Hall of Fame
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Re: Hall of Fame
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Re: Hall of Fame
Hall of Fame: intervista esclusiva ad Ennio Morricone
05.07.2012
Nasce anche nel segno di Ennio Morricone la Hall of Fame della AS Roma. Classe 1928, un premio Oscar alla carriera vinto nel 2007 e una vita segnata dall’amore per la musica, per Roma e per la Roma, Morricone fa parte della Commissione individuata dal Club per eleggere insieme ai tifosi i primi 11 hall of famers giallorossi.
Il video realizzato per il lancio scorre sulle note di una delle sue composizioni più famose: ‘Estasi dell’Oro’.
“Ci metta la parola ‘giallorosso’ alla fine. Estasi dell’Oro Giallorosso, è proprio il caso di dirlo”.
Un’estasi che per lei, stavolta, comporta qualche difficoltà.
“Scegliere soltanto 11 giocatori è una cosa difficilissima, perché abbiamo avuto formazioni fortissime e perché anche quando non si andava bene c’erano comunque individualità straordinarie che emergevano per talento e classe. Per me, ad esempio, lasciare fuori giocatori come Vincent Candela è stato bruttissimo. A me piaceva molto anche Antonio Carlos Zago, anche se a volte era un po’ fumantino. Ma soprattutto Giacomo Losi, al quale ho preferito Pietro Vierchowod per la stagione che giocò l’anno dello scudetto. Anzi, posso chiedere una cosa?”
Certo.
“Posso mettere Losi centravanti?!”
È stata una scelta dolorosa, ma purtroppo non si può. A volte capita di dover fare scelte difficili. Capitò ad esempio quando la colonna sonora che lei scrisse per ‘Mission’ non vinse un Oscar che secondo il parere comune avrebbe invece meritato.
“Ecco Losi, nel caso delle mie 11 scelte, è come la colonna sonora di ‘Mission’. Avrebbe meritato di più”.
Capita ai calciatori come ai grandi compositori. I suoi preferiti?
“Pierluigi da Palestrina, Claudio Monteverdi, Johann Sebastian Bach, il mio maestro Goffredo Petrassi e Igor Stravinskij”.
La colonna sonora di ‘Mission’ è un intreccio di linguaggi e culture. Un po’ come la Roma, che ha un carattere spiccatamente romano ma nel corso di questi 85 anni ha assunto accenti e cadenze da ogni angolo del mondo.
“In particolar modo sudamericane”.
Già. Più samba e bossa nova, magari sulle movenze di Paulo Roberto Falcao, oppure un tango argentino dettato dalle progressioni frenetiche e imprevedibili di Pedro Manfredini?
“Vede, la Roma è una squadra da sempre con un carattere internazionale ma che sentimentalmente è racchiusa nei propri rioni. E’ una squadra aperta alla gente, al popolo, e comunque ha la capacità di essere internazionale, globale. E per questo lascia molto spazio alla fantasia: devo dire che il samba, o una bella bossa nova, mi piacciono di più. O per lo meno le trovo più adatte ad una squadra brillante, come speriamo possa essere la Roma nella stagione che verrà. La bossa nova è dinamica. Il tango invece è sinuoso, sensuale. Per tornare a Losi: lui aveva un ritmo tutto suo, era unico”.
Lo sport, dal punto di vista musicale, cosa le ha ispirato?
“Sicuramente qualcosa che scrissi per un film, o forse era un documentario di Folco Quilici. Poi scrissi la sigla, utilizzata molto male, per i Mondiali di Argentina ’78. Faceva così…(si ferma e la canticchia al telefono per 30 secondi; nda).
E come andò?
“Male, anche se come vede il motivo di quella marcetta lo ricordo benissimo. Sostanzialmente ero convinto che avrebbero utilizzato il mio arrangiamento nella sua incisione originale per aprire le trasmissioni televisive. Invece andò a finire che le televisioni aprirono sempre riprendendo l’audio da un microfono piazzato tra i tifosi mentre una banda con pochissimi orchestrali eseguiva quello che avevo scritto. Faceva pena”.
Passiamo a ricordi migliori?
“Senza dubbio. Ad esempio ad alcune partite della Roma. Una su tutte un Roma-Juventus 2-1 del 1993, fu quella volta in cui Roberto Baggio e quell’altro attaccante…quello che ora è completamente rasato a zero…”
Gianluca Vialli…
“…proprio lui, Vialli!. Ecco, lui e Baggio sbagliarono un rigore a testa e vincemmo noi. Mi prese un colpo, fu indimenticabile”.
Indimenticabile come il suo primo impatto con la Roma. Ce lo racconta?
