Avete mai giocato a pallone?
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Re: Avete mai giocato a pallone?
giocavo centrocampista e ho concluso da difensore.
ho giocato fino alla prima categoria. Dopo l'accademia calcio bruno conti feci un provino per la Roma che non andò bene..con me c'era a farlo Aquilani.
ho giocato sempre con il Valle Aurelia di Losi
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26 MAGGIO 2013: TOTTI, DE ROSSI E TUTTI L'ALTRI INDEGNI BASTARDI
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Re: Avete mai giocato a pallone?
Il forum e' ad un ottimo livello
CHI TIFA ROMA BESTEMMIA FISSO
Timeo Danaos et dona ferentes (Virgilio, Aen. II, 49)
Dal 26 maggio al - 26 a maggio (F.Nisii)
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Re: Avete mai giocato a pallone?
John Locke ha scritto: hai menato all'arbitro
O telefonavi a Samantha e Doni?

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Re: Avete mai giocato a pallone?
gestivamo il racket delle donnine faciliALEX82 ha scritto:
O telefonavi a Samantha e Doni?

IO HO VISTO GIOCÀ TOTTI
9 giugno 2012... io c'ero
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Re: Avete mai giocato a pallone?
di michele me sà giocava nel delle vittorie, me so ricordato adesso che l'ho visto.
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Re: Avete mai giocato a pallone?
UN BELL'ARTICOLO, LO PUBBLICO QUA PERCHè MAGARI MOLTO DI VOI SI RIVEDRANNO NELLE PAROLE DEL MISTER DEL RAGAZZINO ALLA FINE DELL'ARTICOLO.
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Il figlio ‘scarso’ lascia la squadra, il mister scrive alla mamma. E diventa un caso
E' successo a Bettona, in provincia di Perugia: dall'allenatore della squadra di calcio giovanile una lezione di sport, ma senza esito
di Lorenzo Vendemiale | 30 gennaio 2014Commenti (57)
Il figlio ‘scarso’ lascia la squadra, il mister scrive alla mamma. E diventa un caso
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101
Un bambino “scarso” a pallone. Una madre che decide di fargli interrompere l’attività. E un allenatore che le scrive per convincerla a non mollare. Inutilmente, perché il bambino non è tornato a giocare. Resta una lezione di sport e di vita a tutta l’Italia. E’ successo a Bettona, un paesino di 4mila anime in provincia di Perugia, nel cuore dell’Umbria. A fine dicembre la madre di un bambino che milita nelle giovanili della squadra locale, la Real Virtus (girone B del campionato di Promozione), comunica all’allenatore che il bimbo, alla ripresa degli allenamenti, non si presenterà al campo. Gioca poco, non è troppo portato, non ne vale la pena. Andrea Checcarelli, il mister, è triste. Torna a casa e le scrive un messaggio su Facebook per cercare di farle cambiare idea. Dovevano essere poche righe, private. Poi, sull’emozione del momento, diventa una vera e propria lettera.
“Salve signora! Per me che ho allenato un anno suo figlio, sapere che è sua intenzione quella di interrompere l’attività è un piccolo-grande fallimento da allenatore. Un fallimento non solo come tecnico, ma anche come persona. Non essere riuscito a coinvolgerlo a pieno, a stimolarlo, ad integrarlo al meglio all’interno della squadra, a fargli migliorare quei limiti quel tanto che sarebbe bastato, a farlo considerare “più bravo” da se stesso, ma anche da sua madre..”. “Un messaggio personale, scritto impulsivamente”, racconta il diretto interessato a ilfattoquotidiano.it. “Poi, insieme alla società, abbiamo deciso di pubblicarla”. Alla madre del bambino, infatti, il mister teneva a far sapere soprattutto una cosa. “Volevo dirle – scrive – che suo figlio non sarà stato il migliore fisicamente, tecnicamente, tatticamente….. ma eccelleva, era il più bravo, per la sua attenzione, per l’applicazione delle direttive dategli. Per il rispetto che ha sempre dimostrato nei miei confronti, durante gli allenamenti ed alle partite. In questo era il migliore. E’ sicuramente il migliore, basta farlo continuare a giocare, se è quello che lui vuole”.
