Misteri italiani

Dedé
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Re: Misteri italiani

Messaggio da Dedé »

Su Bologna a mio avviso è impossibile giungere ad una conclusione.
Escluderei manovalanza dei NAR per loro struttura, storia e caratteristiche.
Sul sito di Radioradicale si trovano dibattimenti processuali (spero che la terminologia sia corretta) molto interessanti.
il_noumeno ha scritto:Comunque sceglierei e parlerei di un caso specifico alla volta, altrimenti il rischio è di fare un minestrone.
Quoto.
Ultima modifica di Dedé il dom 9 set 2012, 20:33, modificato 1 volta in totale.
manuel csnt
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Re: Misteri italiani

Messaggio da manuel csnt »

un altro grande mistero è come faccia mario corsi a stare fuori di galera...
IO HO VISTO GIOCÀ TOTTI
9 giugno 2012... io c'ero
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il_noumeno
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Re: Misteri italiani

Messaggio da il_noumeno »

Dedé ha scritto:Su Bologna a mio avviso è impossibile giungere ad una conclusione.
Escluderei manovalanza dei NAR per loro struttura, storia e caratteristiche.
Sul sito di Radioradicale si trovano dibattimenti processuali (spero che la terminologia sia adatta) molto interessanti. Quoto.

Mi dai il link?

Sulla storia di Mambro Fioravanti e la strage di Bologna consiglio il libro di Andrea Colombo (giornalista di sinistra vero garantista, da non confondere con un suo omonimo che scrive su quella m3rd4 di Libero): Una storia nera.

Ecco una sua intervista:



Andrea Colombo
La strage di Bologna
Condannati come esecutori materiali della strage di Bologna, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro hanno sempre negato la responsabilità dell’accaduto pur confessando numerosi altri omicidi. Railibro ne parla con Andrea Colombo, autore del libro “Storia nera. Bologna la verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti”.
di Tullia Fabiani

Un processo dagli indizi forzati, dove “per stabilire l’eventuale responsabilità degli imputati si è partiti dalla certezza a priori di quella colpevolezza” e in funzione di tale visione sono state lette e interpretate le cose. È la “storia nera” di una strage, la “più grave nella storia della Repubblica”: Bologna 2 agosto 1980, ottantacinque morti, più di duecento feriti. E la ricostruzione di una lunga e intricata vicenda giudiziaria. Ma è anche la storia di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, condannati come esecutori materiali della strage e all’epoca a capo dei Nar, i nuclei armati rivoluzionari, la principale organizzazione terroristica di estrema destra. I due ex terroristi hanno confessato numerosi altri omicidi, ma hanno sempre negato responsabilità nella strage. A raccontare fatti e letture, partendo dalle testimonianze dei due protagonisti e da una lunga analisi di testi e documenti è Andrea Colombo, giornalista (il manifesto e Liberazione) e portavoce di Rifondazione comunista al Senato.

D: In questo libro lei ricostruisce la vicenda dei Nar e dei due protagonisti di quel nucleo: come si colloca la loro storia personale e politica negli anni di piombo?

R: Direi che la vicenda dei Nar e in particolare di Mambro e Fioravanti si colloca in una fase, i tardi anni ’70, nella quale anche la cultura della destra estrema era influenzata da quella dell’estrema sinistra. I gruppi neofascisti si ritenevano rivoluzionari, antagonisti rispetto al sistema e cercavano, sia pure con mille ambiguità, contatti e addirittura alleanze con l’estrema sinistra. I Nar, cioè lo spontaneismo armato di estrema destra sono senza dubbio il gruppo che più di ogni altro, a destra, si colloca all’interno di questa cornice e quello che più drasticamente persegue una rottura con il neofascismo precedente, quello sospettato dagli stessi Nar di essere colluso con i servizi segreti, con le trame golpiste e con le stragi. Non a caso Fioravanti si definisce un “figlio del ‘77” e rifiuta, come anche la Mambro, la definizione di “fascista”.

D: Ma ci sono delle differenze sostanziali fra le esperienze eversive di destra, come quella dei Nar, e quelle della sinistra, in particolare delle Br?

