Politica italiana
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Re: Politica italiana
I referendum sono stati indetti solo per contrastare il governo e questo è il risultato. I primi 4 quesiti non sono da referendum ma da iter legislativo con confronto tra parti sociali, governo e opposizione. Mi dite che interesse può avere un diciottenne che ancora va a scuola o un ottantenne che è in pensione da 30 anni? Non sono quesiti da referendum.
Oltretutto credendo di fare una furbata infilandoci dentro il referendum sulla cittadinanza, secondo me l'unico che aveva senso e che se portato da solo avrebbe sicuramente stimolato la popolazione ad esprimersi, hanno dato il colpo di grazia.
Se la percentuale non cambia drasticamente in queste poche ore rimaste, il fallimento è totale a prescindere dall'affluenza e dalla campagna di astensionismo.
Oltretutto credendo di fare una furbata infilandoci dentro il referendum sulla cittadinanza, secondo me l'unico che aveva senso e che se portato da solo avrebbe sicuramente stimolato la popolazione ad esprimersi, hanno dato il colpo di grazia.
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- antoniocs
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Re: Politica italiana
Perché ti sei messo contro tutte le piccole aziende che hanno boicottato alla grande la consultazione. Aziende che hanno 1 o 2 dipendenti non le puoi trattare come la Fiat dei bei tempi. Andare a dimostrare che un licenziamento è legittimo in questi casi non è semplice e rischi che per aspettare di avere un dossier rilevante intanto ti ha affossato. Poi capisco che è vero che ci possono essere aziende con pochi dipendenti che producono utili milionari e allora sarebbe il caso di non guardare al numero di dipendenti ma ad altri criteri che considerano la forza economica dell'azienda.pasmadferit ha scritto: ↑lun 9 giu 2025, 8:29 Perchè autogol il secondo quesito?
Per me la vera "porcata" è stato inserire il quinto che era il più "divisivo" ed era totalmente fuori contesto rispetto agli altri 4: infatti la destra ha fatto "campagna" solo su quello per affossare il referendum, gli unici che ho sentito fare campagna per 1 si e 4 no sono stati calenda e renzi (![]()
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Re: Politica italiana
il terzo quesito mi dà da pensare, nel mio caso mi capita di dover decidere di cambiare un commerciale (purtroppo, non immagini quanta fatica ci sia dietro), non confermandolo alla scadenza dei primi 12 mesi in cui è a tempo determinato.antoniocs ha scritto: ↑lun 9 giu 2025, 11:09 Perché ti sei messo contro tutte le piccole aziende che hanno boicottato alla grande la consultazione. Aziende che hanno 1 o 2 dipendenti non le puoi trattare come la Fiat dei bei tempi. Andare a dimostrare che un licenziamento è legittimo in questi casi non è semplice e rischi che per aspettare di avere un dossier rilevante intanto ti ha affossato. Poi capisco che è vero che ci possono essere aziende con pochi dipendenti che producono utili milionari e allora sarebbe il caso di non guardare al numero di dipendenti ma ad altri criteri che considerano la forza economica dell'azienda.
E quindi la domanda è: verrebbe accettata come motivazione per il tempo determinato “devo capi’ se è bono?” ?
Perché se non fosse tra le motivazioni possibili voto no.
Ps. Vado a votare alle 14.30, se riesci a rispondermi in tempo voto più consapevole

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Re: Politica italiana
Parliamoci chiaro, il problema è sempre lo stesso:i partiti e le organizzazioni sindacali che hanno promosso il referendum non hanno presa nella società civile. Senza considerare che stiamo andando a votare per abrogare qualcosa che fondamentalmente hanno introdotto loro stessi quando stavano al governo (parlo ovviamente solo del jobs act)
Non sono più credibili
Poi c'è un tema più profondo ed è il tema dell'astensionismo, che dovrebbe indurre tutti ad una riflessione profonda sul fatto se la democrazia sia ancora lo strumento maggiormente rappresentativo della volontà popolare.