Il mister in quel bambino un po’ rivede anche se stesso quando era giovane. “Glielo dice uno – prosegue – che un tempo non aveva spazio a Passaggio di Bettona, nella squadra dei suoi amici. A 14 anni stavo per smettere, andai a giocare in un altro ambiente e trovai il modo di esprimere al meglio quello che avevo dentro. Di migliorare, di vincere tante partite, tante quante ne avevo perse quando, oltretutto, non venivo considerato. A Passaggio ci sono tornato a 20 anni, perché mi hanno cercato loro. E ho giocato e vinto tanto, persino un campionato, prima di infortunarmi e di smettere di giocare, una delle poche cose che cambierei del mio passato”. Sperava che anche il bambino potesse seguire lo stesso percorso. “Perché nel calcio sono riuscito a dimostrare a me stesso che con la passione ed il lavoro si possono ottenere grandi soddisfazioni personali, senza sotterfugi di sorta, in maniera pulita. Solo facendosi ‘un culo così’, insomma”. E perché il bambino “è contento di giocare anche solo 5 minuti. Si impegna, col sorriso. Fa un po’ da contraltare rispetto a chi, dotato tecnicamente, gode della fiducia del mister non meritandosela”. “Non so se c’era quando fece gol”, prosegue la lettera. “Io mi ricordo bene. E’ stato molto bello, vederlo esultare. Una scena quasi da film… chi l’avrebbe mai detto? Forse neanch’io… però il calcio è anche questo. Se ha avuto quella piccola gioia se l’è sudata tutta, suo figlio. Per questo è più bella! Non lo privi di quei 5 minuti se per lui sono importanti”.
Con queste parole, con questa lettera, Andrea Checcarelli è diventato un vero e proprio caso mediatico. “Abbiamo deciso di renderla pubblica – spiega il diretto interessato – nel tentativo di essere più convincenti, ma anche per diffondere quella che è la nostra idea di calcio e attività sportiva”. Il bambino, purtroppo, non è tornato a giocare: “La signora mi ha risposto in maniera molto gentile, ma ha detto che secondo lei il paragone che avevo fatto con la mia storia era poco calzante, perché lui non è appassionato di calcio come me. Comunque rispetto la sua scelta, è la madre e sicuramente avrà deciso per il meglio”. Il secondo obiettivo, invece, è stato abbondantemente raggiunto. Il sito della piccola Real Virtus è stato preso letteralmente d’assalto, con oltre 4mila visite in meno di un mese.
“Mi fa strano ricevere queste attenzioni”, spiega il mister. “Ma mi fa anche piacere, soprattutto per l’eco che sta avendo il messaggio contenuto nella lettera. Il calcio minore e quello giovanile stanno perdendo il contatto con la realtà: scimmiottano il professionismo, ne prendono i difetti. A 10 anni i bambini non possono essere separati in squadre A e B in base al talento, non devono essere ossessionati dalla vittoria, da tecnici, da genitori, da niente e nessuno. Io credo che lo sport possa essere una palestra di vita, per tutti. E volevo farlo sapere a quella signora, che comunque si è sempre dimostrata un genitore esemplare, anche al campo di allenamento, e con cui sono rimasto in ottimi rapporti. Tutto qui”, conclude Andrea. “Io ho solo 30 anni, non ho neppure un lavoro vero, ho tutto da imparare. Ma se questa mia lettera sta avendo tanto successo significa che c’era bisogno di qualcuno che ricordasse al nostro calcio questa lezione, e quali sono i suoi veri valori. In maniera semplice, con il cuore”.
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Il figlio ‘scarso’ lascia la squadra, il mister scrive alla mamma. E diventa un caso
E' successo a Bettona, in provincia di Perugia: dall'allenatore della squadra di calcio giovanile una lezione di sport, ma senza esito
di Lorenzo Vendemiale | 30 gennaio 2014Commenti (57)
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Un bambino “scarso” a pallone. Una madre che decide di fargli interrompere l’attività. E un allenatore che le scrive per convincerla a non mollare. Inutilmente, perché il bambino non è tornato a giocare. Resta una lezione di sport e di vita a tutta l’Italia. E’ successo a Bettona, un paesino di 4mila anime in provincia di Perugia, nel cuore dell’Umbria. A fine dicembre la madre di un bambino che milita nelle giovanili della squadra locale, la Real Virtus (girone B del campionato di Promozione), comunica all’allenatore che il bimbo, alla ripresa degli allenamenti, non si presenterà al campo. Gioca poco, non è troppo portato, non ne vale la pena. Andrea Checcarelli, il mister, è triste. Torna a casa e le scrive un messaggio su Facebook per cercare di farle cambiare idea. Dovevano essere poche righe, private. Poi, sull’emozione del momento, diventa una vera e propria lettera.
