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Re: Laura Antonelli
si era ritirata a Ladispoli, senza chiedere aiuto a nessuno, campando della sua pensione; non ricordo abbia mai fatto spot, né lamentarsi perché non lavorava più; vorrei avere un giorno anch'io la sua dignità.
Ogni mattina un calciatore della Roma si sveglia e sa che dovrà correre più di Sabatini... o verrà venduto... hungry for money
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Remo Remotti
Un altro pezzo di Roma che se ne va...
[youtube][/youtube]

[youtube][/youtube]
Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.
- faro
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Re: Addio Remo Remotti!
Me ne andavo da quella Roma puttanona, borghese, fascistoide, da quella Roma del “volemose bene e annamo avanti”, da quella Roma delle pizzerie, delle latterie, dei “Sali e Tabacchi”, degli “Erbaggi e Frutta”, quella Roma dei castagnacci, dei maritozzi con la panna, senza panna, dei mostaccioli e caramelle, dei supplì, dei lupini, delle mosciarelle…
Me ne andavo da quella Roma dei pizzicaroli, dei portieri, dei casini, delle approssimazioni, degli imbrogli, degli appuntamenti ai quali non si arriva mai puntuali, dei pagamenti che non vengono effettuati, quella Roma degli uffici postali e dellanagrafe, quella Roma dei funzionari dei ministeri, degli impiegati, dei bancari, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva una raccomandazione…
Me ne andavo da quella Roma dei pisciatoi, dei vespasiani, delle fontanelle, degli ex-voto, della Circolare Destra, della Circolare Sinistra, del Vaticano, delle mille chiese, delle cattedrali fuori le mura, dentro le mura, quella Roma delle suore, dei frati, dei preti, dei gatti…
Me ne andavo da quella Roma degli attici con la vista, la Roma di piazza Bologna, dei Parioli, di via Veneto, di via Gregoriana, quella dannunziana, quella barocca, quella eterna, quella imperiale, quella vecchia, quella stravecchia, quella turistica, quella di giorno, quella di notte, quella dellorchestrina a piazza Esedra, la Roma fascista di Piacentini…
Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Romacaput mundi, del Colosseo, dei Fori Imperiali, di Piazza Venezia, dellAltare della Patria, dell’Università di Roma, quella Roma sempre con il sole estate e inverno quella Roma che è meglio di Milano…
Me ne andavo da quella Roma dove la gente pisciava per le strade, quella Roma fetente, impiegatizia, dei mezzi litri, della coda alla vaccinara, quella Roma dei ricchi bottegai: quella Roma dei Gucci, dei Ianetti, dei Ventrella, dei Bulgari, dei Schostal, delle Sorelle Adamoli, di Carmignani, di Avenia, quella Roma dove non cè lavoro, dove non cè una lira, quella Roma del “core de Roma”…
Me ne andavo da quella Roma del Monte di Pietà, della Banca Commerciale Italiana, di Campo de Fiori, di piazza Navona, di piazza Farnese, quella Roma dei “che chai una sigaretta?”, “imprestami cento lire”, quella Roma del Coni, del Concorso Ippico, quella Roma del Foro che portava e porta ancora il nome di Mussolini, Me ne andavo da quella Roma dimmerda! Mamma Roma:
Addio!
…e poi ce so’ tornato!