Perchè se a votare ci va un italiano su due, così non è
E non è solo sfiducia nelle istituzioni per me, c'è proprio un tema di rappresentanza
Non sono più credibili
Poi c'è un tema più profondo ed è il tema dell'astensionismo, che dovrebbe indurre tutti ad una riflessione profonda sul fatto se la democrazia sia ancora lo strumento maggiormente rappresentativo della volontà popolare.
Perchè se a votare ci va un italiano su due, così non è
E non è solo sfiducia nelle istituzioni per me, c'è proprio un tema di rappresentanza
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Re: Politica italiana
Penso non basti il semplice "cambio". Ma onestamente penso per 12 mesi non sia complicato trovare una motivazione, penso sia più complicato per i rinnovi.21008 ha scritto: ↑lun 9 giu 2025, 12:40 il terzo quesito mi dà da pensare, nel mio caso mi capita di dover decidere di cambiare un commerciale (purtroppo, non immagini quanta fatica ci sia dietro), non confermandolo alla scadenza dei primi 12 mesi in cui è a tempo determinato.
E quindi la domanda è: verrebbe accettata come motivazione per il tempo determinato “devo capi’ se è bono?” ?
Perché se non fosse tra le motivazioni possibili voto no.
Ps. Vado a votare alle 14.30, se riesci a rispondermi in tempo voto più consapevole![]()
Comunque puoi anche non prendere la 3 e votare le altre.
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Re: Politica italiana
Le parole di Marco Rizzo sui Referendum del 8-9 Giugno
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Re: Politica italiana
Anto’ puntavo su di te per avere un’idea chiara, non ci stanno più i punti di riferimento di una volta!
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Re: Politica italiana
Mi spiegate come una società civile possa accettare tutto questo come la norma?
https://www.corriere.it/economia/tasse/ ... 8xlk.shtml
Ecco l’elenco delle categorie che presentano i voti peggiori in termini di affidabilità fiscale. I calcoli dei famigerati indici Isa, che testimoniano l’aderenza tra stili vita e fatturato presunto o reale delle partite Iva
Chiamiamola la mappa dell’evasione. Esplicitando le categorie più a rischio. Le professioni e i mestieri che presentano i voti peggiori in termini di affidabilità fiscale. I famigerati indici «Isa», che testimoniano l’aderenza tra stili di vita e fatturato presunto o reale. Secondo i dati, appena pubblicati, dal Dipartimento Finanze del ministero del Tesoro e pubblicati in un approfondimento del Fatto Quotidiano, possiamo tracciare un quadro finanche sociologico del Paese. Per capire chi paga o meno, evitando (o meno) di rompere il patto sociale che ci lega tutti, gli uni agli altri. Questi dati ci dono che i titolari di ristoranti e bar presentano redditi medi bassissimi: poco più di 15 mila euro. I locali più piccoli risultano in perdita: difficile capire perché restino aperti se è davvero quello il livello del loro fatturato. C’è un divario rispetto alle attività con pagelle brillanti, che guadagnano circa 63 mila euro.
Gli inaffidabili
Registra il Sole 24 Ore che anche il comparto dei bar e gelaterie presenta un’ampia categoria di inaffidabili, il 56% dei contribuenti. Le discoteche, la categoria che tiene insieme locali notturni e scuole di danza, conquista il secondo posto in classifica con un 77% di potenziali evasori. Tra loro e quelli che il Fisco promuove in quanto «congrui» c’è un divario di 83 mila euro di reddito mancante, come scrive il Fatto.
Nel commercio al dettaglio, la propensione al nero non è uguale per tutti. Dalla parte dei «cattivi» ci sono panetteri (70%), mercerie (68%), negozi di giocattoli (67%) e abbigliamento (65%).
Meno evidenti le difformità per altre categorie, come i giornalai (45% di potenziali evasori), ottici e fotografi (attorno al 50%) .
