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Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: mer 14 nov 2012, 20:58
da romolo1988
il_noumeno ha scritto:
Beh si parla di "inflazione": proprio perché vicino alle tesi dei manifestanti lo sapranno meglio di te se è possibile o meno definirlo "tema marginale". A me non sembra... Ed era quello che mi interessava far notare, non i contenuti dell'articolo antiperonisti. Anche perché è una delle parole chiavi delle manifestazioni.
parla di inflazione perchè è il giornale che sta portando avanti di più questa campagna, più dell'opposizione stessa.
Anche perchè questa manifestazione si è svolta anche nel giugno 2012 ed avevano partecipato 30mila persone, non credo che l'inflazione sia aumentata drasticamente in pochi mesi....

Questa mobilitazione c'è stata proprio perchè sta per essere approvata la legge elettorale.

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: mer 14 nov 2012, 21:02
da romolo1988
il_noumeno ha scritto:
Domani cerco di risponderti, ora non posso, buon proseguimento.
Chiudo anch'io, oggi direi che ho scritto abbastanza e non vorrei andare a letto parlando in spagnolo. Alla prossima.
Dedé non te incaxxa ;)

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 10:40
da romolo1988
queste sono le differenze tra manifestazioni contro la crisi economica
[youtube][/youtube]

[youtube][/youtube]

Questo quello che successe nella stessa argentina nel 2001
[youtube][/youtube]

e questo è il cacerolazo argentino di 1 settimana fa
[youtube][/youtube]

Dove vedete disperazione, scontri e violenza?

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 13:19
da Dedé
romolo1988 ha scritto:queste sono le differenze tra manifestazioni contro la crisi economica
[youtube][/youtube]


[youtube][/youtube]

Questo quello che successe nella stessa argentina nel 2001
[youtube][/youtube]

e questo è il cacerolazo argentino di 1 settimana fa
[youtube][/youtube]

Dove vedete disperazione, scontri e violenza?
Ma Romolo, che gli Argentini fossero più disperati nel 2001 non c'è alcun dubbio eh... e nessuno prende certo a modello l'Argentina pre-crisi, né tantomeno l'epoca Menem.
Semplicemente ho fatto notare come il modello argentino di cui molti parlano come modello da seguire stia mostrando tutti i suoi limiti.
E comunque un semplice "Dedé non avevi detto caxxate" sarebbe gradito, visto che grazie al noumeno abbiamo ritrovato anche la cifra di 2 milioni!

Mi dispiace per l'OT!

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 15:51
da romolo1988
Guarda dedè cerchiamo di chiarire definitivamente in modo da chiudere questo discorso e ritornare intopic. Io ti ho fatto semplicemente notare che avevi esagerato nel dire che la protesta era verso le politiche economiche e l’inflazione perchè tutto quel movimento si è riunito principalmente per contestare l’imminente legge elettorale (nelle altre manifestazioni contro l’inflazione le cifre erano sui 30mila).

Riguardo poi le persone che ne hanno partecipato io ti ho solo richiesto la fonte in modo da confrontarla con quella che avevo trovato io. Nulla di più
El pais (riportando fonti della questura) dice che erano 700mila più altre migliaia sparse per altre città del paese (dato riportato da diarioveloz.com), mentre il sito lanoticia1 (riportando i dati degli organizzatori) parla di 2 milioni di persone.

Chi legge può affidarsi alla fonte che vuole (lo dico senza sarcasmo)

Finendo il discorso sull’argentina dico semplicemente che in 10 anni l’argentina è stata portata dal default e dalla povertà assoluta ad essere uno dei paesi con la più alta crescita economica e miglioramento del welfare del mondo.
Aumento del pil, grande diminuzione della povertà e dell’analfabetismo, incremento sensibile dell’occupazione, aumento dei sussidi alle famiglie, nazionalizzazione delle industrie più importanti, costruzione di migliaia di scuole centinaia di ospedali e decine di università, aumento della ricchezza procapite, rimpatrio dei ricercatori dall’estero, nazionalizzazione dei fondi pensionistici,Progetto internet per tutti (con donazione di 2 milioni di computer portatili con internet gratis alle scuole), nazionalizzazione delle aziende aereonautiche, ammortizzamento della crisi mondiale del 2009, realizzazione di gasdotti per le zone isolate del paese, lotta contro la fame con riconoscimento da parte della FAO, ecc. ecc.