R: Le Br erano un gruppo molto organizzato, strutturato e gerarchico. I Nar erano l’esatto opposto, quasi un gruppo di amici e basta, del tutto privi di organizzazione, strutture logistiche, vertici riconosciuti e precisa progettualità politica. Di fatto erano una banda di anarchici di destra più che una vera organizzazione terrorista. Inoltre i terroristi di destra sono sempre stati pochissimi, a fronte di un’area di sinistra ben più vasta. Dunque il fenomeno, per definizione, aveva tutt’altre caratteristiche, quelle appunto della banda, tenuta insieme da rapporti amicali oltre e per certi versi più che politici.

D: Dunque né rivoluzione, né un preciso piano politico: omicidi ed azioni di lotta mossi da altro. Una lotta interna alla destra, ma anche bisogno di visibilità e di affermazione. Lo stesso Fioravanti parla di paranoie, gesti causali. Lei che idea si è fatto? È sbagliato parlare di personaggi esaltati e nichilisti?

R: Da un lato la storia dei Nar si inquadra in quella di una generazione politica segnata dalla violenza e dallo scontro prima fisico poi armato, dall’altro non è comprensibile se non la si inquadra nelle tensioni latenti e nel clima di estrema sospettosità che regnava allora nell’estrema destra. Clima fortemente amplificato dalla dimensione angusta dell’ambiente. Detto questo direi che una componente di esaltazione in casi come questo è indiscutibile.

D: Perché in certi casi sembra più il racconto di una guerra di mafia, un regolamento di conti tra faide, che la storia di un movimento 'politico'?

R: La conseguenza di questa clima di paranoia e diffidenza diffuse, amplificato dalle dimensioni molto ristrette dell’area terrorista di destra portava inevitabilmente una tensione latente molto forte. I mandati d’arresto per la strage di Bologna dell’estate 1980 ebbero come primo effetto il far deflagrare quelle tensioni latenti. La rivalità e la sospettosità reciproca tra i vari gruppi di destra, e in particolare quelle dei Nar nei confronti di Terza posizione, esplosero. I Nar decisero di “ripulire” il loro ambiente da figure che identificavano come ambigue e di fatto cercarono di sterminare l’intero vertice di Terza posizione. La strage di Bologna dunque con la faida assassina nella destra armata c’entra davvero. Ma non, come hanno ritenuto i giudici di Bologna, perché i Nar volessero “chiudere la bocca a qualcuno”, bensì perché i mandati di cattura che colpirono l’intero estremismo di destra romano furono il detonatore destinato a far esplodere una rivalità che esisteva da tempo, quella tra lo “spontaneismo armato” dei Nar e la gerarchia non priva di legami con il vecchio neofascismo dei primi anni ’70 di Terza posizione.

D: La strage di Bologna: il libro ricostruisce la varie fasi, le piste seguite e quelle mai aperte e avanza forti dubbi sulla condanna dei due terroristi. Lei come è arrivato a questa rilettura della lunga vicenda giudiziaria e da quale convinzione è partito?

R: Ho conosciuto Francesca Mambro nei primi anni ’90 e mi è sembrato subito impossibile che la disperazione che dimostrava per l’accusa di strage fosse frutto solo di recita e finzione. Come giornalista del ‘manifesto’ ho iniziato a seguire la vicenda e mi ha colpito subito un secondo elemento: l’assoluzione degli imputati da parte della giuria popolare bolognese nel processo d’appello. La lettura delle carte ha poi reso evidente che a Bologna si era seguito un procedimento logico opposto a quello consueto: invece di partire dagli indizi per stabilire l’eventuale responsabilità degli imputati si è partiti dalla certezza a priori di quella colpevolezza per interpretare, quasi sempre forzando oltre misura ogni logica, i vari indizi.

D: Dalle testimonianze di Mambro e Fioravanti, salvo qualche breve osservazione, non sembra emergere comunque alcuna riflessione sulla vittime e sulla memoria. Che tipo di atteggiamento è stato il loro, hanno mai incontrato i famigliari delle persone uccise?

