il_noumeno ha scritto: ↑sab 12 ott 2019, 14:38
A parte il fatto che è evidente che i curdi lo prendono in quel posto non solo dai turchi, ma da Siria, Usa (“no friends but mountains”) etc l’articolo è delirante. I turchi sono stati tra i primi finanziatori occulti di Daesh.
Tiè, ecco un articolo di Panorama, non il Manifesto.
https://www.google.it/amp/s/www.panoram ... 3famp=true
“Molti jihadisti dell’ISIS catturati dai curdi nel nord della Siria – quegli stessi curdi che Erdogan oggi sta bombardando senza nessuna distinzione tra milizie e civili – hanno mostrato regolari timbri per l’ingresso e l’uscita dalla Turchia sui loro passaporti e hanno raccontato di essere stati assistiti direttamente dalle autorità turche.
Diversi miliziani del Califfato si sarebbero uniti ai militari turchi che a settembre hanno occupato la città siro-curda di Afrin, e hanno contribuito a operazioni di pulizia etnica. Sempre sotto il colpevole silenzio dell’Europa e della Nato.
Due funzionari dell’intelligence turca, catturati dai guerriglieri curdi nel nord dell’Iraq nel 2017, hanno dato nomi e contatti di una presunta rete di assistenza all’ISIS e ad altri gruppi jijadisti, che sono operativi in Siria e in Iraq. Una rete di assistenza che farebbe capo direttamente al governo turco di Erdogan.
Il supporto all’ISIS da parte del presidente sultano inizia sin da subito. Nel 2016 Wikileaks ha pubblicato un archivio di 58.000 email, che documentano inequivocabilmente il coinvolgimento del genero di Erdogan, Berat Albayrak, nel sostenere il mercato illegale del petrolio dell’ISIS, rubato dai pozzi di Siria e Iraq, e la cui vendita ingrossa le casse del Califfato e permette di acquistare armi e mezzi per continuare la guerra contro gli “infedeli”. Fino alla pubblicazione di quelle mail, il genero di Erdogan aveva sempre negato il suo coinvolgimento nel mercato del petrolio jihadista. Dopo la pubblicazione di Wikileaks tutto è stato messo a tacere. Anche dai media occidentali.
Ma andiamo avanti. La figlia del presidente turco, Sumeyye Erdogan, ha organizzato a Sanliurfa – città nella parte sud orientale della Turchia vicina al confine siriano – un centro medico, che include un ospedale per curare i feriti dell’ISIS. Il Califfato ha evacuato molti miliziani feriti proprio nella città di Sanliurfa, e questi feriti durante i combattimenti con i curdi, sono stati scortati da un cordone di sicurezza dell’esercito turco e non hanno mai passato l’ispezione e i controlli alla frontiera.
Le prove del coinvolgimento diretto, personale e istituzionale di Erdogan nel sostegno agli amici dell’ISIS e ad altri gruppi jihadisti sono tante. Ma Nato e Europa fanno finta di non esserne a conoscenza.
Erdogan secondo diversi osservatori sarebbe il principale sponsor del terrorismo jihadista nella regione, una sorta di padrino per i “fratelli” del Califfato, che in Turchia vengono sostenuti e protetti.”