“Salve signora! Per me che ho allenato un anno suo figlio, sapere che è sua intenzione quella di interrompere l’attività è un piccolo-grande fallimento da allenatore. Un fallimento non solo come tecnico, ma anche come persona. Non essere riuscito a coinvolgerlo a pieno, a stimolarlo, ad integrarlo al meglio all’interno della squadra, a fargli migliorare quei limiti quel tanto che sarebbe bastato, a farlo considerare “più bravo” da se stesso, ma anche da sua madre..”. “Un messaggio personale, scritto impulsivamente”, racconta il diretto interessato a ilfattoquotidiano.it. “Poi, insieme alla società, abbiamo deciso di pubblicarla”. Alla madre del bambino, infatti, il mister teneva a far sapere soprattutto una cosa. “Volevo dirle – scrive – che suo figlio non sarà stato il migliore fisicamente, tecnicamente, tatticamente….. ma eccelleva, era il più bravo, per la sua attenzione, per l’applicazione delle direttive dategli. Per il rispetto che ha sempre dimostrato nei miei confronti, durante gli allenamenti ed alle partite. In questo era il migliore. E’ sicuramente il migliore, basta farlo continuare a giocare, se è quello che lui vuole”.
Il mister in quel bambino un po’ rivede anche se stesso quando era giovane. “Glielo dice uno – prosegue – che un tempo non aveva spazio a Passaggio di Bettona, nella squadra dei suoi amici. A 14 anni stavo per smettere, andai a giocare in un altro ambiente e trovai il modo di esprimere al meglio quello che avevo dentro. Di migliorare, di vincere tante partite, tante quante ne avevo perse quando, oltretutto, non venivo considerato. A Passaggio ci sono tornato a 20 anni, perché mi hanno cercato loro. E ho giocato e vinto tanto, persino un campionato, prima di infortunarmi e di smettere di giocare, una delle poche cose che cambierei del mio passato”. Sperava che anche il bambino potesse seguire lo stesso percorso. “Perché nel calcio sono riuscito a dimostrare a me stesso che con la passione ed il lavoro si possono ottenere grandi soddisfazioni personali, senza sotterfugi di sorta, in maniera pulita. Solo facendosi ‘un culo così’, insomma”. E perché il bambino “è contento di giocare anche solo 5 minuti. Si impegna, col sorriso. Fa un po’ da contraltare rispetto a chi, dotato tecnicamente, gode della fiducia del mister non meritandosela”. “Non so se c’era quando fece gol”, prosegue la lettera. “Io mi ricordo bene. E’ stato molto bello, vederlo esultare. Una scena quasi da film… chi l’avrebbe mai detto? Forse neanch’io… però il calcio è anche questo. Se ha avuto quella piccola gioia se l’è sudata tutta, suo figlio. Per questo è più bella! Non lo privi di quei 5 minuti se per lui sono importanti”.
Con queste parole, con questa lettera, Andrea Checcarelli è diventato un vero e proprio caso mediatico. “Abbiamo deciso di renderla pubblica – spiega il diretto interessato – nel tentativo di essere più convincenti, ma anche per diffondere quella che è la nostra idea di calcio e attività sportiva”. Il bambino, purtroppo, non è tornato a giocare: “La signora mi ha risposto in maniera molto gentile, ma ha detto che secondo lei il paragone che avevo fatto con la mia storia era poco calzante, perché lui non è appassionato di calcio come me. Comunque rispetto la sua scelta, è la madre e sicuramente avrà deciso per il meglio”. Il secondo obiettivo, invece, è stato abbondantemente raggiunto. Il sito della piccola Real Virtus è stato preso letteralmente d’assalto, con oltre 4mila visite in meno di un mese.
“Mi fa strano ricevere queste attenzioni”, spiega il mister. “Ma mi fa anche piacere, soprattutto per l’eco che sta avendo il messaggio contenuto nella lettera. Il calcio minore e quello giovanile stanno perdendo il contatto con la realtà: scimmiottano il professionismo, ne prendono i difetti. A 10 anni i bambini non possono essere separati in squadre A e B in base al talento, non devono essere ossessionati dalla vittoria, da tecnici, da genitori, da niente e nessuno. Io credo che lo sport possa essere una palestra di vita, per tutti. E volevo farlo sapere a quella signora, che comunque si è sempre dimostrata un genitore esemplare, anche al campo di allenamento, e con cui sono rimasto in ottimi rapporti. Tutto qui”, conclude Andrea. “Io ho solo 30 anni, non ho neppure un lavoro vero, ho tutto da imparare. Ma se questa mia lettera sta avendo tanto successo significa che c’era bisogno di qualcuno che ricordasse al nostro calcio questa lezione, e quali sono i suoi veri valori. In maniera semplice, con il cuore”.
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Re: Avete mai giocato a pallone?
una bella persona
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Re: Avete mai giocato a pallone?
e ce ne sono poche così purtroppo molto spesso nei settori giovanili anche di squadrette cittadine..lele92 ha scritto:una bella persona
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Re: Avete mai giocato a pallone?
pure meno in quei settori!John Locke ha scritto: e ce ne sono poche così purtroppo molto spesso nei settori giovanili anche di squadrette cittadine..