Male i farmacisti
La performance peggiore è quella dei farmacisti, dove i sufficienti restano molti (il 62,6%) ma flettono del 12,3% rispetto al 2022, fra gli psicologi il calo è del 10,7% ed è del 7,7% fra i paramedici. Le costruzioni alle prese con l'ultimo anno del Superbonus vedono calare gli affidabili del 5,6%. Gioiellerie e pelliccerie rappresentano, secondo i dati pubblicati da Sole e Fatto Quotidiano, un mondo complesso: più di due su tre affermano di «sopravvivere» con 1.200 euro al mese. Tra i gioiellieri le difformità sono evidenti: in media dichiarano 51 mila euro, ma per tanti «benestanti» ce ne sono altrettanti in gravi ambasce: il 55% sostiene di guadagnarne solo 28 mila euro.
Anche i consulenti finanziari in odore di evasione
Andando agli alberghi, il 64% dei campeggi e villaggi turistici è sospetto per il Fisco. Per le strutture alberghiere la quota è più bassa di 10 punti. Più della metà di hotel, B&B e case vacanza dichiara appena 18 mila euro. Ci sono le attività finanziarie.
Le attività di intermediazione e consulenza finanziaria e assicurativa hanno punteggi Isa da allarme rosso: il 68% non raggiunge la sufficienza e dichiara 125 mila euro contro i 568 mila di quelli con dichiarazioni attendibili. Per i balneari un’altra annata complicata con gli imprenditori delle spiagge in lotta contro la messa a gara delle concessioni. Il 58% di loro campa con 15 mila euro. Le Entrate non sono convinte: bocciati anche loro.
Studi medici più affidabili
Cinema, giostre e parchi: il 64% delle attività di «gestione di spazi culturali, sportivi e ricreativi» è inaffidabile, rimarca il Fatto Quotidiano. Reddito medio: 3.400 euro. All’anno. Tra i principali sospettati giostre e circhi. Elettricisti e idraulici: quasi sei su dieci sono in odore di evasione. Sanità: studi medici e laboratori sono i più virtuosi (solo il 25% sotto soglia) seguiti dalle farmacie (37%). Aiuta il fatto che per detrarre le spese servano pagamenti tracciabili. Non così bene però i dentisti: il 48% non è congruo. Notai: il 63% è affidabile.
https://www.corriere.it/economia/tasse/ ... 8xlk.shtml
Ecco l’elenco delle categorie che presentano i voti peggiori in termini di affidabilità fiscale. I calcoli dei famigerati indici Isa, che testimoniano l’aderenza tra stili vita e fatturato presunto o reale delle partite Iva
Chiamiamola la mappa dell’evasione. Esplicitando le categorie più a rischio. Le professioni e i mestieri che presentano i voti peggiori in termini di affidabilità fiscale. I famigerati indici «Isa», che testimoniano l’aderenza tra stili di vita e fatturato presunto o reale. Secondo i dati, appena pubblicati, dal Dipartimento Finanze del ministero del Tesoro e pubblicati in un approfondimento del Fatto Quotidiano, possiamo tracciare un quadro finanche sociologico del Paese. Per capire chi paga o meno, evitando (o meno) di rompere il patto sociale che ci lega tutti, gli uni agli altri. Questi dati ci dono che i titolari di ristoranti e bar presentano redditi medi bassissimi: poco più di 15 mila euro. I locali più piccoli risultano in perdita: difficile capire perché restino aperti se è davvero quello il livello del loro fatturato. C’è un divario rispetto alle attività con pagelle brillanti, che guadagnano circa 63 mila euro.
Gli inaffidabili
Registra il Sole 24 Ore che anche il comparto dei bar e gelaterie presenta un’ampia categoria di inaffidabili, il 56% dei contribuenti. Le discoteche, la categoria che tiene insieme locali notturni e scuole di danza, conquista il secondo posto in classifica con un 77% di potenziali evasori. Tra loro e quelli che il Fisco promuove in quanto «congrui» c’è un divario di 83 mila euro di reddito mancante, come scrive il Fatto.
Nel commercio al dettaglio, la propensione al nero non è uguale per tutti. Dalla parte dei «cattivi» ci sono panetteri (70%), mercerie (68%), negozi di giocattoli (67%) e abbigliamento (65%).
Meno evidenti le difformità per altre categorie, come i giornalai (45% di potenziali evasori), ottici e fotografi (attorno al 50%) .