Me ne andavo da quella Roma dei pizzicaroli, dei portieri, dei casini, delle approssimazioni, degli imbrogli, degli appuntamenti ai quali non si arriva mai puntuali, dei pagamenti che non vengono effettuati, quella Roma degli uffici postali e dellanagrafe, quella Roma dei funzionari dei ministeri, degli impiegati, dei bancari, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva una raccomandazione…
Me ne andavo da quella Roma dei pisciatoi, dei vespasiani, delle fontanelle, degli ex-voto, della Circolare Destra, della Circolare Sinistra, del Vaticano, delle mille chiese, delle cattedrali fuori le mura, dentro le mura, quella Roma delle suore, dei frati, dei preti, dei gatti…
Me ne andavo da quella Roma degli attici con la vista, la Roma di piazza Bologna, dei Parioli, di via Veneto, di via Gregoriana, quella dannunziana, quella barocca, quella eterna, quella imperiale, quella vecchia, quella stravecchia, quella turistica, quella di giorno, quella di notte, quella dellorchestrina a piazza Esedra, la Roma fascista di Piacentini…
Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Romacaput mundi, del Colosseo, dei Fori Imperiali, di Piazza Venezia, dellAltare della Patria, dell’Università di Roma, quella Roma sempre con il sole estate e inverno quella Roma che è meglio di Milano…
Me ne andavo da quella Roma dove la gente pisciava per le strade, quella Roma fetente, impiegatizia, dei mezzi litri, della coda alla vaccinara, quella Roma dei ricchi bottegai: quella Roma dei Gucci, dei Ianetti, dei Ventrella, dei Bulgari, dei Schostal, delle Sorelle Adamoli, di Carmignani, di Avenia, quella Roma dove non cè lavoro, dove non cè una lira, quella Roma del “core de Roma”…
Me ne andavo da quella Roma del Monte di Pietà, della Banca Commerciale Italiana, di Campo de Fiori, di piazza Navona, di piazza Farnese, quella Roma dei “che chai una sigaretta?”, “imprestami cento lire”, quella Roma del Coni, del Concorso Ippico, quella Roma del Foro che portava e porta ancora il nome di Mussolini, Me ne andavo da quella Roma dimmerda! Mamma Roma:
Addio!
…e poi ce so’ tornato!
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
- sessantotto
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Re: Addio Remo Remotti!
personaggio folkloristico bazzicatore di ambienti tra l'intellettuale e il popolare
lo rispetto molto perché aveva una scrittura davvero innovativa in tutti i suoi lavori
anche se incarnava il tipo di personaggio romano che detesto
RIP
lo rispetto molto perché aveva una scrittura davvero innovativa in tutti i suoi lavori
anche se incarnava il tipo di personaggio romano che detesto
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Don't look back (ooh, a new day is breakin')
It's been too long since I felt this way
I don't mind (ooh, where I get taken)
The road is callin', today is the day
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Re: Addio Remo Remotti!
Nooo, mi dispiace...
- il_noumeno
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Re: Addio Remo Remotti!
Lo conosco solo per Mamma Roma Addio, che e`un piccolo capolavoro.
I ❤
faro
Vedova di delta. Arcinemico di zara.
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Re: Addio Remo Remotti!
noooooooooooooooooooooooooooo, lo conobbi in un bar vicino scuola mia, stava col suo cagnolone e mi regalò il suo CD
RIP mitico
RIP mitico
Daniele De Rossi: "Il solo sentimento più grande dell’orgoglio che provi quando giochi per la Roma è la tristezza che proveresti senza la Roma"
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Re: Laura Antonelli
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Daniele De Rossi: "Il solo sentimento più grande dell’orgoglio che provi quando giochi per la Roma è la tristezza che proveresti senza la Roma"
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Re: Addio Remo Remotti!
R.I.P Remo...
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LA GUERRA DEI VECCHIETTI
Il secolo che abbiamo alle spalle è il Secolo Ventesimo. Un secolo di sangue, di morte, di sudore, di lacrime. Di dolore.
C’è stata la prima guerra mondiale, qualche milione di morti in una cazzata. Prima c’era stata la guerra di Libia. E poi la guerra civile spagnola: tre anni dove gli uomini si sono ammazzati come delle bestie feroci. La guerra d’Africa. E finalmente la seconda guerra mondiale. CINQUANTA MILIONI DI MORTI. Venti milioni solo in Russia. Sei milioni di ebrei: l’olocausto. Hiroshima. CENTOQUARANTA MILA MORTI QUELLA MATTINA. Novantamila morti a Nagasaki. Il giorno che sono sbarcati gli alleati, gli americani in Normandia, il D-DAY. Salvate il soldato Ryan. TREMILA MORTI. LA’, SULLA SPIAGGIA.
