Coming out nel calcio
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Coming out nel calcio
CALCIO
08/01/2014
Calcio, cade l’ultimo tabu
Hitzlsperger: “Sono gay”
E la Germania applaude
Il giocatore: «E’ arrivato il momento di fare coming out »
L’associazione calciatori: «Serve maturità, niente gossip»
AFP
Thomas Hitzlsperger
Cade l’ultimo tabù nel mondo dei testosteroni del calcio: l’ex giocatore della nazionale tedesca, e della Lazio, Thomas Hitzlsperger, ha fatto coming-out, quattro mesi dopo avere messo fine alla sua carriera.
«Voglio dichiarare la mia omosessualità», ha annunciato in una intervista alla Zeit. Una tempesta di commenti si è riversata sulla rete e dal governo tedesco è arrivata anche la `benedizione´ della cancelliera Angela Merkel. «Viviamo in un paese in cui nessuno deve avere paura di dichiarare la propria sessualità solo per timore dell’intolleranza», ha detto il suo portavoce Steffen Seibert. Hitzlsperger (31 anni) ha motivato il suo passo col desiderio di «portare avanti la discussione sull’omosessualità fra gli sportivi professionisti».
Farlo alla fine della carriera gli sembrava il momento giusto anche perché presto ci saranno le «Olimpiadi di Sochi e penso ci sia bisogno di voci critiche contro le campagne di vari governi contro gli omosessuali». Dichiarazioni di solidarietà e approvazione sono piovute da colleghi, funzionari del calcio, politici e la comunità gay. «Non mi sono mai vergognato per essere quello che sono», ha detto Hitzlsperger alla Zeit, rivelando che «solo negli ultimi anni ho realizzato che preferivo vivere con un uomo». Voci sul suo conto circolavano già dal campionato del 2007, quando era capitano del VfB Stuttgart, dopo che si era separato dalla ragazza poco prima della data di nozze. Convivere con questa consapevolezza nel calcio non è stato facile: «rifletta, 20 ragazzi a un tavolo che bevono, uno lascia fare alla maggioranza fino a che le battute sono almeno un po’ spiritose e tutte quelle sciocchezze sugli omosessuali non sono eccessivamente offensive. Ma di fatto, nel nostro sport un omosessuale è considerato un “palle mosce”....». «In Inghilterra, Germania o Italia l’omosessualità non è un tema serio, certo non negli spogliatoi», nel calcio viene «semplicemente ignorata», dice precisando di non conoscere nessun calciatore che ne ha fatto un tema. «Chi capisce il clima in una squadra sa anche cosa è il caso di dire, la pressione di gruppo è enorme, e lo stesso fra i parenti», ha detto per spiegare perché c’ha messo tanto a uscire allo scoperto: «ma c’è una differenza fra tacere e mentire».
Nella la sua carriera attiva - da giovane nel Bayern Monaco, nel 2000 alla Aston Villa, poi capitano del VfB Stuttgart, quindi Lazio, VfL Wolfsburg e, nel 2012, Fc Everton, oltre a 52 partite nella nazionale fra il 2004 e il 2010 - Hitzlsperger non si è mai dichiarato, neanche con l’allenatore Joachim Loew e il manager Oliver Bierhoff. «Si è rivolto a noi solo dopo la fine della sua carriera e ci ha informati, merita riconoscimento e rispetto, approvo questo passo», ha detto Bierhoff. Thomas ha preso una decisione personale «e in una società tollerante dovrebbe essere rispettato», ha detto Loew. Per lui come ct quel che conta sono solo «le prestazioni sportive e il comportamento sociale di un giocatore e Thomas è sempre stato un professionista ambizioso e affidabile», ha aggiunto.