“Ma certo, lo ricordo benissimo. Allo stadio ora non vado da tanto, devo dire la verità, mi piace stare a casa. Ho questo schermo grandissimo in cui vedo la testa di Totti enorme. Quando andavamo allo stadio con Sergio Leone ricordo sempre il delirio, il parcheggio, l’entusiasmo della folla ma anche le file. Quanto alla mia prima volta allo stadio, ho un ricordo nitido. Andai a Campo Testaccio con mio padre, ero piccolo. Avevamo un posto in piedi dietro alla porta, ero a pochi metri da Guido Masetti…sì, quel giorno in porta c’era lui mi sembra di ricordare”.
Che partita era?
“Un Roma-Juventus 1-0”.
Sì, 2 ottobre 1938. Masetti in porta e gol-vittoria di Danilo Michelini.
“Ecco. E poi c’è quest’altro episodio: ero piccolo, giocavamo contro il Livorno. Ad un tratto ci fu un po’ di silenzio e un folle ne approfittò iniziando a gridare ‘disossiamoli! disossali…che tanto sò inòccui!’”.
(da asroma.it)
05.07.2012
Nasce anche nel segno di Ennio Morricone la Hall of Fame della AS Roma. Classe 1928, un premio Oscar alla carriera vinto nel 2007 e una vita segnata dall’amore per la musica, per Roma e per la Roma, Morricone fa parte della Commissione individuata dal Club per eleggere insieme ai tifosi i primi 11 hall of famers giallorossi.
Il video realizzato per il lancio scorre sulle note di una delle sue composizioni più famose: ‘Estasi dell’Oro’.
“Ci metta la parola ‘giallorosso’ alla fine. Estasi dell’Oro Giallorosso, è proprio il caso di dirlo”.
Un’estasi che per lei, stavolta, comporta qualche difficoltà.
“Scegliere soltanto 11 giocatori è una cosa difficilissima, perché abbiamo avuto formazioni fortissime e perché anche quando non si andava bene c’erano comunque individualità straordinarie che emergevano per talento e classe. Per me, ad esempio, lasciare fuori giocatori come Vincent Candela è stato bruttissimo. A me piaceva molto anche Antonio Carlos Zago, anche se a volte era un po’ fumantino. Ma soprattutto Giacomo Losi, al quale ho preferito Pietro Vierchowod per la stagione che giocò l’anno dello scudetto. Anzi, posso chiedere una cosa?”
Certo.
“Posso mettere Losi centravanti?!”
È stata una scelta dolorosa, ma purtroppo non si può. A volte capita di dover fare scelte difficili. Capitò ad esempio quando la colonna sonora che lei scrisse per ‘Mission’ non vinse un Oscar che secondo il parere comune avrebbe invece meritato.
“Ecco Losi, nel caso delle mie 11 scelte, è come la colonna sonora di ‘Mission’. Avrebbe meritato di più”.
Capita ai calciatori come ai grandi compositori. I suoi preferiti?
“Pierluigi da Palestrina, Claudio Monteverdi, Johann Sebastian Bach, il mio maestro Goffredo Petrassi e Igor Stravinskij”.
La colonna sonora di ‘Mission’ è un intreccio di linguaggi e culture. Un po’ come la Roma, che ha un carattere spiccatamente romano ma nel corso di questi 85 anni ha assunto accenti e cadenze da ogni angolo del mondo.
“In particolar modo sudamericane”.
Già. Più samba e bossa nova, magari sulle movenze di Paulo Roberto Falcao, oppure un tango argentino dettato dalle progressioni frenetiche e imprevedibili di Pedro Manfredini?
“Vede, la Roma è una squadra da sempre con un carattere internazionale ma che sentimentalmente è racchiusa nei propri rioni. E’ una squadra aperta alla gente, al popolo, e comunque ha la capacità di essere internazionale, globale. E per questo lascia molto spazio alla fantasia: devo dire che il samba, o una bella bossa nova, mi piacciono di più. O per lo meno le trovo più adatte ad una squadra brillante, come speriamo possa essere la Roma nella stagione che verrà. La bossa nova è dinamica. Il tango invece è sinuoso, sensuale. Per tornare a Losi: lui aveva un ritmo tutto suo, era unico”.
Lo sport, dal punto di vista musicale, cosa le ha ispirato?
“Sicuramente qualcosa che scrissi per un film, o forse era un documentario di Folco Quilici. Poi scrissi la sigla, utilizzata molto male, per i Mondiali di Argentina ’78. Faceva così…(si ferma e la canticchia al telefono per 30 secondi; nda).
E come andò?
“Male, anche se come vede il motivo di quella marcetta lo ricordo benissimo. Sostanzialmente ero convinto che avrebbero utilizzato il mio arrangiamento nella sua incisione originale per aprire le trasmissioni televisive. Invece andò a finire che le televisioni aprirono sempre riprendendo l’audio da un microfono piazzato tra i tifosi mentre una banda con pochissimi orchestrali eseguiva quello che avevo scritto. Faceva pena”.
Passiamo a ricordi migliori?