Male i farmacisti
La performance peggiore è quella dei farmacisti, dove i sufficienti restano molti (il 62,6%) ma flettono del 12,3% rispetto al 2022, fra gli psicologi il calo è del 10,7% ed è del 7,7% fra i paramedici. Le costruzioni alle prese con l'ultimo anno del Superbonus vedono calare gli affidabili del 5,6%. Gioiellerie e pelliccerie rappresentano, secondo i dati pubblicati da Sole e Fatto Quotidiano, un mondo complesso: più di due su tre affermano di «sopravvivere» con 1.200 euro al mese. Tra i gioiellieri le difformità sono evidenti: in media dichiarano 51 mila euro, ma per tanti «benestanti» ce ne sono altrettanti in gravi ambasce: il 55% sostiene di guadagnarne solo 28 mila euro.
Anche i consulenti finanziari in odore di evasione
Andando agli alberghi, il 64% dei campeggi e villaggi turistici è sospetto per il Fisco. Per le strutture alberghiere la quota è più bassa di 10 punti. Più della metà di hotel, B&B e case vacanza dichiara appena 18 mila euro. Ci sono le attività finanziarie.
Le attività di intermediazione e consulenza finanziaria e assicurativa hanno punteggi Isa da allarme rosso: il 68% non raggiunge la sufficienza e dichiara 125 mila euro contro i 568 mila di quelli con dichiarazioni attendibili. Per i balneari un’altra annata complicata con gli imprenditori delle spiagge in lotta contro la messa a gara delle concessioni. Il 58% di loro campa con 15 mila euro. Le Entrate non sono convinte: bocciati anche loro.
Studi medici più affidabili
Cinema, giostre e parchi: il 64% delle attività di «gestione di spazi culturali, sportivi e ricreativi» è inaffidabile, rimarca il Fatto Quotidiano. Reddito medio: 3.400 euro. All’anno. Tra i principali sospettati giostre e circhi. Elettricisti e idraulici: quasi sei su dieci sono in odore di evasione. Sanità: studi medici e laboratori sono i più virtuosi (solo il 25% sotto soglia) seguiti dalle farmacie (37%). Aiuta il fatto che per detrarre le spese servano pagamenti tracciabili. Non così bene però i dentisti: il 48% non è congruo. Notai: il 63% è affidabile.
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Re: Politica italiana
Le stavamo aspettando con ansiadeacon frost ha scritto: ↑lun 9 giu 2025, 13:35 Le parole di Marco Rizzo sui Referendum del 8-9 Giugno

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Re: Politica italiana
Boh, che gli studi medici siano fiscalmente affidabili mi pare strano, così come che i farmacisti non lo siano (anche se non ho capito bene questo punto, sembra che i farmacisti evadano e le farmacie no)promark ha scritto: ↑lun 9 giu 2025, 14:20 Mi spiegate come una società civile possa accettare tutto questo come la norma?
https://www.corriere.it/economia/tasse/ ... 8xlk.shtml
Ecco l’elenco delle categorie che presentano i voti peggiori in termini di affidabilità fiscale. I calcoli dei famigerati indici Isa, che testimoniano l’aderenza tra stili vita e fatturato presunto o reale delle partite Iva
Chiamiamola la mappa dell’evasione. Esplicitando le categorie più a rischio. Le professioni e i mestieri che presentano i voti peggiori in termini di affidabilità fiscale. I famigerati indici «Isa», che testimoniano l’aderenza tra stili di vita e fatturato presunto o reale. Secondo i dati, appena pubblicati, dal Dipartimento Finanze del ministero del Tesoro e pubblicati in un approfondimento del Fatto Quotidiano, possiamo tracciare un quadro finanche sociologico del Paese. Per capire chi paga o meno, evitando (o meno) di rompere il patto sociale che ci lega tutti, gli uni agli altri. Questi dati ci dono che i titolari di ristoranti e bar presentano redditi medi bassissimi: poco più di 15 mila euro. I locali più piccoli risultano in perdita: difficile capire perché restino aperti se è davvero quello il livello del loro fatturato. C’è un divario rispetto alle attività con pagelle brillanti, che guadagnano circa 63 mila euro.