L’inflazione va giudicata prendendo in considerazione quanto di buono è stato fatto e quanta crescita ha avuto il paese in questi anni. Non può essere l’unico dato su cui basare il proprio giudizio di un’economia

Riguardo a ieri mi scuso con te per aver alzato i toni e aver esagerato in alcune espressioni ma la discussione mi aveva un po’ infervorato

;)

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 21:38
da sessantotto
Io voglio dire una cosa, senza voler offendere nessuno o la sua mentalità o il suo stile di vita (credo religioso o altro)... anche perché quello che sto per dire va anche contro di me e contro la mia situazione di bamboccione perenne.

La gente se la prende con la politica, con le banche, con le speculazioni, ha paura del mercato, pensa che il welfare dovrebbe proteggere tutti indistintamente, oppure pensa che le tasse siano un furto e che ognuno dovrebbe pensare a sé... la gente se la prende con l'immigrazione che abbassa il tenore di vita, con gli imprenditori che danno la manodopera/manovalanza a rumeni, moldavi e cinesi che per pochi euro farebbero il lavoro di quattro italiani messi insieme.

Ora io sono un prodotto esemplare della crisi economica: 29 anni, disoccupato, laureato dal 2006 con dottorato in America e master di università privata prestigiosa. Un umanista, che sogna di fare il Cinema, che ha esperienze lavorative all'estero e parla correttamente tre lingue straniere.

Vivo da solo, in un appartamento acquistato nel 1960 da mio nonno al prezzo di una Fiat Punto attuale come tanti altri "mattoni" che si sono valutati nel tempo 6 volte tanto il prezzo originario e che oggi costituiscono il benessere del mio nucleo familiare. Sono mantenuto da due famiglie, che pensano che i miei studi dovrebbero a un certo punto pagare, che dovrebbero permettermi di far parte di una fantomatica classe dirigente e quant'altro

credo sia la storia di milioni di ragazzi come me

io soffro questa situazione... è evidente... ma non credo che la mia situazione sia figlia di una politica corrotta o di nepotismi o di raccomandazioni date a altri... e nemmeno mi salterebbe al cervello l'idea (volgarissima, a mio avviso squallida e criminale) che i rumeni o i cinesi mi stiano rubando il lavoro... roba sentita milioni di volte per strada o in metropolitana

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 21:52
da sessantotto
Io credo che la gente non abbia ancora capito che non viviamo più nel XX secolo. L'epoca di certo progresso industriale, l'epoca di lotte armate per strada e rivoluzioni civili (oggi possibili solo in zone scarsamente tecnologizzate come la Cecenia o il Medio Oriente), l'epoca in cui non esisteva internet e andare all'università era veramente l'unico modo per innalzare il proprio livello culturale e avere un rapporto stretto e di vista con docenti e intellettuali in grado di formare una personalità d'eccellenza.

In quasi 20 anni di vita a livelli globali, il web ha cambiato il mondo del lavoro, le nostre relazioni sociali, e alleggerito il divario tra una persona istruita accademicamente e un fai da te della cultura. Anche se non ha avuto come me docenti come Marco Bellocchio o Stefano Rulli o Paolo Mereghetti, qualsiasi persona di qualsiasi parte del mondo potrebbe dirigere film, scrivere sceneggiature o recensioni meglio di me senza investire la folle somma di una retta universitaria privata come la mia famiglia ha provveduto con una certa incoscenza.

Ora io, insieme a molti miei coetanei che hanno scelto di occuparsi di ciò che amavano di più, mi trovo a dovermi reinventare, ripartire da zero, imparare arti manuali o di manodopera per cui un operaio rumeno (educato non su un banco universitario ma dall'università della vita di un paese ex dittatoriale, che gli ha insegnato l'arte del lavoro duro, mal pagato e di quella dell'arrangiarsi) diventa un avversario con cui è veramente difficile competere.

