Maglie AS Roma
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Re: Maglia AS Roma
la rescissione del contratto mi ha un pò sorpreso.
mi ricordo che c'erano stati dei problemi con la seconda maglia (o terza boh.. si diceva che i colli erano difettati e avevano ritardato la presentazione, qualcuno si ricorda??), ma sembra una mossa azzardata...
La dirigenza suppone evidentemente che anche una eventuale transazione economica sarebbe meno dannosa di rimanere con la kappa...
s
mi ricordo che c'erano stati dei problemi con la seconda maglia (o terza boh.. si diceva che i colli erano difettati e avevano ritardato la presentazione, qualcuno si ricorda??), ma sembra una mossa azzardata...
La dirigenza suppone evidentemente che anche una eventuale transazione economica sarebbe meno dannosa di rimanere con la kappa...
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Re: Maglia AS Roma
Per fare una mossa simili hanno gia' una bozza di accordo con un'altra societa'!
- porcaccia
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Re: Maglia AS Roma
La Li-Ning ha avuto in passato contatti con i cugini di campagna dopo il divorzio da Puma, ma poi non se ne fece nulla. I cinesi in questo momento sono molto orientati su testimonial NBA, tra l'altro a fronte di grandi investimenti hanno avuto una contrazione sul mercato extra Cina; penso che non si scappi da Nike o Adidas con i primi favoriti.
Non ho capito un ciufolo della vita
paz ha scritto: Poi Danilo ha un qualcosa in più: ha quel tocco macho del bestemmiatore solitario, insomma, di chi non conosce solo le vette ardite dell'intelletto, ma anche la suburra della materialità.
- shaka
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Re: Maglia AS Roma
la warrior al liverpool da 31 milioni all'anno...per quei soldi, per me della nostra maglia possono fare qualsiasi cosaporcaccia ha scritto:La Li-Ning ha avuto in passato contatti con i cugini di campagna dopo il divorzio da Puma, ma poi non se ne fece nulla. I cinesi in questo momento sono molto orientati su testimonial NBA, tra l'altro a fronte di grandi investimenti hanno avuto una contrazione sul mercato extra Cina; penso che non si scappi da Nike o Adidas con i primi favoriti.
shaka ha scritto:Grande Ramon, ora deve andare al prossimo incontro, accettare tutte le richieste di quel maiale di Atangana, firmare tutto, poi s'abbassa i pantaloni davanti a tutti, se mette in posizione de squat e su quel foglio ce fa na bella cacata
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Re: Maglia AS Roma
la warrior ha fatto secondo me una bella maglia a liverpool. il materiale non mi piace molto ma è comunque meglio della kappa
26 MAGGIO 2013: TOTTI, DE ROSSI E TUTTI L'ALTRI INDEGNI BASTARDI
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Re: Maglia AS Roma
shaka ha scritto: la warrior al liverpool da 31 milioni all'anno...per quei soldi, per me della nostra maglia possono fare qualsiasi cosa



"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."
"Chi se cucca cu' 'e creature se susa 'nfuso"
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Re: Maglia AS Roma
Li ho criticati per le cose inguardabili degli ultimi anni
sfondati per gli errori dilettanteschi come quello del simbolo
perculati per il nome e i tessuti..
però saluto la Kappa ricordando che nei ricordi splendidi (scudo) e terrificanti (liverpool)
sulla nostra maglia c'era anche quel simbolo
sfondati per gli errori dilettanteschi come quello del simbolo
perculati per il nome e i tessuti..
però saluto la Kappa ricordando che nei ricordi splendidi (scudo) e terrificanti (liverpool)
sulla nostra maglia c'era anche quel simbolo
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Re: Maglia AS Roma
Non so se qualcuno ha riportato questo articolo ed, in caso, mi scuso per l'eventuale duplicazione, comunque volevo segnalarlo perché mi sembra interessante.
Sponsor tecnici: Real, Barcellona e United sul podio
Quanto vale la divisa di una squadra di calcio? Un ultras duro e puro risponderebbe che la maglia, per lui, è l’unica cosa che conta davvero. Se la domanda fosse rivolta a un dirigente le conclusioni sarebbero diametralmente opposte: la maglia è un asset come un altro e, in quanto tale, va valorizzata e veicolata al massimo. Su un punto però le due analisi coinciderebbero: quei pochi grammi di stoffa valgono, eccome se valgono: 3,4 miliardi di euro l’anno a livello mondiale.
