 2019 come si viveva nel 1969 non è colpa del 2019... è colpa tua
tu mi parli di club io ti parlo di stadi. vasco ligabue ma anche gigi d'alessio riempiono stadi sferaebbasta riempie al massimo un palazzetto jovanotti ha fatto mille date con fiumi di gente e all'estero è lo stesso


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da sessantotto »

siamocosì ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:23
tu mi parli di club io ti parlo di stadi. vasco ligabue ma anche gigi d'alessio riempiono stadi
ma perché, un grande artista deve necessariamente riempire uno stadio?

allora nel 1967 i Pink Floyd non erano dei grandi artisti perché si esibivano nei club di Londra (e peraltro un biglietto strappato di quei live ha un valore di gran lunga maggiore di un concerto degli anni di The Wall)

oppure negli anni '90 i Radiohead non erano grandi artisti perché facevano serate al The Jericho Tavern di Oxford e non a Wembley?

ma che paragoni sono?


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da qixand »

principe68 ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:19
non sono un musicista

sono un critico cinematografico
Me cojoni. Quindi hai trovato facilissimo, in questa epoca, proporre la tua musica?

Comunque sto aspettando il nome della band che ha riempito il locale ed il locale stesso, perchè se stamo a parlà de Monk, o similaria, so buchi di culo che ospitano band che, poracce, viaggiano on budget guadagnando due lire da merch e cd.


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da qixand »

principe68 ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:29
ma perché, un grande artista deve necessariamente riempire uno stadio?

allora nel 1967 i Pink Floyd non erano dei grandi artisti perché si esibivano nei club di Londra (e peraltro un biglietto strappato di quei live ha un valore di gran lunga maggiore di un concerto degli anni di The Wall)

oppure negli anni '90 i Radiohead non erano grandi artisti perché facevano serate al The Jericho Tavern di Oxford e non a Wembley?

ma che paragoni sono?
Stai facendo nomi di mega band che saranno ricordate ancora per decenni. Mi fai un nome di una di oggi che ricorderemo?
Hai la brutta abitudine di ignorare le domande che ti mettono in difficoltà.


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da sessantotto »

qixand ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:33

Comunque sto aspettando il nome della band che ha riempito il locale ed il locale stesso, perchè se stamo a parlà de Monk, o similaria, so buchi di culo che ospitano band che, poracce, viaggiano on budget guadagnando due lire da merch e cd.
no, non è il Monk, comunque è similare ma decisamente più centrale

ma non parlo di poracci o viaggi on budget... parlo di gruppi che per me fanno una musica bella e che è piaciuta nel posto dove era



il gruppo è questo e per me sono molto bravi... il loro LP mi è piaciuto tantissimo nel suo genere


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da sessantotto »

qixand ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:34
Stai facendo nomi di mega band che saranno ricordate ancora per decenni. Mi fai un nome di una di oggi che ricorderemo?
Hai la brutta abitudine di ignorare le domande che ti mettono in difficoltà.
sul fronte rock non so risponderti, visto che la mia cultura rock è legata al classico

anche perché non sono uno da musica rock, sono più uno da musica elettronica e new wave

da quel punto di vista ad esempio David Guetta sarà ricordato, così come sarà ricordata la cantante Sia

di italiani ad esempio i Delta V saranno ricordati (il che non vuol dire che facciano i concerti negli stadi)

mi si dice che Calcutta sia bravo, io non lo so perché non lo seguo


poi che cazzo me ne frega e me di quello che piace alla maggior parte degli stronzi... a me frega di quello che piace a me

e di gruppi che mi piacciono ci sono... poi ripeto che per la musica questi anni non potranno mai essere rivoluzionari come i '60 e i '70

ma allora non ascoltiamo più la musica perché se partiamo che non ci saranno più i Godard o i Truffault di oggi (ma ad esempio come già scritto ci sono i coreani) allora è finito tutto


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Re: Cosa resterà di questi anni dieci?

Messaggio da qixand »

principe68 ha scritto:
sabato 23 novembre 2019, 20:47
sul fronte rock non so risponderti, visto che la mia cultura rock è legata al classico

anche perché non sono uno da musica rock, sono più uno da musica elettronica e new wave

da quel punto di vista ad esempio David Guetta sarà ricordato, così come sarà ricordata la cantante Sia

di italiani ad esempio i Delta V saranno ricordati (il che non vuol dire che facciano i concerti negli stadi)

mi si dice che Calcutta sia bravo, io non lo so perché non lo seguo


poi che cazzo me ne frega e me di quello che piace alla maggior parte degli stronzi... a me frega di quello che piace a me

e di gruppi che mi piacciono ci sono... poi ripeto che per la musica questi anni non potranno mai essere rivoluzionari come i '60 e i '70

ma allora non ascoltiamo più la musica perché se partiamo che non ci saranno più i Godard o i Truffault di oggi (ma ad esempio come già scritto ci sono i coreani) allora è finito tutto
Sia non so chi sia manco ora asd e t’ho fatto pure il
Gioco di parole

Come stai facendo nomi di gente che dimenticheremo in due anni se non è già dimenticata... i Delta V, me cojoni... e non è una questione di fregarsene di quello che piace alla massa, ma il discorso è che nei 70/80/90 alla massa piaceva della musica con la M maiuscola, e anche monnezza, oggi solo monnezza. La musica buona c’è ma è di nicchia. Il punto è proprio questo.


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