come 3?LoryAsr98 ha scritto: Con il nostro suicidio i primi 3 anni americani grazie al catzo
Politica calcistica
Re: Lega di Serie A & politica calcistica
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Re: Lega di Serie A & politica calcistica
In Europa:totti1montella4 ha scritto:
come 3?
2011/2012, ci siamo fatti sbattere efuori nei playoff dallo Slovan
2012/2013 e 2013/2014 non qualificati causa piazzamenti fuori dalle coppe.
Siamo tornati in Europa solo nel 2014/2015 grazie al 2º posto di Garcia
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Re: Politica calcistica
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Io al primo che mi scrive 11 partite di questa stagione tra Campionato e Europa League in cui Paredes gioca almeno un tempo da 6,5 a salire offro una cena con facoltà di scegliersi il ristorante
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Re: Politica calcistica
Ammazza che schifo
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Re: Politica calcistica
Juventus, Inter e Milan vogliono la Serie A a 18 squadre: l’uscita allo scoperto in Lega
ROMA – Le grandi escono allo scoperto. In un’assemblea della Lega Serie A accesa dalla questione della riforma dei campionati, le tre squadre col maggior bacino di tifosi d’Italia si sono esposte pubblicamente: “Siamo favorevoli alla riduzione del campionato a 18 squadre”.
Juventus, Inter e Milan: “Vogliamo la Serie A a 18 squadre”
Uno strappo netto. Juventus, Inter e Milan vogliono la Serie A a 18. Non sono le uniche. Ma loro sono legate da una alleanza fortissima, su questo tema e non solo. Per dare l’idea, basti raccontare come i dirigenti bianconeri e nerazzurri – avversari furibondi solo qualche ora prima a San Siro nel match scudetto – siano invece arrivati insieme all’assemblea dei club a Milano. Il motivo è che le tre grandi, prima, si erano viste in una riunione programmatica su temi politico economici. Insomma, adesso all’interno della Serie A esiste un fronte aperto: quello della Serie A a 18 che Repubblica aveva anticipato la settimana scorsa.
Serie A a 18 squadre: perché le grandi vogliono la riforma
A fare da motore per questa iniziativa, la necessità di snellire il calendario sempre più fitto. Dalla prossima stagione le coppe europee saranno più invasive: occuperanno quattro date in più solo per la fase a gironi. La Champions avrà anche un turno in più nella fase a eliminazione diretta. Poi a fine stagione scatterà la prima edizione del Mondiale per club quadriennale: altre partite, che trascineranno la stagione ben oltre l’inizio di giugno. Insomma, un sovraffollamento di date che renderebbe impossibile giocare una Serie A 2025/26 su 38 giornate senza rischiare di dover partire – per chi partecipasse al nuovo Mundial – con una o due partite di ritardo rispetto alle altre squadre, per permettere a tutta la squadra di fare le doverose vacanze.
Verso un piano strategico della Figc
Da qui nasce il fronte. E attenzione: le tre grandi sono uscite allo scoperto, ma non sono sole. Su posizioni simili, almeno altre tre squadre. Forse quattro. Più qualcuno che è ancora alla finestra. Ovviamente contrarissime le piccole: il Monza è pronto alle barricate ma non è l’unica. Anzi. C’è anche chi minaccia ricorsi, nel caso si arrivasse mai a una riforma simile. Insomma, la Serie A è a fortissimo rischio spaccatura. E la discussione sulla riforma è appena all’inizio: entro una settimana la Figc produrrà un piano strategico per riformare il calcio e lo presenterà alle leghe in Consiglio federale. Che covranno decidere se accettare la sfida o far naufragare ogni progetto.
ROMA – Le grandi escono allo scoperto. In un’assemblea della Lega Serie A accesa dalla questione della riforma dei campionati, le tre squadre col maggior bacino di tifosi d’Italia si sono esposte pubblicamente: “Siamo favorevoli alla riduzione del campionato a 18 squadre”.