-
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Re: Avete mai giocato a pallone?
Tecnici esaltati e genitori che lo sono peggio, la vera rovina del calcio giovanile.
E' bello sapere che esistono persone che hanno ancora certi valori
E' bello sapere che esistono persone che hanno ancora certi valori

“You know, boring i think is 10 years without a title. That's very boring. You support the club and you're waiting, waiting, waiting for so many years without a title, so that's very boring.” (JM)
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Re: Avete mai giocato a pallone?
John Locke ha scritto:topic simpatico ...
posso iniziare anche io i miei topic dicendo che sono topic simpatici?


Le opinioni dovrebbero essere basate sui fatti
e i fatti non dovrebbero basarsi sulle opinioni
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Re: Avete mai giocato a pallone?
ho fatto la scuola calcio, pulcini e esordienti alla Pol. Don Orione, Roma Nord.
Poi qualche anno alla A.S.D. Ariete, non facevamo campionato federale ma CSI.
Tornato al Don Orione per il campionato Allievi Regionali (adesso si chiama fascia B Elite), prendemmo schiaffi da tutti.
E io mi feci pure male
. Quell'anno ci allenò un mister che veniva dal Delle Vittorie, si chiamava Claudio ma non riesco a ricordare il cognome.
C'erano pure due ragazzi che venivano dal Delle Vittorie, loro me li ricordo un po' meglio
Poi qualche anno alla A.S.D. Ariete, non facevamo campionato federale ma CSI.
Tornato al Don Orione per il campionato Allievi Regionali (adesso si chiama fascia B Elite), prendemmo schiaffi da tutti.
E io mi feci pure male

C'erano pure due ragazzi che venivano dal Delle Vittorie, loro me li ricordo un po' meglio
mo je sfodero er sorriso magico
- John Locke
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Re: Avete mai giocato a pallone?
si ma devi scrivere "topic simpatico 2.0" però sennò non vale433 ha scritto:
posso iniziare anche io i miei topic dicendo che sono topic simpatici?![]()

- ds_marco
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Re: Avete mai giocato a pallone?
John Locke ha scritto: si ma devi scrivere "topic simpatico 2.0" però sennò non vale



Lo scopo non è comprare giocatori, lo scopo è comprare vittorie, ecco 25 giocatori sottovalutati, un'isola dei giocattoli difettosi, qui dentro c'è una squadra vincente che possiamo permetterci