ingresso20libero ha scritto:ho passato la settimana scorsa circa 3 ore quasi, nel museo della shoah a Berlino, museo fantastico ma tralasciamo, alla fine del giro ero mentalmente esausto da ciò che avevo visto e letto, soprattutto nell'ultima parte prima del corridoio finale dove c'erano foto di famiglie sterminate ed elencate come fossero oggetti in un magazzino.. arrivato alla fine esco e ho visto dei monitor a muro con tastiera per consultare, ma non sapevo cosa fossero, leggendo capii che c'era il database di tutte le vittime accertate dell'Olocausto, un database con oltre 5 milioni di nomi, quasi 6 in realtà, è stato veramente orribile cercare di capire e quantificare nella mia mente, mi si è spento per un attimo il cervello e mi sono messo seduto vicino l'uscita con la mente sgombra, non riuscivo piu a pensare come se provando a pensare a qualcosa realmente piu grande di me nei numeri mi avesse spento, poi la mia ragazza ha finito il giro e siamo andati via. Il problema non so se sia la memoria o no, penso il problema sia semplicemente la mancanza di coscienza e di umanità, semplicistico forse ma non trovo altro modo per spiegare il fatto che alcune persone ancora oggi siano entusiaste e orgogliose della morte di centinaia di migliaia di bambini e di famiglie intere sterminate, non saprei, io so solo che leggendo cose simili al museo della Shoah, poche righe ma dolorose come poche altre parole messe insieme in due frasi, ho avuto i brividi.
anche lo jüdisches museum di libeskind è fatto per estenuarti e farti uscire disperato.
c'è una stanza in cui entri e calpesti delle maschere in ferro, sono migliaglia e tutte gettate sul pavimento. ecco, quello simbolizza l'olocausto che si ripete. cammini nella stanza e uccidi (simbolicamente) persone.
E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine
Grazie per aver condiviso queste storie. Sono stata a Berlino l'anno scorso, un viaggio importante.
Io purtroppo temo che la storia non ci abbia insegnato niente, e che non siamo mai stati così vicini al ripetersi di qualcosa di simile.
paz ha scritto:
anche lo jüdisches museum di libeskind è fatto per estenuarti e farti uscire disperato.
c'è una stanza in cui entri e calpesti delle maschere in ferro, sono migliaglia e tutte gettate sul pavimento. ecco, quello simbolizza l'olocausto che si ripete. cammini nella stanza e uccidi (simbolicamente) persone.
me la ricordo, agghiacciante. ma non sono salito sulle maschere di ferro...
angosciante era anche il giardino con gli ulivi sopra i cubi di cemento
di berlino ricordo anche la zona in memoria delle etnie zingare e sinti, che si trova vicino il Reichstag...con le indicazioni di tutti i campi di concentramento...a raggiera verso il centro dello spazio...
è stata la prima cosa che ho visitato a Berlino...ed ho capito che ero in un paese con una cultura che non vuole dimenticare....
"Tutti gli allenatori parlano di movimento, di correre molto. Io dico che non è necessario correre tanto. Il calcio è uno sport che si gioca col cervello. Devi essere al posto giusto al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi"
Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.
L'ho scritta in tedesco per un motivo preciso, è un celebre passaggio di Se questo è un uomo di Primo Levi.
Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.