Juventus, Inter e Milan: “Vogliamo la Serie A a 18 squadre”
Uno strappo netto. Juventus, Inter e Milan vogliono la Serie A a 18. Non sono le uniche. Ma loro sono legate da una alleanza fortissima, su questo tema e non solo. Per dare l’idea, basti raccontare come i dirigenti bianconeri e nerazzurri – avversari furibondi solo qualche ora prima a San Siro nel match scudetto – siano invece arrivati insieme all’assemblea dei club a Milano. Il motivo è che le tre grandi, prima, si erano viste in una riunione programmatica su temi politico economici. Insomma, adesso all’interno della Serie A esiste un fronte aperto: quello della Serie A a 18 che Repubblica aveva anticipato la settimana scorsa.
Serie A a 18 squadre: perché le grandi vogliono la riforma
A fare da motore per questa iniziativa, la necessità di snellire il calendario sempre più fitto. Dalla prossima stagione le coppe europee saranno più invasive: occuperanno quattro date in più solo per la fase a gironi. La Champions avrà anche un turno in più nella fase a eliminazione diretta. Poi a fine stagione scatterà la prima edizione del Mondiale per club quadriennale: altre partite, che trascineranno la stagione ben oltre l’inizio di giugno. Insomma, un sovraffollamento di date che renderebbe impossibile giocare una Serie A 2025/26 su 38 giornate senza rischiare di dover partire – per chi partecipasse al nuovo Mundial – con una o due partite di ritardo rispetto alle altre squadre, per permettere a tutta la squadra di fare le doverose vacanze.
Verso un piano strategico della Figc
Da qui nasce il fronte. E attenzione: le tre grandi sono uscite allo scoperto, ma non sono sole. Su posizioni simili, almeno altre tre squadre. Forse quattro. Più qualcuno che è ancora alla finestra. Ovviamente contrarissime le piccole: il Monza è pronto alle barricate ma non è l’unica. Anzi. C’è anche chi minaccia ricorsi, nel caso si arrivasse mai a una riforma simile. Insomma, la Serie A è a fortissimo rischio spaccatura. E la discussione sulla riforma è appena all’inizio: entro una settimana la Figc produrrà un piano strategico per riformare il calcio e lo presenterà alle leghe in Consiglio federale. Che covranno decidere se accettare la sfida o far naufragare ogni progetto.
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Re: Politica calcistica
Necessaria una riduzione e aumenterei pure a quattro il numero delle retrocessioni ma sicuramente le piccole non saranno per niente d'accordo
voglia di stringersi un po'... curva sud roma vecchie maniere...
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Re: Politica calcistica
Che circo il calcio italiano...
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Re: Politica calcistica
UEFA, è finita l’era Ceferin: “Ho deciso di non ricandidarmi nel 2027”
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Re: Politica calcistica
Busta Gialla: nel gergo militare colui che riferisce cose dei commilitoni al comandante, il leccaculo d'un superiore, chi non si fa gli affari propri, la spia. Informatore, confidente di polizia; anche “ciavatta”, “scora”.
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Re: Politica calcistica
De La e Lotito si lamentano delle troppe partite e poi votano la serie a a 20 squadre?
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Re: Politica calcistica
Che codardi…..passino i club da 10 posto come grande risultato, ma che Lazio-Napoli-Fiorentina-Atalanta ( o hanno il terrore che senza Gasperini tornino a rischiare la retrocessione, se torna un campionato con meno avversarie scarse, e con 3 retrocessioni) non abbiano votato ( palesemente per paura di rischiare di retrocedere), è ridicolo
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Re: Politica calcistica
Visto che Sarri si lamenta spesso del calendario vediamo se criticherà Lotito 

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Re: Politica calcistica
Serie A, rielezione difficile per Casini: la nuova maggioranza cerca un candidato comune
L’attuale presidente della Lega potrebbe non ricandidarsi, lasciando così spazio al fronte guidato dalle big Inter, Juventus e Roma.
Nella giornata di ieri l’Assemblea di Lega Serie A ha deciso per il 16 dicembre come prima data utile per l’elezione del nuovo presidente, resa necessaria in vista della nomina del nuovo numero uno della FIGC.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, questa decisione è manifesto della nuovo equilibrio presente in Lega. Infatti, l’attuale presidente Lorenzo Casini, sempre supportato dalla coppia Lotito-De Laurentiis, avrebbe voluto porre la prima convocazione per le elezioni a gennaio, ma di fatto l’area che lo sopporta con il passare del tempo è finita in minoranza.