R: A questa domanda non saprei come rispondere. Riguarda una sfera troppo intima e privata per azzardare ipotesi. La domanda andrebbe fatta a loro.

D: Di recente il figlio di Massimo Sparti, testimone chiave al processo, ha rilasciato dichiarazioni che smentirebbero la testimonianza del padre e proverebbero l'infondatezza delle accuse a Mambro e Fioravanti. Lei che ne pensa di questa testimonianza e delle dichiarazioni politiche che l'hanno seguita.

R: Le dichiarazioni di Stefano Sparti sono solo un’ennesima conferma dell’assoluta non credibilità di quel testimone, smentito dalla moglie, dalla madre e dalla colf prima ancora che dal figlio, caduto in clamorose contraddizioni, scarcerato con diagnosi di tumore terminale e poi sopravvissuto vent’anni. Non credo però che la resistenza, a mio parere incomprensibile, opposta a qualsiasi ipotesi di revisione del processo possa essere superata da una testimonianza come quella di Stefano Sparti..

D: Oggi come guardano i giovani alle esperienze eversive di quel periodo e ai loro protagonisti?

R: Direi che la conoscenza dei fatti di quell’epoca, tra i giovani non politicizzati, è quasi inesistente, come dimostrano puntualmente le inchieste choc in occasione dei vari anniversari delle stragi. Il discorso è diverso per quanto riguarda i giovani più politicizzati, sia di destra che di sinistra. Questi sono certamente molto meglio informati. Il rischio è che si crei una certa “mitologia” della lotta armata, sia nelle aree giovanili estreme di destra che di sinistra.

D: I media e la scuola possono fare prevenzione?

R: Il solo antidoto sarebbe un’informazione onesta, tale cioè da spiegare anche le motivazioni che spinsero parecchi a una scelta folle come la lotta armata e da sottolineare i risultati fallimentari di quella scelta da tutti i punti di vista, da quello politico non meno che da quello etico.

D: Nonostante celebrazioni, pubblicazioni, giorni dedicati, la memoria sembra rimanere contesa. Crede possibile una memoria condivisa di quegli anni? E che cosa possono fare la politica e la classe dirigente in tal senso?

R: Per raggiungere una memoria non dico condivisa ma almeno onesta e imparziale bisognerebbe smettere di usare il passato, e in particolare gli anni ’70, come argomento di facile propaganda per lo scontro politico nel presente. La funzione assegnata alla pena di recupero e non di vendetta per tutti i detenuti, politici e non solo politici, è sancita dalla Costituzione. Le levate di scudi contro gli ex terroristi che lavorano con esponenti politici o con parlamentari (e ce ne sono sia a destra che a sinistra) sono appunto uno dei frutti di un uso puramente propagandistico del passato.


Andrea Colombo
Storia nera.
Bologna la verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti
Cairo Editore, 2007
pp. 366, euro 17, 00
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Re: Misteri italiani

Messaggio da Dedé »

il_noumeno ha scritto:
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Sulla storia di Mambro Fioravanti e la strage di Bologna consiglio il libro di Andrea Colombo (giornalista di sinistra vero garantista, da non confondere con un suo omonimo che scrive su quella m3rd4 di Libero): Una storia nera.

Ecco una sua intervista:



Andrea Colombo
La strage di Bologna
Condannati come esecutori materiali della strage di Bologna, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro hanno sempre negato la responsabilità dell’accaduto pur confessando numerosi altri omicidi. Railibro ne parla con Andrea Colombo, autore del libro “Storia nera. Bologna la verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti”.
di Tullia Fabiani

Un processo dagli indizi forzati, dove “per stabilire l’eventuale responsabilità degli imputati si è partiti dalla certezza a priori di quella colpevolezza” e in funzione di tale visione sono state lette e interpretate le cose. È la “storia nera” di una strage, la “più grave nella storia della Repubblica”: Bologna 2 agosto 1980, ottantacinque morti, più di duecento feriti. E la ricostruzione di una lunga e intricata vicenda giudiziaria. Ma è anche la storia di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, condannati come esecutori materiali della strage e all’epoca a capo dei Nar, i nuclei armati rivoluzionari, la principale organizzazione terroristica di estrema destra. I due ex terroristi hanno confessato numerosi altri omicidi, ma hanno sempre negato responsabilità nella strage. A raccontare fatti e letture, partendo dalle testimonianze dei due protagonisti e da una lunga analisi di testi e documenti è Andrea Colombo, giornalista (il manifesto e Liberazione) e portavoce di Rifondazione comunista al Senato.