A rivelarlo è un’indagine di Peter Rohlman, un analista specializzato in marketing sportivo, appena pubblicata dal sito britannico SportingIntelligence. Rohlman ha stilato la classifica dei contratti di partnership tecnica più remunerativi nel mondo del calcio, scoprendo che i top club europei si spartiscono ogni stagione oltre 250 milioni di revenues e che in nove casi su dieci il partner scelto è Adidas o Nike. Fa eccezione soltanto il Liverpool, che all’inizio di questo campionato ha firmato un lucroso contratto triennale da 93 milioni complessivi con il brand statunitense Warrior. L’accordo tra i Reds e l’azienda, finora specializzata in hockey e football americano, è costato qualche polemica alla dirigenza del team visto che dalle nuove divise sono spariti sia la celebre scritta You’ll never walk alone che il badge dedicato ai 96 tifosi vittime della strage di Hillsborough nel 1989. Business is business, anche a costo di rinunciare alle proprie tradizioni. Pazienza.
Per il resto i dati messi in fila da Rohlman non lasciano spazio a sorprese. I due club più pagati dalle case di abbigliamento sportivo sono Real Madrid e Barcellona, che estendono la loro rivalità anche al mondo delle partnership: merengues con Adidas (fino al 2020 per un totale di 38 milioni l’anno), blaugrana con Nike (stessa scadenza contrattuale ma “solo” 33 milioni più bonus).

(credits: sportingintelligence.com)
Sul terzo gradino del podio c’è il Manchester United, che sempre da Nike incassa poco più di 31 milioni a stagione ma, dopo aver annunciato ieri una nuova main sponsorship con Chevrolet da 441 milioni per sette anni si avvia a ridiscutere anche il contratto di fornitura sportiva con l’azienda californiana in scadenza nel 2015. Obiettivo della proprietà: superare i 35 milioni e confermarsi, grazie anche agli impressionanti dati di vendita dei kit sul mercato asiatico, la divisa inglese più famosa e “vendibile” sul mercato.
E le italiane? Nella top ten c’è spazio solo per Inter, Milan e Juventus, tutte però abbondantemente al di sotto dei 20 milioni. Scarso appeal delle squadre e del campionato nostrano? In parte sì. Ma il problema di fondo è che, in serie A, il merchandising legato alle squadre non decolla, vittima della contraffazione. E poiché una delle variabili principali, quando si stipulano questi contratti, è la capacità di vendita delle divise ai tifosi che la squadra può portare in dote, i nostri club risultano oltremodo penalizzati dal confronto. Basta osservare un’altra graduatoria per rendersene conto, quella delle maglie più vendute nel quinquennio 2007-2012: tra i club griffati Nike, Juventus e Inter insieme non eguagliano né Manchester né Barcellona, mentre su sponda Nike il Milan raggiunge a malapena un quinto delle vendite targate Real Madrid.
Le classifiche di Rohlman mettono in luce anche un altro elemento fondamentale di questo business: l’elevatissima concentrazione del mercato. Nike e Adidas, in piena coerenza con quanto abbiamo visto nella graduatoria dei top club europei, si spartiscono il 74% del mercato mondiale delle forniture. Quota che sale all’80% se si considera che Umbro, uno dei principali competitors, è a sua volta controllato dalla stessa Nike. L’unico marchio indipendente che regge o quasi il confronto con i big è Puma, fornitrice di molte nazionali di calcio, con una quota di mercato dell’8% e un giro d’affari derivante da sponsorizzazioni tecniche di 340 milioni di euro l’anno.

(credits: sportingintelligence.com)
http://blog.panorama.it/fairplay/2012/1 ... sul-podio/
Sponsor tecnici: Real, Barcellona e United sul podio
Quanto vale la divisa di una squadra di calcio? Un ultras duro e puro risponderebbe che la maglia, per lui, è l’unica cosa che conta davvero. Se la domanda fosse rivolta a un dirigente le conclusioni sarebbero diametralmente opposte: la maglia è un asset come un altro e, in quanto tale, va valorizzata e veicolata al massimo. Su un punto però le due analisi coinciderebbero: quei pochi grammi di stoffa valgono, eccome se valgono: 3,4 miliardi di euro l’anno a livello mondiale.