Serie A elezioni Casini – I nuovi equilibri in Lega
Ad avere la maggioranza sono proprio quei club che vogliono cambiare presidente e che fino all’altro ieri venivano sempre messi sotto dal gruppo guidato da Claudio Lotito. I capofila sono le big Inter, Juventus e Roma che hanno iniziato a tirare i fili della contesa in vista delle elezioni.
Proprio per questo nuovo equilibrio la ricandidatura di Casini è in forte dubbio, visto che come detto i numeri lo mettono in minoranza. Dall’altra parte, dopo aver vinto la prima battaglia sulla data delle elezioni, la nuova maggioranza di Lega deve ora cercare e trovare un candidato comune per la presidenza che prenda le redini dopo l’era Casini.
Molto difficile, infine, che il nome del nuovo presidente della Serie A arrivi già il 16 dicembre. E proprio per questo sono giù state fissate seconda e terza tappa elettorale per il 10 e il 20 gennaio. Sembra scontato poi che si arrivi fino al terzo appuntamento, visto che da quello basterà avere la maggioranza semplice (11 voti) per eleggere il nuovo presidente.
Da lì, la Serie A avrà la sua nuova governance entro i 15 giorni previsti rispetto all’elezione del presidente federale, programmata per il 3 febbraio. Infine, nell’assemblea di ieri si è chiusa definitivamente la questione del ricorso sul nuovo statuto della FIGC. Infatti, si sono allineate alle posizioni della maggioranza anche le società che puntavano allo scontro contro Gravina, non avendo i numeri per cambiare l’esito della partita.
L’attuale presidente della Lega potrebbe non ricandidarsi, lasciando così spazio al fronte guidato dalle big Inter, Juventus e Roma.
Nella giornata di ieri l’Assemblea di Lega Serie A ha deciso per il 16 dicembre come prima data utile per l’elezione del nuovo presidente, resa necessaria in vista della nomina del nuovo numero uno della FIGC.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, questa decisione è manifesto della nuovo equilibrio presente in Lega. Infatti, l’attuale presidente Lorenzo Casini, sempre supportato dalla coppia Lotito-De Laurentiis, avrebbe voluto porre la prima convocazione per le elezioni a gennaio, ma di fatto l’area che lo sopporta con il passare del tempo è finita in minoranza.
Serie A elezioni Casini – I nuovi equilibri in Lega
Ad avere la maggioranza sono proprio quei club che vogliono cambiare presidente e che fino all’altro ieri venivano sempre messi sotto dal gruppo guidato da Claudio Lotito. I capofila sono le big Inter, Juventus e Roma che hanno iniziato a tirare i fili della contesa in vista delle elezioni.
Proprio per questo nuovo equilibrio la ricandidatura di Casini è in forte dubbio, visto che come detto i numeri lo mettono in minoranza. Dall’altra parte, dopo aver vinto la prima battaglia sulla data delle elezioni, la nuova maggioranza di Lega deve ora cercare e trovare un candidato comune per la presidenza che prenda le redini dopo l’era Casini.
Molto difficile, infine, che il nome del nuovo presidente della Serie A arrivi già il 16 dicembre. E proprio per questo sono giù state fissate seconda e terza tappa elettorale per il 10 e il 20 gennaio. Sembra scontato poi che si arrivi fino al terzo appuntamento, visto che da quello basterà avere la maggioranza semplice (11 voti) per eleggere il nuovo presidente.
Da lì, la Serie A avrà la sua nuova governance entro i 15 giorni previsti rispetto all’elezione del presidente federale, programmata per il 3 febbraio. Infine, nell’assemblea di ieri si è chiusa definitivamente la questione del ricorso sul nuovo statuto della FIGC. Infatti, si sono allineate alle posizioni della maggioranza anche le società che puntavano allo scontro contro Gravina, non avendo i numeri per cambiare l’esito della partita.