D: In questo libro lei ricostruisce la vicenda dei Nar e dei due protagonisti di quel nucleo: come si colloca la loro storia personale e politica negli anni di piombo?

R: Direi che la vicenda dei Nar e in particolare di Mambro e Fioravanti si colloca in una fase, i tardi anni ’70, nella quale anche la cultura della destra estrema era influenzata da quella dell’estrema sinistra. I gruppi neofascisti si ritenevano rivoluzionari, antagonisti rispetto al sistema e cercavano, sia pure con mille ambiguità, contatti e addirittura alleanze con l’estrema sinistra. I Nar, cioè lo spontaneismo armato di estrema destra sono senza dubbio il gruppo che più di ogni altro, a destra, si colloca all’interno di questa cornice e quello che più drasticamente persegue una rottura con il neofascismo precedente, quello sospettato dagli stessi Nar di essere colluso con i servizi segreti, con le trame golpiste e con le stragi. Non a caso Fioravanti si definisce un “figlio del ‘77” e rifiuta, come anche la Mambro, la definizione di “fascista”.

D: Ma ci sono delle differenze sostanziali fra le esperienze eversive di destra, come quella dei Nar, e quelle della sinistra, in particolare delle Br?

R: Le Br erano un gruppo molto organizzato, strutturato e gerarchico. I Nar erano l’esatto opposto, quasi un gruppo di amici e basta, del tutto privi di organizzazione, strutture logistiche, vertici riconosciuti e precisa progettualità politica. Di fatto erano una banda di anarchici di destra più che una vera organizzazione terrorista. Inoltre i terroristi di destra sono sempre stati pochissimi, a fronte di un’area di sinistra ben più vasta. Dunque il fenomeno, per definizione, aveva tutt’altre caratteristiche, quelle appunto della banda, tenuta insieme da rapporti amicali oltre e per certi versi più che politici.

D: Dunque né rivoluzione, né un preciso piano politico: omicidi ed azioni di lotta mossi da altro. Una lotta interna alla destra, ma anche bisogno di visibilità e di affermazione. Lo stesso Fioravanti parla di paranoie, gesti causali. Lei che idea si è fatto? È sbagliato parlare di personaggi esaltati e nichilisti?

R: Da un lato la storia dei Nar si inquadra in quella di una generazione politica segnata dalla violenza e dallo scontro prima fisico poi armato, dall’altro non è comprensibile se non la si inquadra nelle tensioni latenti e nel clima di estrema sospettosità che regnava allora nell’estrema destra. Clima fortemente amplificato dalla dimensione angusta dell’ambiente. Detto questo direi che una componente di esaltazione in casi come questo è indiscutibile.

D: Perché in certi casi sembra più il racconto di una guerra di mafia, un regolamento di conti tra faide, che la storia di un movimento 'politico'?

R: La conseguenza di questa clima di paranoia e diffidenza diffuse, amplificato dalle dimensioni molto ristrette dell’area terrorista di destra portava inevitabilmente una tensione latente molto forte. I mandati d’arresto per la strage di Bologna dell’estate 1980 ebbero come primo effetto il far deflagrare quelle tensioni latenti. La rivalità e la sospettosità reciproca tra i vari gruppi di destra, e in particolare quelle dei Nar nei confronti di Terza posizione, esplosero. I Nar decisero di “ripulire” il loro ambiente da figure che identificavano come ambigue e di fatto cercarono di sterminare l’intero vertice di Terza posizione. La strage di Bologna dunque con la faida assassina nella destra armata c’entra davvero. Ma non, come hanno ritenuto i giudici di Bologna, perché i Nar volessero “chiudere la bocca a qualcuno”, bensì perché i mandati di cattura che colpirono l’intero estremismo di destra romano furono il detonatore destinato a far esplodere una rivalità che esisteva da tempo, quella tra lo “spontaneismo armato” dei Nar e la gerarchia non priva di legami con il vecchio neofascismo dei primi anni ’70 di Terza posizione.