Gli inaffidabili
Registra il Sole 24 Ore che anche il comparto dei bar e gelaterie presenta un’ampia categoria di inaffidabili, il 56% dei contribuenti. Le discoteche, la categoria che tiene insieme locali notturni e scuole di danza, conquista il secondo posto in classifica con un 77% di potenziali evasori. Tra loro e quelli che il Fisco promuove in quanto «congrui» c’è un divario di 83 mila euro di reddito mancante, come scrive il Fatto.
Nel commercio al dettaglio, la propensione al nero non è uguale per tutti. Dalla parte dei «cattivi» ci sono panetteri (70%), mercerie (68%), negozi di giocattoli (67%) e abbigliamento (65%).
Meno evidenti le difformità per altre categorie, come i giornalai (45% di potenziali evasori), ottici e fotografi (attorno al 50%) .
Male i farmacisti
La performance peggiore è quella dei farmacisti, dove i sufficienti restano molti (il 62,6%) ma flettono del 12,3% rispetto al 2022, fra gli psicologi il calo è del 10,7% ed è del 7,7% fra i paramedici. Le costruzioni alle prese con l'ultimo anno del Superbonus vedono calare gli affidabili del 5,6%. Gioiellerie e pelliccerie rappresentano, secondo i dati pubblicati da Sole e Fatto Quotidiano, un mondo complesso: più di due su tre affermano di «sopravvivere» con 1.200 euro al mese. Tra i gioiellieri le difformità sono evidenti: in media dichiarano 51 mila euro, ma per tanti «benestanti» ce ne sono altrettanti in gravi ambasce: il 55% sostiene di guadagnarne solo 28 mila euro.
Anche i consulenti finanziari in odore di evasione
Andando agli alberghi, il 64% dei campeggi e villaggi turistici è sospetto per il Fisco. Per le strutture alberghiere la quota è più bassa di 10 punti. Più della metà di hotel, B&B e case vacanza dichiara appena 18 mila euro. Ci sono le attività finanziarie.
Le attività di intermediazione e consulenza finanziaria e assicurativa hanno punteggi Isa da allarme rosso: il 68% non raggiunge la sufficienza e dichiara 125 mila euro contro i 568 mila di quelli con dichiarazioni attendibili. Per i balneari un’altra annata complicata con gli imprenditori delle spiagge in lotta contro la messa a gara delle concessioni. Il 58% di loro campa con 15 mila euro. Le Entrate non sono convinte: bocciati anche loro.
Studi medici più affidabili
Cinema, giostre e parchi: il 64% delle attività di «gestione di spazi culturali, sportivi e ricreativi» è inaffidabile, rimarca il Fatto Quotidiano. Reddito medio: 3.400 euro. All’anno. Tra i principali sospettati giostre e circhi. Elettricisti e idraulici: quasi sei su dieci sono in odore di evasione. Sanità: studi medici e laboratori sono i più virtuosi (solo il 25% sotto soglia) seguiti dalle farmacie (37%). Aiuta il fatto che per detrarre le spese servano pagamenti tracciabili. Non così bene però i dentisti: il 48% non è congruo. Notai: il 63% è affidabile.
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Re: Politica italiana
Alla fine sarà 30%. Politicamente tantissimi ma l'istituto del referendum va rivisto o accantonato.
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Re: Politica italiana
29% di affluenza è veramente tanto poco
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Re: Politica italiana
Vabbè ma ora ‘sti 150/200 mln di Euro,tra costi diretti ed indiretti, del referendum ce li rimettono di tasca loro quei 4 scemi?
Un referendum “ideologico” fatto esclusivamente per capire più o meno la percentuale di consenso ad oggi dell’ opposizione. La solita porcata ipocrita comunista.
Fate schifo.
Un referendum “ideologico” fatto esclusivamente per capire più o meno la percentuale di consenso ad oggi dell’ opposizione. La solita porcata ipocrita comunista.
Fate schifo.
ASR