Solidarietà anche dai funzionari del calcio tedesco e dagli ex colleghi in Italia. «Siamo nel 2014, lo sport e il calcio devono affrontare la questione con maturità senza scadere nel gossip», ha detto il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi: il suo coming out «è positivo», anche «il calcio deve dare segnali d’integrazione». Tommaso Rocchi, ex capitano della Lazio, ammette di essere stato colto di sorpresa dall’annuncio: «Non me ne sono mai accorto». «Ognuno è libero di fare quello che crede, non ci sono mai stati problemi, penso che uno deve essere a posto con se stesso, ognuno è libero di essere quello che si sente», ha detto. «Decisione coraggiosa e giusta», le parole di Podolski, compagno di nazionale.
08/01/2014
Calcio, cade l’ultimo tabu
Hitzlsperger: “Sono gay”
E la Germania applaude
Il giocatore: «E’ arrivato il momento di fare coming out »
L’associazione calciatori: «Serve maturità, niente gossip»
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Thomas Hitzlsperger
Cade l’ultimo tabù nel mondo dei testosteroni del calcio: l’ex giocatore della nazionale tedesca, e della Lazio, Thomas Hitzlsperger, ha fatto coming-out, quattro mesi dopo avere messo fine alla sua carriera.
«Voglio dichiarare la mia omosessualità», ha annunciato in una intervista alla Zeit. Una tempesta di commenti si è riversata sulla rete e dal governo tedesco è arrivata anche la `benedizione´ della cancelliera Angela Merkel. «Viviamo in un paese in cui nessuno deve avere paura di dichiarare la propria sessualità solo per timore dell’intolleranza», ha detto il suo portavoce Steffen Seibert. Hitzlsperger (31 anni) ha motivato il suo passo col desiderio di «portare avanti la discussione sull’omosessualità fra gli sportivi professionisti».
Farlo alla fine della carriera gli sembrava il momento giusto anche perché presto ci saranno le «Olimpiadi di Sochi e penso ci sia bisogno di voci critiche contro le campagne di vari governi contro gli omosessuali». Dichiarazioni di solidarietà e approvazione sono piovute da colleghi, funzionari del calcio, politici e la comunità gay. «Non mi sono mai vergognato per essere quello che sono», ha detto Hitzlsperger alla Zeit, rivelando che «solo negli ultimi anni ho realizzato che preferivo vivere con un uomo». Voci sul suo conto circolavano già dal campionato del 2007, quando era capitano del VfB Stuttgart, dopo che si era separato dalla ragazza poco prima della data di nozze. Convivere con questa consapevolezza nel calcio non è stato facile: «rifletta, 20 ragazzi a un tavolo che bevono, uno lascia fare alla maggioranza fino a che le battute sono almeno un po’ spiritose e tutte quelle sciocchezze sugli omosessuali non sono eccessivamente offensive. Ma di fatto, nel nostro sport un omosessuale è considerato un “palle mosce”....». «In Inghilterra, Germania o Italia l’omosessualità non è un tema serio, certo non negli spogliatoi», nel calcio viene «semplicemente ignorata», dice precisando di non conoscere nessun calciatore che ne ha fatto un tema. «Chi capisce il clima in una squadra sa anche cosa è il caso di dire, la pressione di gruppo è enorme, e lo stesso fra i parenti», ha detto per spiegare perché c’ha messo tanto a uscire allo scoperto: «ma c’è una differenza fra tacere e mentire».
Nella la sua carriera attiva - da giovane nel Bayern Monaco, nel 2000 alla Aston Villa, poi capitano del VfB Stuttgart, quindi Lazio, VfL Wolfsburg e, nel 2012, Fc Everton, oltre a 52 partite nella nazionale fra il 2004 e il 2010 - Hitzlsperger non si è mai dichiarato, neanche con l’allenatore Joachim Loew e il manager Oliver Bierhoff. «Si è rivolto a noi solo dopo la fine della sua carriera e ci ha informati, merita riconoscimento e rispetto, approvo questo passo», ha detto Bierhoff. Thomas ha preso una decisione personale «e in una società tollerante dovrebbe essere rispettato», ha detto Loew. Per lui come ct quel che conta sono solo «le prestazioni sportive e il comportamento sociale di un giocatore e Thomas è sempre stato un professionista ambizioso e affidabile», ha aggiunto.