D: La strage di Bologna: il libro ricostruisce la varie fasi, le piste seguite e quelle mai aperte e avanza forti dubbi sulla condanna dei due terroristi. Lei come è arrivato a questa rilettura della lunga vicenda giudiziaria e da quale convinzione è partito?

R: Ho conosciuto Francesca Mambro nei primi anni ’90 e mi è sembrato subito impossibile che la disperazione che dimostrava per l’accusa di strage fosse frutto solo di recita e finzione. Come giornalista del ‘manifesto’ ho iniziato a seguire la vicenda e mi ha colpito subito un secondo elemento: l’assoluzione degli imputati da parte della giuria popolare bolognese nel processo d’appello. La lettura delle carte ha poi reso evidente che a Bologna si era seguito un procedimento logico opposto a quello consueto: invece di partire dagli indizi per stabilire l’eventuale responsabilità degli imputati si è partiti dalla certezza a priori di quella colpevolezza per interpretare, quasi sempre forzando oltre misura ogni logica, i vari indizi.

D: Dalle testimonianze di Mambro e Fioravanti, salvo qualche breve osservazione, non sembra emergere comunque alcuna riflessione sulla vittime e sulla memoria. Che tipo di atteggiamento è stato il loro, hanno mai incontrato i famigliari delle persone uccise?

R: A questa domanda non saprei come rispondere. Riguarda una sfera troppo intima e privata per azzardare ipotesi. La domanda andrebbe fatta a loro.

D: Di recente il figlio di Massimo Sparti, testimone chiave al processo, ha rilasciato dichiarazioni che smentirebbero la testimonianza del padre e proverebbero l'infondatezza delle accuse a Mambro e Fioravanti. Lei che ne pensa di questa testimonianza e delle dichiarazioni politiche che l'hanno seguita.

R: Le dichiarazioni di Stefano Sparti sono solo un’ennesima conferma dell’assoluta non credibilità di quel testimone, smentito dalla moglie, dalla madre e dalla colf prima ancora che dal figlio, caduto in clamorose contraddizioni, scarcerato con diagnosi di tumore terminale e poi sopravvissuto vent’anni. Non credo però che la resistenza, a mio parere incomprensibile, opposta a qualsiasi ipotesi di revisione del processo possa essere superata da una testimonianza come quella di Stefano Sparti..

D: Oggi come guardano i giovani alle esperienze eversive di quel periodo e ai loro protagonisti?

R: Direi che la conoscenza dei fatti di quell’epoca, tra i giovani non politicizzati, è quasi inesistente, come dimostrano puntualmente le inchieste choc in occasione dei vari anniversari delle stragi. Il discorso è diverso per quanto riguarda i giovani più politicizzati, sia di destra che di sinistra. Questi sono certamente molto meglio informati. Il rischio è che si crei una certa “mitologia” della lotta armata, sia nelle aree giovanili estreme di destra che di sinistra.

D: I media e la scuola possono fare prevenzione?

R: Il solo antidoto sarebbe un’informazione onesta, tale cioè da spiegare anche le motivazioni che spinsero parecchi a una scelta folle come la lotta armata e da sottolineare i risultati fallimentari di quella scelta da tutti i punti di vista, da quello politico non meno che da quello etico.

D: Nonostante celebrazioni, pubblicazioni, giorni dedicati, la memoria sembra rimanere contesa. Crede possibile una memoria condivisa di quegli anni? E che cosa possono fare la politica e la classe dirigente in tal senso?