Questo è accaduto perché da quando sono bambino, la mia famiglia mi ha insegnato che lo studio avrebbe pagato immediatamente e che era la cosa più logica e saggia da seguire: in realtà una mentalità da Novecento, che non ha niente a che fare con un futuro dominato dall'esempio cinese, da un insieme di lavori forzati in grado di formare una potenza economica e sociale che possa annientare la concorrenza.

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 22:05
da sessantotto
Il mondo di oggi è un mondo in cui l'uomo è tenuto a diventare veramente un Superuomo: non è sufficiente saper fare una cosa bene, l'uomo del 2000 è quello che fa più cose contemporaneamente. E' quello che non chiama l'idraulico perché il rubinetto se lo ripara da solo e che magari dopo averlo riparato si guarda al computer (scaricato illegalmente) El Topo di Alejandro Jodorowskij

Viviamo in un mondo dominato dalla flessibilità assoluta, dove è normale e forse anche giusto e bello essere precari: dico "bello" in quanto la precarietà e la possibilità di aprirsi a nuove prospettive o possibilità in ogni parte del mondo (anche in Polo Nord) costringerebbe la gente a avere una mentalità più ambiziosa.

Chi è che soffre?

Ovvio, quelli che rispondono allo stile di vita, famiglia, moglie, figli, vita sempre nella stessa città, nello stesso quartiere con l'idea magari di diventare il bastone della vecchiaia dei genitori, per poi veder ricambiato lo sforzo dai propri figli. In pratica la storia della mia famiglia.

E' ovvio che io un figlio non lo farei mai nella mia condizione... non sono tanto stolto come molti ragazzi di 18 anni che ho visto in Russia senza un becco di un quattrino ma osservanti di quella cultura ortodossa per cui fare figli e rinnovare la specie è una cosa sacra da fare come un dogma. E forse proprio per la nostra coscienza nel futuro saremo attorniati prevalentemente di bambini o ragazzi rom, est europei o musulmani e figli di altre culture per cui mettere al mondo un figlio è parte di una lista di cose da fare senza sé e senza ma anche se il risultato porta alla povertà perenne.

Dalla globalizzazione in poi il mondo va avanti a ritmi vorticosi... la gente non riesce a starci appresso. Ma se è così la colpa non è del mondo (come la gente lamenta), ma la colpa è della gente

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 22:16
da sessantotto
Poi per finire, vi dovrei raccontare la storia straordinaria di un mio amico romano, figlio di famiglia benestante, laureato in Archietettura a Valle Giulia... finito a fare il barman in uno squallido e sporchissimo posto vicino Tor Bella Monaca (lui è di Vigna Clara... in tutta Roma non ha trovato nessuno che lo prendesse alla prima esperienza).

Il padrone del bar lo sfruttava a 550 euro al mese e gli faceva pulire i cessi dopo aver fatto i caffè... altro che 110 e lode con tesi scritta New York.

Lui un giorno si licenzia e coi soldi guadagnati (e senza gravare sulle spese della famiglia pur benestante e preoccupata per lui) è andato su Lastminute e ha comprato un biglietto sola andata per Pechino.

La famiglia l'ha preso per pazzo: stava lasciando un padre e una madre che lo amavano, una fidanzata straordinaria (una delle italiane che ho mai invidiato a un amico) e una villetta incantevole in cui viveva da solo come un Papa per andare nella Cina del comunismo e della negazione del benessere.

Tutti implorarono gli amici (compreso me che sapevo cosa significava vivere in un paese straniero) di farlo riflettere.

Oggi, a due anni di distanza, noi amici siamo tutti disoccupati e al palo... lui sta lavorando alla nuova planimetria dell'Aeroporto di Pechino: 5000 euro al mese, casa gratis al centro della città... opportunità di spostamenti in Brasile e Stati Uniti.

E qui avrebbe fatto il barista a vita a Tor Bella... rifletteteci.

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 22:19
da bibiroma
daje un bacio da parte mia.....c'ha du cose grosse come l'obelisco dell'eur.....