A rivelarlo è un’indagine di Peter Rohlman, un analista specializzato in marketing sportivo, appena pubblicata dal sito britannico SportingIntelligence. Rohlman ha stilato la classifica dei contratti di partnership tecnica più remunerativi nel mondo del calcio, scoprendo che i top club europei si spartiscono ogni stagione oltre 250 milioni di revenues e che in nove casi su dieci il partner scelto è Adidas o Nike. Fa eccezione soltanto il Liverpool, che all’inizio di questo campionato ha firmato un lucroso contratto triennale da 93 milioni complessivi con il brand statunitense Warrior. L’accordo tra i Reds e l’azienda, finora specializzata in hockey e football americano, è costato qualche polemica alla dirigenza del team visto che dalle nuove divise sono spariti sia la celebre scritta You’ll never walk alone che il badge dedicato ai 96 tifosi vittime della strage di Hillsborough nel 1989. Business is business, anche a costo di rinunciare alle proprie tradizioni. Pazienza.
Per il resto i dati messi in fila da Rohlman non lasciano spazio a sorprese. I due club più pagati dalle case di abbigliamento sportivo sono Real Madrid e Barcellona, che estendono la loro rivalità anche al mondo delle partnership: merengues con Adidas (fino al 2020 per un totale di 38 milioni l’anno), blaugrana con Nike (stessa scadenza contrattuale ma “solo” 33 milioni più bonus).

(credits: sportingintelligence.com)
Sul terzo gradino del podio c’è il Manchester United, che sempre da Nike incassa poco più di 31 milioni a stagione ma, dopo aver annunciato ieri una nuova main sponsorship con Chevrolet da 441 milioni per sette anni si avvia a ridiscutere anche il contratto di fornitura sportiva con l’azienda californiana in scadenza nel 2015. Obiettivo della proprietà: superare i 35 milioni e confermarsi, grazie anche agli impressionanti dati di vendita dei kit sul mercato asiatico, la divisa inglese più famosa e “vendibile” sul mercato.
E le italiane? Nella top ten c’è spazio solo per Inter, Milan e Juventus, tutte però abbondantemente al di sotto dei 20 milioni. Scarso appeal delle squadre e del campionato nostrano? In parte sì. Ma il problema di fondo è che, in serie A, il merchandising legato alle squadre non decolla, vittima della contraffazione. E poiché una delle variabili principali, quando si stipulano questi contratti, è la capacità di vendita delle divise ai tifosi che la squadra può portare in dote, i nostri club risultano oltremodo penalizzati dal confronto. Basta osservare un’altra graduatoria per rendersene conto, quella delle maglie più vendute nel quinquennio 2007-2012: tra i club griffati Nike, Juventus e Inter insieme non eguagliano né Manchester né Barcellona, mentre su sponda Nike il Milan raggiunge a malapena un quinto delle vendite targate Real Madrid.
Le classifiche di Rohlman mettono in luce anche un altro elemento fondamentale di questo business: l’elevatissima concentrazione del mercato. Nike e Adidas, in piena coerenza con quanto abbiamo visto nella graduatoria dei top club europei, si spartiscono il 74% del mercato mondiale delle forniture. Quota che sale all’80% se si considera che Umbro, uno dei principali competitors, è a sua volta controllato dalla stessa Nike. L’unico marchio indipendente che regge o quasi il confronto con i big è Puma, fornitrice di molte nazionali di calcio, con una quota di mercato dell’8% e un giro d’affari derivante da sponsorizzazioni tecniche di 340 milioni di euro l’anno.

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“You know, boring i think is 10 years without a title. That's very boring. You support the club and you're waiting, waiting, waiting for so many years without a title, so that's very boring.” (JM)
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Re: Maglia AS Roma
10/12 milioni dall'Adidas e firmo col sangue..!
Non so se hai presente una puttana ottimista e di sinistra.
In Monti we Trust
Paz: uno dei miei idoli
Niente offre certezze incrollabili e coerenze granitiche come l’ignoranza.