R: Per raggiungere una memoria non dico condivisa ma almeno onesta e imparziale bisognerebbe smettere di usare il passato, e in particolare gli anni ’70, come argomento di facile propaganda per lo scontro politico nel presente. La funzione assegnata alla pena di recupero e non di vendetta per tutti i detenuti, politici e non solo politici, è sancita dalla Costituzione. Le levate di scudi contro gli ex terroristi che lavorano con esponenti politici o con parlamentari (e ce ne sono sia a destra che a sinistra) sono appunto uno dei frutti di un uso puramente propagandistico del passato.


Andrea Colombo
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Bologna la verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti
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Ci vuole un po' di pazienza, perché ogni processo è legato all'altro.
Consiglio di cercare sempre e ovunque dove parlano Mambro, Fioravanti, Soderini e altri dei NAR.. dipende anche dal periodo.
Alcune volte per coprire i loro amici ancora liberi non parlano o non attribuiscono delle azioni a persone specifiche, quindi è importante guardare anche la cronologia.
Qui parla Cristiano, il pentito che a quanto pare era il vero cattivo dei due fratelli...
http://www.radioradicale.it/scheda/3528 ... di-bologna
http://www.radioradicale.it/scheda/3525 ... di-bologna
Qua invece parlano Valerio Fioravanti e Mambro.. 1986 processo Amato, ma forse esce qualcosa anche su Bologna.
http://www.radioradicale.it/scheda/8616 ... ar-appello
Per farsi un'idea sui NAR è importante però capire i loro ragionamenti.. io dopo un po' mi son fatto l'idea che erano poco più di una serie di bande, con microcriminali, violenti fascisti e alcuni ragazzini (avevano tutti fra i 17 e i 23 anni circa) ribelli viziati con il sogno di morire arma in pugno.
Poco a che fare con la politica vera, la destabilizzazione dello Stato o progetti del genere.. quella era una scusa.
Si parla (non ricordo dove) anche della commissione interna fatta da Valerio Fioravanti sulla collaborazione per tentare di smascherare gli stragisti con Calore (ucciso da poco) e Signorelli mi pare; Calore poi si scoprì essere un mitomane, o almeno così racconta Fioravanti.

Edit: per capire quanto poco politici fossero c'è da notare come fra loro vi era Giorgio Vale, un ragazzo di colore odiato da tutto l'ambiente romano, ma da loro difeso strenuamente con la minaccia e facendo temere ritorsioni a chiunque avesse da ridire sul fatto in questione.
Ultima modifica di Dedé il dom 9 set 2012, 21:53, modificato 2 volte in totale.
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Re: Misteri italiani

Messaggio da Dedé »

C'è anche questa... preciso che i due personaggi non mi stanno affatto simpatici né li reputo delle vittime, ma non credo siano responsabili di stragi bensì ""solo"" di una serie di orribili omicidi ed altri reati.
[youtube][/youtube]
[youtube][/youtube]
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Re: Misteri italiani

Messaggio da il_noumeno »

Dedé ha scritto:C'è anche questa... preciso che i due personaggi non mi stanno affatto simpatici né li reputo delle vittime, ma non credo siano responsabili di stragi bensì ""solo"" di una serie di orribili omicidi ed altri reati.
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Concordo con te, il libro che citavo prima va proprio in questa direzione.
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Re: Misteri italiani

Messaggio da pisodinosauro »

un po dura da digerire, bisognerebbe capire cosa significa strage tra l'altro.

Ma comunque...con cosa si comincia?

Ustica?
Bologna?
Moro?

a me Ustica stuzzica molto...
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Re: Misteri italiani

Messaggio da il_noumeno »

Partiamo pure da Ustica...
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Re: Misteri italiani

Messaggio da pisodinosauro »

il_noumeno ha scritto:Partiamo pure da Ustica...
tutti daccordo?

bene si aprino le danze con Ustica..

Noumeno, ovviamnete a te l'onore della introduzione...a reperire pezzi di storia mi sa che sei preparato :D

A proposito, qualcuno ha mai visto l'aereo parzialmente ricostruito a Pratica di Mare? io no...
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Re: Misteri italiani

Messaggio da VincentVega32 »

pisodinosauro ha scritto:un po dura da digerire, bisognerebbe capire cosa significa strage tra l'altro.