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: gio 15 nov 2012, 22:59
da sessantotto
bibiroma ha scritto:daje un bacio da parte mia.....c'ha du cose grosse come l'obelisco dell'eur.....
Sì bibi lui ha avuto pure du palle grosse così

ma obiettivamente questa dovrebbe essere la mentalità di oggi


cioè io voglio fare cinema. So che a Roma i cinema più belli (persino quelli storici che dovevano essere salvaguardati come il Metropolitan) stanno chiudendo. Come caspita posso pretendere di mettermi in un mercato del lavoro già storicamente chiuso (anche nell'era d'oro della Hollywood sul Tevere) ora in pieno tramonto sul punto di morte definitiva?

E so che il paese che sforna più film l'anno è nientepopodimeno che... indovinate?... l'India...

sai quante volte ho detto a mia madre: "a ma', vado in India quattro mesi... vado a vedé se trovo lavoro. Cazzo, so' alunno di un mostro sacro internazionale come Bellocchio, un film lo saprò fa un po' meglio di un regista medio indiano, no?"


Mi madre me guarda così :P :lol: :D

e me dice: "A Valè, ma vaffanculo va... non riesci manco a fa er barista a Roma dove parlano la lingua tua, secondo te vai a fa il regista in India?"

Questa è 'na mentalità diffusa, perdente e anche stupida: perché è evidente che se voglio lavorare nel cinema ho molte più opportunità di farlo in un paese in cui si girano 400000 film l'anno di media, rispetto a uno in cui devi leccare le palle a De Laurentis per avere la fortuna e il privilegio di lavorare nella solita merda di fine anno che rappresenta il 70% degli incassi del cinema nostrano (per lo straordinario pubblico che abbiamo)...

ma la cosa peggiore è che noi siamo i primi a non crederci... mo' che nessuno trova veramente lavoro (a parte quelli dell'IT) i giovani iniziano a sfoderare un po' di attributi per dire "vado a Londra" o "vado a Berlino"... io a Londra c'ho passato l'anno più bello della mia vita, pur dovendomi svegliare alle 4 di mattina a volte e lavorando sodo

però questi quando te lo dicono hanno gli occhi de chi se sta a mette a piagne... de chi te sta per dì "scappo daaaa terra mia"... come quelli che partivano con la valigia con lo spago negli anni '50 (PS. il solito paragone de mi madre quando le dico che me ne vojo annà)

quando ero a Londra ce fosse stato mezzo secondo in cui ho avuto la saudade per l'Italia (manco per la mia amata Roma)

che poi la gente me dovrebbe spiegà perché trovà un lavoro nella periferia dell'altra parte de Roma (periferia tenuta male, fatta male, con le buche, triste e anche pericolosa) è meglio de trovà lavoro a Londra (dove respiri aria nuova, cresci culturalmente, le ragazze so pure più fighe) quando ormai coi voli Low Cost prendi un aereo come se fosse un autobus... e non te vai a imbottiglià nel traffico della Cassia Bis o altre menate...

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: ven 16 nov 2012, 1:36
da Pio
Principe, ho letto con molto interesse quanto hai scritto e condivido in molti casi le tue posizioni. Pero' ti chiedo: perche non te ne sei ancora andato via? non sono asslutamente polemico, e me ne scuso se la mia scelta di parole non sia la piu azzeccata...
sono pero' incuriosito da come hai scritto in maniera molto razionale e distaccata (come spesso fai ;) ) di un disagio della gente, nel quale pero' a quanto pare, rientri anche tu.
Io "nasco" figlio di una scelta di cambiamento, e so cosa (come anche altri qui nel forum) possa aver provato il tuo amico, e come erano le reazioni delle persone a lui vicino.
conversando pero' con diverse persone, anche qui nel forum, ho visto come l'opportunita' di fare un certo cambio non sia sempre possibile, per tantissime ragioni. Chi per famiglia, chi per figli, per amore, o anche per come indichi tu: perche l'italia e' la ns casa... Io stesso so in cuor mio che piu' crescera' mio figlio, piu' diventera' difficile per me spostarmi ancora.
ero quindi curioso di capire cosa e' che ti tiene fermo?