Io sono un ex colonnello del Genio. Sono un genio. Mi chiamo Eugenio. Sono a riposo, ma io non mi riposo mai. Io cogito ergo sum. Io penso. E l’altra notte ho pensato. Mi è venuta un’idea geniale che farà di me uno degli uomini più famosi dopo Einstein. Mi daranno il premio Nobel per la pace. Andrò alle Nazioni Unite a esporre il mio piano. Una stronzata. Un uovo di Colombo. Basta con queste guerre dove mandiamo a ammazzare questi giovani a diciotto, vent’anni per arricchire qualche petroliere o qualche banchiere internazionale. D’ora in poi le guerre saranno fatte dai vecchi!
“Quanti anni hai?”
“Settant’anni.”
“Via, sotto le armi!”
Questi vecchi che voi abbandonate nei giardini pubblici, per andarvene in giro per il mondo l’estate assieme a cani, gatti e altri animali d’ora in poi… un calcio nel culo!
TUTTI IN CASERMA! PURE LE VECCHIE! Le vecchie le mettiamo tutte nella Croce Rossa. Ce le leviamo dai coglioni ste vecchiacce, vaffanculo! Vai, via sta vecchia, via nella croce rossa!
“Sparano sulla croce rossa!”
“Non ce ne frega un cazzo!”
E’ nell’ordine delle cose. Andremo negli ospedali, andremo negli ospizi, dappertutto. Tutti i malati terminali: tutti kamikaze!
“Ma io sto male!”
“Evvaffanculo checcenefrega devi morì, e vattelappiànderculo! Quale eutanasia, eutanasia un cazzo.
Che, vuoi fà morì tuo nipote, che c’ha diciotto-vent’anni? Vattelappiànderculo, via!”
E’ meglio morire con un colpo in testa, con una palla in testa, che morire senza palle: dentro a un ospedale lì, intubato come un serpente dopo mesi di sofferenze.
Il signor Marinetti, il futurista, diceva “le guerre sono l’igiene dell’umanità”. Una brutta frase, non m’è mai piaciuta. Ma forse in questo caso potrebbe anche funzionare.
E poi queste guerre al fronte saranno più pacioccone, più bonarie, come devo dì?
Prima linea:
“Spara!”
“E che me sparo? non vedo un cazzo! C’ho le cataratte che sparo?!?!”
“E butteje ‘na bomba a mano!”
“Seee, bonasera! La bomba a mano… c’ho la spalla qua che non la posso move… mavvaffanculo!”
“Ma che fai te sei cacato sotto? C’hai paura?”
“Ma che paura, non c’ho paura! C’ho ottant’anni cazzo, ogni tanto me caco sotto! E che cazzo, non ce lo sapevi?”
“Achtung achtung! Un momento! Fratelli, nemici che famo qua, che stamo a fa? Traduci un po’! Achtung!
Eh..ma che stamo a giocà qua? Semo riusciti a campà fino a ottant’anni e mò s’ammazzamo così come tanti stronzi?
Volemose bene fratelli! Vieqquà famo la pace damme n’bacetto!”
“Hai saputo l’ultima?”
“Che è successo?”
“Hanno preso tre ostaggi italiani”
“Ah poveri ragazzi…”
“Ma quale ragazzi c’hanno ottanta, settanta, novant’anni… non je frega più un cazzo a nessuno!
E poi se questi ce li rimandano indietro, questi ostaggi, noi per togliergli il vizio sai che famo?
Li riportamo all’ospizio!”
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LA GUERRA DEI VECCHIETTI
Il secolo che abbiamo alle spalle è il Secolo Ventesimo. Un secolo di sangue, di morte, di sudore, di lacrime. Di dolore.
C’è stata la prima guerra mondiale, qualche milione di morti in una cazzata. Prima c’era stata la guerra di Libia. E poi la guerra civile spagnola: tre anni dove gli uomini si sono ammazzati come delle bestie feroci. La guerra d’Africa. E finalmente la seconda guerra mondiale. CINQUANTA MILIONI DI MORTI. Venti milioni solo in Russia. Sei milioni di ebrei: l’olocausto. Hiroshima. CENTOQUARANTA MILA MORTI QUELLA MATTINA. Novantamila morti a Nagasaki. Il giorno che sono sbarcati gli alleati, gli americani in Normandia, il D-DAY. Salvate il soldato Ryan. TREMILA MORTI. LA’, SULLA SPIAGGIA.
