Parliamo un po' di preistoria . Facevo la 3 media e non ero mai andato allo stadio, mio padre laziale moderato, non amava i luoghi affollati. Era una bella Roma quella del Barone anche se a fine anno non ebbe un granché di piazzamento. Per me ragazzo scevro da soddisfazioni calcistiche (l'Anglo-Italiano era sembrato la Coppa dei Campioni) era un grande dispiacere non poter andare allo stadio dato che non c'era nessuno che mi portasse. Per fortuna il papà di mio un compagnetto di scuola si mosse a compassione e e finalmente ebbi i battesimo da stadio. Ragazzi che emozione, appuntamento alle ore 9, allora andare all'olimpico impegnava molte ore, sotto casa del mio amico a Largo Laparelli . Dopo un rapido controllo delle cibarie ( panino con casereccio , arancia di ordinanza e bibita ) prendemmo il tranvetto che portava alle ferrovie laziali allora comunemente chiamate "i laziali" . Da li una decente scarpinata sino a piazza dei 500 per prendere il "mezzo" ( come cambia la lingua, oggi nessuno chiama l'autobus il mezzo) che ci avrebbe portato, dopo aver attraversato mezza Roma, a piazza Mancini. Da bravo papà , visto che aveva dei ragazzetti a cui badare, il papà del mio amico decise di andare in curva nord lato Monte Mario ovvero quelli che adesso sono i Distinti ospiti. Ma prima ci fermammo al botteghino della sud per fare il biglietto . Girammo intorno allo stadio in senso orario (allora era possibile farlo in quanto esisteva lo spazio tra la collina di Monte Mario e lo stadio Olimpico) e ci fermammo ai cancelli ancora chiusi della Curva Nord. Considerate che erano circa le 11 e 30 e di regola i cancelli aprivano alle 12. Si arrivava prima perché bisognava essere lestissimi alle aperture a correre per occupare i posti migliori in quanto non numerati per cui più eri vicino al cancello più avevi possibilità di essere tra i primi a scattare .
Così avvenne, appena aperti i cancelli gli " inservienti" ( altro termine desueto) furono sommersi dalla folla di ragazzini e ragazzetti che scappava di corsa ad accaparrarsi " li mejo posti". I grandi qualche decina di metri dietro arrivavano con più calma dato che i giovani erano già li ad occupare i posti. Era una bellissima giornata di sole, almeno io la ricordo così, sul tabellino si parla di cielo coperto però dalle foto si intravedono le ombre dei giocatori: scherzi della memoria. In campo vidi la Roma , quella gajarda quella che attacca e segna !!!! Era l'imprinting che mi porto tuttora , cioè per me la Roma deve sempre attaccare !!!!!!
Della partita ricordo poco, solo che ci furono molti goal ce che vincemmo. In questo sono d'accordo con Baldini, e naturalmente con Coelho, che non è importante la meta quanto il cammino stesso. Qui i miei ricordi sbiadiscono ma a distanza di 38 anni certe immagini sono ancora abbastanza nette ed è bello ricordarle.
Roma 5 Maggio 1974
MARCATORI: 12′ Domenghini (R), 16′ Anastasi (J), 42′ Negrisolo (R), 52′ Anastasi (J), 74′ Prati (R).
ROMA: Conti P., Bertini G., Rocca, Morini G., Santarini, Batistoni, Negrisolo, Domenghini, Prati, Cordova, Spadoni; (12° Ginulfi, 13° Liguori L., 14° Cappellini) – All.: Liedholm.
JUVENTUS: Zoff, Spinosi, Longobucco, Furino, Morini F., Salvadore, Causio, Viola, Anastasi, Capello, Bettega; (12° Vitolo, 13° Altafini, 14° Marchetti G.) – All.: Vycpalek.
ARBITRO: Menicucci di Firenze.