(Vittorio Zucconi)
Baldissoni romano e romanista
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Re: Maglia AS Roma
David ha detto che:
- il famoso errore della maglia nera era che LE TESTE NON ENTRAVANO perchè I BUCHI ERANO PICCOLI
- le maglie stingevano sulle canotte
anni fa la kappa era una società seria
poi quando l ha rilevata l altra società, sono finiti nel mezzo dilettantismo
veramente inquietante
per un marchio che cmq negli anni 80-90 aveva vestito i più grandi club del mondo
Amen
- il famoso errore della maglia nera era che LE TESTE NON ENTRAVANO perchè I BUCHI ERANO PICCOLI
- le maglie stingevano sulle canotte
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Re: Maglia AS Roma
comunque in questo momento david rossi sta praticamente dicendo che è o adidas o nike.
in forma ellittica - perché riferita ai comunicatori che subito hanno detto "non esaltatevi che la Roma non è un grande brand" - sta parlando persino di esaltazione. E chiude: "ci toglieremo delle soddisfazioni".
in forma ellittica - perché riferita ai comunicatori che subito hanno detto "non esaltatevi che la Roma non è un grande brand" - sta parlando persino di esaltazione. E chiude: "ci toglieremo delle soddisfazioni".
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
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Re: Maglia AS Roma
Bersani ha fatto un accenno sulla maglia "tutta tedesca"....paz ha scritto:comunque in questo momento david rossi sta praticamente dicendo che è o adidas o nike.
in forma ellittica - perché riferita ai comunicatori che subito hanno detto "non esaltatevi che la Roma non è un grande brand" - sta parlando persino di esaltazione. E chiude: "ci toglieremo delle soddisfazioni".

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Re: Maglia AS Roma
Leggetevi 'sta ciofeca del buon Vulpis. Tutto logico e razionale, peccato che si parta da un presupposto non verificato. E cioè che la Roma non abbia già in mano un accordo con un'altro fornitore, cosa che mi sembra inverosimile.
(di Marcel Vulpis) - Sabato scorso l'A.s. Roma ha risolto anticipatamente il contratto con il partner tecnico Kappa (il contratto era in scadenza nel 2017) per "gravi difetti riscontrati sul materiale tecnico e sulla linea di abbigliamento" , come si legge freddamente nel comunicato stampa ufficiale. Nella stessa giornata Marco Boglione, presidente di BasicNet (proprietari di una serie di marchi, tra cui Kappa), ha confermato che adesso i rapporti tra le due società si sposteranno in tribunale. Non poteva essere altrimenti, mi permetto di sottolineare.
Sinceramente non si è mai vista una situazione simile in rapporti contrattuali tra due aziende del settore calcio. E' un "unicum", peccato, però ,che adesso Kappa dovrà, da un lato, fornire il materiale tecnico fino al termine della stagione, e dall'altro sa già che questa partnership finirà con un arbitrato tecnico davanti al giudice, oltre a finire nella voce "contenzioso" del prossimo bilancio dell'A.s. Roma.
Al momento la nuova dirigenza americana ha rinunciato ad oltre 29,9 milioni di euro puntando a un marchio globale (Nike o Adidas), ma non c'è la certezza, nel breve, di poter chiudere almeno alla stessa cifra con uno di questi due brand di sportswear.
Il club di Trigoria deve chiudere non oltre il prossimo mese di febbraio, per poter sfruttare al massimo anche la leva delle vendite del merchandising, altrimenti sarà un altro anno gettato alle ortiche.
C'è, però, una storia similare che arriva dalla Premier league, che ci può far capire cos'è nel concreto il cosiddetto "stile aziendale".
La storia è questa: il Manchester United, circa due anni fa, chiude una sponsorship innovativa con DHL, per le maglie di allenamento dei Red Devils. Un bel contratto sotto il profilo economico. Poi la novità che stravolge tutto pochi mesi fa: arriva il contratto "monstre" di Chevrolet (447 milioni di euro in 7 anni). La casa automobiistica chiede, però, alla dirigenza del club britannico una serie di posizioni pubblicitarie che erano di pertinenza di DHL.
Non potendo trovare un punto di incontro, i Red Devils hanno risolto anticipatamente al contratto e hanno deciso per una questione di rispetto e di stile nei confronti di DHL di pagare una penale di 40 milioni di euro. Oltre a ciò hanno mantenuto DHL in un altro segmento commerciale (anche se di profilo nettamente inferiore).