“Senza dubbio. Ad esempio ad alcune partite della Roma. Una su tutte un Roma-Juventus 2-1 del 1993, fu quella volta in cui Roberto Baggio e quell’altro attaccante…quello che ora è completamente rasato a zero…”
Gianluca Vialli…
“…proprio lui, Vialli!. Ecco, lui e Baggio sbagliarono un rigore a testa e vincemmo noi. Mi prese un colpo, fu indimenticabile”.
Indimenticabile come il suo primo impatto con la Roma. Ce lo racconta?
“Ma certo, lo ricordo benissimo. Allo stadio ora non vado da tanto, devo dire la verità, mi piace stare a casa. Ho questo schermo grandissimo in cui vedo la testa di Totti enorme. Quando andavamo allo stadio con Sergio Leone ricordo sempre il delirio, il parcheggio, l’entusiasmo della folla ma anche le file. Quanto alla mia prima volta allo stadio, ho un ricordo nitido. Andai a Campo Testaccio con mio padre, ero piccolo. Avevamo un posto in piedi dietro alla porta, ero a pochi metri da Guido Masetti…sì, quel giorno in porta c’era lui mi sembra di ricordare”.
Che partita era?
“Un Roma-Juventus 1-0”.
Sì, 2 ottobre 1938. Masetti in porta e gol-vittoria di Danilo Michelini.
“Ecco. E poi c’è quest’altro episodio: ero piccolo, giocavamo contro il Livorno. Ad un tratto ci fu un po’ di silenzio e un folle ne approfittò iniziando a gridare ‘disossiamoli! disossali…che tanto sò inòccui!’”.
(da asroma.it)
«Solo l'idea di Strootman ci dà forza» (Walter Sabatini, 11/ 09/ 2014)
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Insomma gli altri hanno Toni Malco, noi il Maestro
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Re: Hall of Fame
trebuchet ha scritto:Insomma gli altri hanno Toni Malco, noi il Maestro
"Del resto mia cara di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore e pensi che ambiente che può venir fuori. Non c'è più morale, Contessa."
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Re: Hall of Fame
L'As Roma, tramite il proprio profilo Facebook, comunica che si è chiusa ieri la votazione dei terzini destri: i tre più votati tra i tifosi sono stati – in ordine alfabetico – Cafu, Attilio Ferraris IV e Christian Panucci. Ricordiamo che dalla combinazione tra il voto dei tifosi e della giuria tecnica si determinerà il risultato finale e che fra poco partirà la votazione dei migliori difensori centrali di destra.
(laroma24.it)
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«Solo l'idea di Strootman ci dà forza» (Walter Sabatini, 11/ 09/ 2014)
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Re: Hall of Fame
Sergio Andreoli, Amos Cardarelli, Giacomo Losi, Aldo Bet e Pietro Vierchowod. Sono questi i cinque candidati al ruolo di difensore centrale di destra per la Classe 2012 della Hall of Fame della A.S. Roma. Nel quadro dei difensori – seguendo le decisioni della Commissione della Hall of Fame – restano ancora da distribuire in altre due cinquine (difensore centrale di sinistra e terzino sinistro) altri 10 calciatori: sono Aldair, Luigi Brunella, Vincent Candela, Amedeo Carboni, Eraldo Monzeglio, Sebastiano Nela, Francesco Rocca, Sergio Santarini, Karl Heinz Schnellinger ed Armando Tre Re. Le votazioni relative ai candidati al ruolo di difensore centrale di destra (maglia numero 5) si chiuderanno domenica 15 luglio. Lunedì 16 luglio si passerà quindi alle votazioni riguardanti il ruolo di difensore centrale di sinistra (maglia numero 6), mentre lunedì 23 sarà il turno dei primi cinque terzini sinistri (maglia numero 3).
(asroma.it)
Votato Losi come difensore centrale di destra
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Votato Losi come difensore centrale di destra
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Re: Hall of Fame
Giacomino Losi
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Re: Hall of Fame
teacher ha scritto:Giacomino Losi
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Re: Hall of Fame
Francescoasr81 ha scritto:
Daniele De Rossi: "Il solo sentimento più grande dell’orgoglio che provi quando giochi per la Roma è la tristezza che proveresti senza la Roma"
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Re: Hall of Fame
Si vota il centrale di sinistra.
Io ho votato Aldair.
Io ho votato Aldair.
scusate ma sono fatto così.principe68 ha scritto:il vero problema di Blandols è che è come quello zio che non è mai cresciuto che ti fa vedere come è bella la Playstation, tu gli chiedi se te la fa provare e lui te risponde "col cazzo"
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Re: Hall of Fame
Aldair senza dubbio,anche se pure Santarini meriterebbe
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Re: Hall of Fame
Poi il 23 luglio si vota il terzino sx, tra Rocca, Nela e Candela è una gran bella lotta.
scusate ma sono fatto così.principe68 ha scritto:il vero problema di Blandols è che è come quello zio che non è mai cresciuto che ti fa vedere come è bella la Playstation, tu gli chiedi se te la fa provare e lui te risponde "col cazzo"