Ma comunque...con cosa si comincia?

Ustica?
Bologna?
Moro?

a me Ustica stuzzica molto...

su ustica ho visto recentemente un documentario e mi sono un po' chiuso a leggere le cose... praticamente quel giorno c'erano 2 portaerei nei paraggi: la Clemenceau francese e la Saratoga. Ora la portaerei americana ha diario di bordo e risulta attraccata al porto quella notte.... della portaerei francese invece di quella notte non si trova il diario di bordo.

inoltre gli oblo del dc9 sono rimasti intatti e pertanto viene smontata l'ipotesi di una bomba a bordo, altra teoria portata avanti dato che si sono ritrovate traccie di esplosivo su alcuni sedili vicino alla toilette e alla concomitanza con l'attentato a bologna

si parla pure del ritrovamento di un serbatoio "sganciabile" di un caccia proprio nell'area dove è stato trovato il relitto del DC9... il quale avrebbe potuto colpire "accidentalmente" l'aereo....

cmq la parti più interessanti sono la presenza di un'altro velivolo " non identificato" sulla rotta del dc9 poco prima di perdere le tracce dello stesso, e che la stessa notte precipita sui monti della Sila un Mig libico ma soprattutto la presenza, poco dopo la perdita del dc9 sui radar, di due caccia francesi sul punto dell'impatto



e poi ci sono le conversazioni registrate tra i controllori radar di grosseto che avevano accidentalmente lasciato aperte le linee con ciampino: (da wikipedia)

Alle 20:58 di quella sera, in un dialogo tra due operatori radar a Marsala, nella registrazione si sente uno dei due esclamare:
«... Sta' a vedere che quello mette la freccia e sorpassa!»
e poco dopo anche:
«Quello ha fatto un salto da canguro!»
Alle 22:04 a Grosseto gli operatori radar non si erano accorti che il contatto radio con Ciampino era rimasto aperto e che le loro voci venivano registrate. Nella registrazione si sente:
«... Qui, poi... il governo, quando sono americani...»
e quindi:
«Tu, poi... che cascasse...»
«È esploso in volo!»
Alle 22:05, al centro radar di Ciampino, parlando dell'omologo di Siracusa:
«...Stavano razzolando degli aerei americani... Io stavo pure ipotizzando una collisione in volo.»
ed anche:
«Sì, o... di un'esplosione in volo!»
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Re: Misteri italiani

Messaggio da VincentVega32 »

articolo di un anonimo testimone oculare:

http://nottecriminale.wordpress.com/201 ... e-oculare/
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Re: Misteri italiani

Messaggio da frankolauro »

Io partirei da questo sito qui

http://www.seeninside.net/index.html

Il sito è curato da un ingegnere che fu consulente tecnico per la parte civile (Aldo Davanzali, quindi Itavia)

La spiegazione delle tracce è convincente...l'ho consultato diversi anni fa, ci ho passato diverse ore...
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Re: Misteri italiani

Messaggio da deacon frost »

Dietro Moro e Bologna, credo ci sia la buon vecchia DC, con aggiunta di pressioni estere.......chiedere ad Andreotti, magari nè sa qualcosa!
LoNg LiVe ThE MaD JoY oF BeInG RoMaNisT

:flag3: :flag3: :flag3:

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Re: Misteri italiani

Messaggio da paolo67 »

certe riunioni ad Arezzo....a casa del buon Licio.....
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Re: Misteri italiani

Messaggio da Francescoasr81 »

Molto interessante ma stavolta me ne tiro fori storie che rimarranno nel mistero per sempre o almeno finche qualcuno che sa la verita la tiri fuori e credo che qui si possa dare solo la propria idea sulle varie vicende la mia idea la dico ora e poi tacerò sian nella strage di Bologna che nella storia di Aldo Moro che in Ustica lo stato sa e sapeva tutto ma doveva andare cosi.

Un'altro mistero per me e' il Golpe Borghese tentato in Italia durante la notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970 anche li a mio avviso c'e' tanto mistero ;)

Scusate l'irruzione
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