L'A.s. Roma per sganciarsi da Kappa avrebbe dovuto pagare una penale onerosa. Certamente con questa risoluzione anticipata per gravi difetti nel materiale ha risolto nel breve i suoi problemi, ma siamo sicuri che nel medio-lungo la "spada di damocle" di questa lite giudiziaria non peserà, nel futuro, sul bilancio del club giallorosso, soprattutto se l'arbitrato darà ragione alla Kappa? Ai posteri l'ardua sentenza, ma una cosa è certa, l'A.s. Roma ha molto da imparare dallo stile dei RED DEVILS. Credo che sia inconfutabile, non me ne vogliano il binomio Pallotta-Pannes.
(di Marcel Vulpis) - Sabato scorso l'A.s. Roma ha risolto anticipatamente il contratto con il partner tecnico Kappa (il contratto era in scadenza nel 2017) per "gravi difetti riscontrati sul materiale tecnico e sulla linea di abbigliamento" , come si legge freddamente nel comunicato stampa ufficiale. Nella stessa giornata Marco Boglione, presidente di BasicNet (proprietari di una serie di marchi, tra cui Kappa), ha confermato che adesso i rapporti tra le due società si sposteranno in tribunale. Non poteva essere altrimenti, mi permetto di sottolineare.
Sinceramente non si è mai vista una situazione simile in rapporti contrattuali tra due aziende del settore calcio. E' un "unicum", peccato, però ,che adesso Kappa dovrà, da un lato, fornire il materiale tecnico fino al termine della stagione, e dall'altro sa già che questa partnership finirà con un arbitrato tecnico davanti al giudice, oltre a finire nella voce "contenzioso" del prossimo bilancio dell'A.s. Roma.
Al momento la nuova dirigenza americana ha rinunciato ad oltre 29,9 milioni di euro puntando a un marchio globale (Nike o Adidas), ma non c'è la certezza, nel breve, di poter chiudere almeno alla stessa cifra con uno di questi due brand di sportswear.
Il club di Trigoria deve chiudere non oltre il prossimo mese di febbraio, per poter sfruttare al massimo anche la leva delle vendite del merchandising, altrimenti sarà un altro anno gettato alle ortiche.
C'è, però, una storia similare che arriva dalla Premier league, che ci può far capire cos'è nel concreto il cosiddetto "stile aziendale".
La storia è questa: il Manchester United, circa due anni fa, chiude una sponsorship innovativa con DHL, per le maglie di allenamento dei Red Devils. Un bel contratto sotto il profilo economico. Poi la novità che stravolge tutto pochi mesi fa: arriva il contratto "monstre" di Chevrolet (447 milioni di euro in 7 anni). La casa automobiistica chiede, però, alla dirigenza del club britannico una serie di posizioni pubblicitarie che erano di pertinenza di DHL.
Non potendo trovare un punto di incontro, i Red Devils hanno risolto anticipatamente al contratto e hanno deciso per una questione di rispetto e di stile nei confronti di DHL di pagare una penale di 40 milioni di euro. Oltre a ciò hanno mantenuto DHL in un altro segmento commerciale (anche se di profilo nettamente inferiore).
L'A.s. Roma per sganciarsi da Kappa avrebbe dovuto pagare una penale onerosa. Certamente con questa risoluzione anticipata per gravi difetti nel materiale ha risolto nel breve i suoi problemi, ma siamo sicuri che nel medio-lungo la "spada di damocle" di questa lite giudiziaria non peserà, nel futuro, sul bilancio del club giallorosso, soprattutto se l'arbitrato darà ragione alla Kappa? Ai posteri l'ardua sentenza, ma una cosa è certa, l'A.s. Roma ha molto da imparare dallo stile dei RED DEVILS. Credo che sia inconfutabile, non me ne vogliano il binomio Pallotta-Pannes.
BANZAI!
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Re: Maglia AS Roma
david ha detto che entro natale ci sarà l'annuncio del nuovo sponsor tecnico
ma quanto possono godere i milanisti leggendo INTER MILAN?
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voglia di stringersi un po'... curva sud roma vecchie maniere...