Solidarietà anche dai funzionari del calcio tedesco e dagli ex colleghi in Italia. «Siamo nel 2014, lo sport e il calcio devono affrontare la questione con maturità senza scadere nel gossip», ha detto il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi: il suo coming out «è positivo», anche «il calcio deve dare segnali d’integrazione». Tommaso Rocchi, ex capitano della Lazio, ammette di essere stato colto di sorpresa dall’annuncio: «Non me ne sono mai accorto». «Ognuno è libero di fare quello che crede, non ci sono mai stati problemi, penso che uno deve essere a posto con se stesso, ognuno è libero di essere quello che si sente», ha detto. «Decisione coraggiosa e giusta», le parole di Podolski, compagno di nazionale.
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Re: Primo coming out nel calcio.
John Locke ha scritto: «Decisione coraggiosa e giusta».
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Re: Primo coming out nel calcio.
secondo me è stato giusto che il primo a farlo fosse uno appena ritirato, così sensibilizza gli altri e li fa ragionare di modo che chi invece è ancora in attività trovi una strada già più spianata per aprirsi.
- faro
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Re: Primo coming out nel calcio.
Nulla in contrario a chi fa outing, ovviamente, vi prego di non fraintendermi.trebuchet ha scritto:Stima per lui
Ma io ho stima per chi vive la propria sessualita' senza nascondersi, sempre, ovunque. Per chi si dichiara ho rispetto, ma credo che se si dichiara oggi, si sara' anche nascosto fino ad ora. E questo mi dispiace per lui, che sicuramente ne avra' sofferto.
Speriamo che sempre meno persone debbano soffrire per l'assurdita' di qualche regola sociale.
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Re: Primo coming out nel calcio.
sopratutto in vista dei mondiali in qatarJohn Locke ha scritto:secondo me è stato giusto che il primo a farlo fosse uno appena ritirato, così sensibilizza gli altri e li fa ragionare di modo che chi invece è ancora in attività trovi una strada già più spianata per aprirsi.
potrebbe associare mondo del calcio contro leggi che prevedono galere o torture agli omosessuali

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Re: Primo coming out nel calcio.
rispetto e un abbraccio.
forse è questa la vera discriminazione da combattere nel calcio.
forse è questa la vera discriminazione da combattere nel calcio.
Non so se hai presente una puttana ottimista e di sinistra.
In Monti we Trust
Paz: uno dei miei idoli
Niente offre certezze incrollabili e coerenze granitiche come l’ignoranza.
(Vittorio Zucconi)
Baldissoni romano e romanista
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Re: Primo coming out nel calcio.
Max respect
jimmy ha scritto:Comunque, dopo l'ennesima ottima serata in compagnia dei forumisti, pensando ai momenti di tensione che ogni tanto si creano sul forum, mi sento di lanciare il seguente slogan:
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Re: Primo coming out nel calcio.
io ho delle teorie mie sul razzismo e discriminazioni che se le esponessi me rinchiuderebbero
per me la cultura del ricordo etc.. genera ancora più confusione nei bambini, perché se tu non li bombardi con gli schiavi africani, con le foibe, con auschiwz e compagnia bella fin dalla tenera età e gli metti 2 pupazzetti in mano a bambini/ragazzini di culture diverse quelli diventano amici e amen, certe cose manco le saprebbero e le andrebbero a pensare e giocherebbero insieme senza starsi a porre troppe domande se quello è nero giallo o circonciso..
ok è stato un piacere

per me la cultura del ricordo etc.. genera ancora più confusione nei bambini, perché se tu non li bombardi con gli schiavi africani, con le foibe, con auschiwz e compagnia bella fin dalla tenera età e gli metti 2 pupazzetti in mano a bambini/ragazzini di culture diverse quelli diventano amici e amen, certe cose manco le saprebbero e le andrebbero a pensare e giocherebbero insieme senza starsi a porre troppe domande se quello è nero giallo o circonciso..