Io sono un ex colonnello del Genio. Sono un genio. Mi chiamo Eugenio. Sono a riposo, ma io non mi riposo mai. Io cogito ergo sum. Io penso. E l’altra notte ho pensato. Mi è venuta un’idea geniale che farà di me uno degli uomini più famosi dopo Einstein. Mi daranno il premio Nobel per la pace. Andrò alle Nazioni Unite a esporre il mio piano. Una stronzata. Un uovo di Colombo. Basta con queste guerre dove mandiamo a ammazzare questi giovani a diciotto, vent’anni per arricchire qualche petroliere o qualche banchiere internazionale. D’ora in poi le guerre saranno fatte dai vecchi!
“Quanti anni hai?”
“Settant’anni.”
“Via, sotto le armi!”
Questi vecchi che voi abbandonate nei giardini pubblici, per andarvene in giro per il mondo l’estate assieme a cani, gatti e altri animali d’ora in poi… un calcio nel culo!
TUTTI IN CASERMA! PURE LE VECCHIE! Le vecchie le mettiamo tutte nella Croce Rossa. Ce le leviamo dai coglioni ste vecchiacce, vaffanculo! Vai, via sta vecchia, via nella croce rossa!
“Sparano sulla croce rossa!”
“Non ce ne frega un cazzo!”
E’ nell’ordine delle cose. Andremo negli ospedali, andremo negli ospizi, dappertutto. Tutti i malati terminali: tutti kamikaze!
“Ma io sto male!”
“Evvaffanculo checcenefrega devi morì, e vattelappiànderculo! Quale eutanasia, eutanasia un cazzo.
Che, vuoi fà morì tuo nipote, che c’ha diciotto-vent’anni? Vattelappiànderculo, via!”
E’ meglio morire con un colpo in testa, con una palla in testa, che morire senza palle: dentro a un ospedale lì, intubato come un serpente dopo mesi di sofferenze.
Il signor Marinetti, il futurista, diceva “le guerre sono l’igiene dell’umanità”. Una brutta frase, non m’è mai piaciuta. Ma forse in questo caso potrebbe anche funzionare.
E poi queste guerre al fronte saranno più pacioccone, più bonarie, come devo dì?
Prima linea:
“Spara!”
“E che me sparo? non vedo un cazzo! C’ho le cataratte che sparo?!?!”
“E butteje ‘na bomba a mano!”
“Seee, bonasera! La bomba a mano… c’ho la spalla qua che non la posso move… mavvaffanculo!”
“Ma che fai te sei cacato sotto? C’hai paura?”
“Ma che paura, non c’ho paura! C’ho ottant’anni cazzo, ogni tanto me caco sotto! E che cazzo, non ce lo sapevi?”
“Achtung achtung! Un momento! Fratelli, nemici che famo qua, che stamo a fa? Traduci un po’! Achtung!
Eh..ma che stamo a giocà qua? Semo riusciti a campà fino a ottant’anni e mò s’ammazzamo così come tanti stronzi?
Volemose bene fratelli! Vieqquà famo la pace damme n’bacetto!”
“Hai saputo l’ultima?”
“Che è successo?”
“Hanno preso tre ostaggi italiani”
“Ah poveri ragazzi…”
“Ma quale ragazzi c’hanno ottanta, settanta, novant’anni… non je frega più un cazzo a nessuno!
E poi se questi ce li rimandano indietro, questi ostaggi, noi per togliergli il vizio sai che famo?
Li riportamo all’ospizio!”

- ForzaMagica
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Re: Addio Remo Remotti!
Una vecchia Roma che pian piano sta sparendo tutta...ciao Remo
Quando l'orgoglio pensa: – Non posso, dice: – Non voglio. Trilussa