o, e se poi te ne vuoi veramente anda' in india fammelo sape' che ho una vecchia amica che sta li e lavorava presso la camera di commercio italiana ed era molto prsente nella "bollywood scene" ;)

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: ven 16 nov 2012, 3:06
da Zarathustra
romolo1988 ha scritto:queste sono le differenze tra manifestazioni contro la crisi economica
[youtube][/youtube]

[youtube][/youtube]

Questo quello che successe nella stessa argentina nel 2001
[youtube][/youtube]

e questo è il cacerolazo argentino di 1 settimana fa
[youtube][/youtube]

Dove vedete disperazione, scontri e violenza?
si è ovvio che in argentina la situazione fosse diversa, ma se ti vedi gli scontri in grecia non sono poi tanto lontani..anzi. E penso sarà sempre più simile anche qui ( pensa a quelli a roma nel dicembre 2010..erano scontri "tranquilli"?? non mi sembra.

Poi se come metro di confronto metti il video della manifestazione di blocco che saranno stati si e no in 200 hai gioco facile

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: ven 16 nov 2012, 8:54
da romolo1988
Zarathustra ha scritto: si è ovvio che in argentina la situazione fosse diversa, ma se ti vedi gli scontri in grecia non sono poi tanto lontani..anzi. E penso sarà sempre più simile anche qui ( pensa a quelli a roma nel dicembre 2010..erano scontri "tranquilli"?? non mi sembra.

Poi se come metro di confronto metti il video della manifestazione di blocco che saranno stati si e no in 200 hai gioco facile
evidentemente hai frainteso, io facevo notare la differenza tra l'ultimo video e gli altri 3 per dimostrare che in argentina non c'è ne violenza ne disperazione tutto qui

Re: Parliamo della crisi economica

Inviato: ven 16 nov 2012, 9:30
da romolo1988
Principe, pur ritendendo che hai scritto alcune verità non condivido assolutamente quello che hai voluto dire.
Io ti parlo da ragazzo di 24 anni che fa 2 lavori (assistenza computer e cuoco extra in diversi ristoranti ) e che non frequenta l'università perchè sta studiando come un matto la realtà che lo circonda attraverso decine di libri e ore di lettura su internet. Questo perchè ritengo che la conoscenza sia la più grande arma di libertà e il più grande potere che ha una persona.

Detto questo ritengo giustissimo il fatto che la responsabilità della propria condizione di vita nel 90% dei casi sia principalmente di se stessi e che molto spesso si usano alibi veramente idioti (uno di questi è di dare la colpa agli immigrati). E condivido anche il fatto che ormai viviamo in un epoca di globalizzazione e che quindi ci si deve adattare e reinventare. Soprattutto condivido l'importanza di fare un'esperienza all'estero, secondo me "obbligatoria" per una lunga serie di motivi (io ancora non ho fatto questa esperienza pur essendo il mio sogno vivere in canada).

Però ti chiedo siamo tutti uguali? siamo tutti disponibili a lasciare il nostro paese con le nostre famiglie o fidanzate per andare a vivere all'estero? Siamo tutti disposti a lasciar marcire il nostro Paese dopo anni di lotte e di sacrifici umani per far si che le generazioni future potessero avere più diritti? Siamo tutti disposti ad abbandonare le nostre radici culturali e i propri concittadini in difficoltà?
Secondo me non possiamo mandare a puttane un paese abbandonandolo con milioni di persone che soffrono. Con quale coraggio poi parliamo di solidarietà e beneficienza se poi non siamo neanche in grado nel nostro piccolo di dare una mano nel migliorare il nostro paese?

Aggiungo che le possibilità all'estero si trovano pure per il fatto che non tutti si spostano e se ne vanno, se tutti lo facessero non ci sarebbero le stesse opportunita di svolta.

Concludo dicendo che la situazione è sempre direttamente o indirettamente colpa del popolo ma come il popolo ha creato questa situazione il popolo stesso ha il potere di cambiarla.