GASPORT (M. CECCHINI) – Per chi voglia scommettere su cosa farà dall’11 agosto in poi Giancarlo Abete, presidente dimissionario della Figc, vi diamo due indicazioni: [underline]opinionista («cercherò di dare un contributo sull’approfondimento della politica sportiva») e cacciatore di gufi[/underline], quelli che a suo parere aleggiavano sulla sfortunata spedizione dell’Italia al Mondiale. «Ce ne sono tanti, l’elenco sarebbe lungo. [underline]C’è gente che ha rendite di posizione e che non ha mai prodotto un posto di lavoro e risolto un problema[/underline]. Bravi solo a criticare gli altri».
No al commissario Abete appare sereno. «[underline]Ho la coscienza a posto[/underline]. Se mi dicessero che, come si è fatto con Prandelli, due volte su tre in grandi manifestazioni vai sul podio, io ci starei. Dal 1994 succede ogni 6 anni. Sono sempre stato per il rispetto del voto dato dalla base, questo è il principio della democrazia. [underline]Ho una certa ritrosia alle logiche del commissariamento che danno titolarità a soggetti che non hanno un riconoscimento[/underline]. Si rispettino le regole democratiche, c’è una base di un milione e mezzo di tesserati che ha tutto il diritto di scegliersi il proprio presidente. Diffido da culture antidemocratiche poco rispettose della realtà associativa. Il Coni? Tutti sanno che non c’è una condivisione di alcune delle politiche sportive. Ritengo faticoso andare a migliorare la situazione evidenziando solo le criticità e non tenendo conto dei percorsi fatti. Ritengo ci siano problemi più organici che non si risolvono facendo venire meno al mondo del calcio 1/16 di quello che il calcio produce. Allora, [underline]ad esempio, su 99 medaglie d’oro ai Giochi Olimpici di Sochi non ne abbiamo vinta una. L’attenzione deve essere rivolta a tutte le discipline[/underline]. Ci poniamo il problema se 62 milioni dati al calcio siano troppi. Una diminuzione determinerebbe un indebolimento delle istituzioni». Ma sull’argomento [underline]risponde Giovanni Malagò[/underline], numero uno del Coni, durante il suo intervento a «Processo al Mondiale»: [underline]«Abete deve chiedersi se entrare in rotta di collisione con il Coni ha giovato al calcio». E ancora: «È triste quando qualcuno vuole annacquare i propri risultati negativi prendendo a riferimento altre discipline, perché poi è tutto da dimostrare che le Olimpiadi di Sochi abbiano rappresentato un fallimento sportivo»[/underline].
Giancarlo Abete
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Re: Giancarlo Abete
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Re: Giancarlo Abete
qui oltre ad Abete andrebbe azzerata mezza FIGC, tutti ragionano allo stesso modo! è come un normale posto pubblico, si fa carriera per anzianità di servizio!!!
...però "la pirateria uccide il calcio"
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Re: Giancarlo Abete
mo siEr Fomento ha scritto:Vorrei:
La moviola in campo.
Le squadre B.
Nessun limite agli stranieri, senza distinzione tra comunitari e non.
La Juve che va a giocare il campionato francese.
La serie A a 20 squadre.
Laziommerda.
ilmauro ha scritto: quoto, perché tutte le ragazze che ho avuto se so avvicinate loro
RomaTiAmo ha scritto:Perché sei un gran figo
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Re: R: Giancarlo Abete
Mummia per il P D, uomo nuovo per lo sport: amicizia cenciana pensaci tu.neverajoy ha scritto:Comunque anche la serie b ha mille problemi, non pensate che abodi sia d*o.
Veltroni? Siamo su scherzi a parte?
"Dalla conferenza stampa di Garcia le ipotesi sono 2: o che Maicon gioca sicuramente, o che non gioca sicuramente!"
Mimmo Casareccio Ferretti
5 Dicembre 2014
Dopo 5 anni ha centrato una notizia
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Re: Giancarlo Abete
rendiamoci conto
LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA) – L’uomo più diplomatico del calcio italiano, capace con eloquio forbito di dire tutto o niente a seconda delle strategie, stavolta si è fermato, si è sfilato le scarpe, le ha svuotate dei sassolini accumulati in 2646 giorni al vertice della Federcalcio, fin qui ignorati con democristiana diplomazia. [underline]Mentre si congedava, Giancarlo Abete ha piazzato stoccate su ogni bersaglio, privilegiando il grande nemico Giovanni Malagò[/underline]. «Quando si giudica una federazione, vanno sottolineate anche le cose che funzionano, non solo le criticità. E poi, [underline]alle ultime Olimpiadi a Sochi, sono state assegnate 99 medaglie d’oro e l’Italia non è riuscita a conquistarne neanche una. Capisco che è difficile vincere, ma… Ci sono tante discipline che non ottengono risultati, ma hanno meno visibilità e attenzione. Si punta sempre l’indice sul calcio[/underline], che ottiene dallo Stato 1/16 di quello che produce: versa all’erario 1 miliardo e 40 milioni, riceve 62 milioni di contributi e sembra pure che siano troppi…»
È come se Abete, smessi i panni di uomo d’equilibrio, potesse finalmente sfogarsi. [underline]Ora vuole divertirsi in giunta Coni, avrebbe confidato agli amici, e già giovedì al Viminale presenzierà a un vertice sulla sicurezza di fianco a Malagò. In più, Abete conserva la vicepresidenza Uefa[/underline]. «Siamo perfettamente in linea con i tempi, in 40 giorni avremo presidente e ct. Diffido della cultura del commissariamento, è antidemocratica. Io sono ancora lucido e fino all’11 agosto garantirò l’ordinaria amministrazione. Ogni sei anni siamo andati sul podio, 1994, 2000, 2006, 2012, abbiamo violato questo ritmo solo col podio in Confederations Cup, scusateci… Con Prandelli, avremmo firmato per avere un secondo e un terzo posto in tre competizioni, com’è poi stato. Siamo andati al Mondiale con la serenità del contratto rinnovato: in caso contrario, oggi verremmo attaccati per aver portato un ct in scadenza, senza fiducia della Figc. Ho conservato i giornali: dopo la vittoria sull’Inghilterra sembravamo perfetti… ».
Parla di “gufi”, Abete.[underline]«In Italia ci sono persone che non hanno creato in vita loro un posto di lavoro o risolto un problema, ma criticano solo gli altri. Non faccio nomi, l’elenco è lungo, ma le situazioni sono note. Quanto al Coni, non c’è stata condivisione su alcune politiche e sapete che io avevo sostenuto un altro candidato alla presidenza[/underline], è la democrazia. Adesso farò io l’opinionista, esprimerò le mie riflessioni di politica sportiva, spero utili, senza acrimonia. C’è l’amarezza per come si concludono questi 7 anni, ma anche gratitudine per tutte le componenti che mi hanno rinnovato stima e solidarietà. In 25 anni in Figc non ho preso neanche un rimborso spese». Il Consiglio di ieri si era aperto con [underline]un ricordo del tifoso del Napoli Ciro Esposito. «Un processo chiarirà la responsabilità di chi ha sparato. Ho letto tante cose in questi giorni, gira e rigira sembra che il colpevole della sua morte sia io». Un attacco a Roberto Saviano («Trovo scandaloso che Abete si dimetta per i risultati della Nazionale e non per i fatti di Napoli-Fiorentina», aveva detto lo scrittore). Neanche tanto velato. «Io non ho fatto nomi, a voi non manca l’intelligenza per interpretare…»[/underline]