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Re: Primo coming out nel calcio.
Sbaglio o é il primo coming out dai tempi di Fashanu?
Complimenti a Hitzlsperger per il coraggio; comunque il giorno in cui i coming out in qualsiasi sport non faranno piú notizia sará un grande passo avanti per il genere umano.
Complimenti a Hitzlsperger per il coraggio; comunque il giorno in cui i coming out in qualsiasi sport non faranno piú notizia sará un grande passo avanti per il genere umano.
Trovo che le radio romane che parlano di calcio siano molto educative. Ogni volta che qualcuno le accende, vado in un'altra stanza a leggere un libro (K.B., parafrasando G. Marx)
Rudi can't fail https://www.youtube.com/watch?v=wQ4E4a7Q4Ag
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Re: Primo coming out nel calcio.
Soprattutto quando non ci sarà più bisogno di fare coming out in nessun campo, perchè non gliene fregherà più niente a nessuno se a qualcuno piacciono quelli del proprio sesso o dell'altro...Kalle Blomkvist ha scritto:Sbaglio o é il primo coming out dai tempi di Fashanu?
Complimenti a Hitzlsperger per il coraggio; comunque il giorno in cui i coming out in qualsiasi sport non faranno piú notizia sará un grande passo avanti per il genere umano.
jimmy ha scritto:Comunque, dopo l'ennesima ottima serata in compagnia dei forumisti, pensando ai momenti di tensione che ogni tanto si creano sul forum, mi sento di lanciare il seguente slogan:
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Re: Primo coming out nel calcio.
Mi sembra un bel ragionamento, andrebbe approfondito! Mi hai fatto venire voglia di aprire un thread in off topic, quasi quasi..John Locke ha scritto:io ho delle teorie mie sul razzismo e discriminazioni che se le esponessi me rinchiuderebbero![]()
per me la cultura del ricordo etc.. genera ancora più confusione nei bambini, perché se tu non li bombardi con gli schiavi africani, con le foibe, con auschiwz e compagnia bella fin dalla tenera età e gli metti 2 pupazzetti in mano a bambini/ragazzini di culture diverse quelli diventano amici e amen, certe cose manco le saprebbero e le andrebbero a pensare e giocherebbero insieme senza starsi a porre troppe domande se quello è nero giallo o circonciso..
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Re: Primo coming out nel calcio.
Ha una sua bella logica. Da una parte si dice che ricordare serve a non ripetere gli stessi errori, ma dall'altra è innegabile che le cose peggiori forse è meglio lasciarle annegare nell'oblio.NuniShinoda ha scritto: Mi sembra un bel ragionamento, andrebbe approfondito! Mi hai fatto venire voglia di aprire un thread in off topic, quasi quasi..
jimmy ha scritto:Comunque, dopo l'ennesima ottima serata in compagnia dei forumisti, pensando ai momenti di tensione che ogni tanto si creano sul forum, mi sento di lanciare il seguente slogan:
+ CENE - SCENE
Re: Primo coming out nel calcio.
Più che altro credo sia giusto evitare che si arrivino a dire cose del tipo "Lo sterminio degli ebrei non è mai esistito", perchè osservare la Storia del passato ci permette di ipotizzare quella del futuro.. Tuttavia alcuni tipi di odio (ad esempio quello tra Israeliani e Palestinesi) sono trasmessi di generazione in generazione, perchè come diceva John Locke un bambino israeliano ed uno palestinese (ma anche due ragazzi) farebbero amicizia subito, per mezzo di una bambola o di un bel pallone da calciovale.not ha scritto: Ha una sua bella logica. Da una parte si dice che ricordare serve a non ripetere gli stessi errori, ma dall'altra è innegabile che le cose peggiori forse è meglio lasciarle annegare nell'oblio.

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Re: Primo coming out nel calcio.
tutto vero, sempre che il bambino Palestinese e quello Israeliano non vivano uno in una baraccopoli di fango e l'altro in una villetta con piscina, naturalmente