Si ma stai parlando di epoche in cui per vedere un quadro di uno straniero dovevi aver viaggiato. Come facevano a vedere un quadro di un italiano dal vivo?alectric ha scritto:Io mi rifaccio spesso all'esempio della storia della pittura antica, in particolare quando, nel Rinascimento, siamo passati dalla tempera su tavola o dall'affresco alla pittura ad olio...
L'olio è un'invenzione dei Fiamminghi, che già 200 anni prima di noi lo usavano, e di cui sono diventati maestri di TECNICA, ma poi li si sono fermati...
Perchè a loro mancava la luce ed il colore che abbiamo noi (sostanzialmente dipingevano monocromatici, per poi colorare con velature semitrasparenti per fare le ombre)...
Noi invece già sapevamo che l'ombra è colore...
Ma soprattutto avevamo una cultura plastica della forma, dovuto alla nostra grande tradizione scultorea, che loro non avevano.
Ecco perchè nelle natività i loro bambini erano rachitici ed informi...
Ci è bastato conoscere la tecnica (che è una cosa che si impara, in qualsiasi disciplina), per poi surclassarli in un battibaleno grazie al nostro patrimonio culturale fatto di secoli di luce, colore e forma, ormai vero e proprio patrimonio genetico...
A noi è bastato dare un rapido sguardo, per fare nostra una pittura che avevamo già nel sangue, in nuce...
Loro hanno dovuto attendere Rubens prima e Rembrandt poi, che hanno studiato a fondo rispettivamente i nostri Andrea del Sarto, Raffaello, Michelangelo e poi Caravaggio...
E sono comunque (Rubens e Rembrandt) molto più "italiani" di quanto non siano Fiamminghi...
Con la musica è diverso: se ad un ragazzino piace il blues, ha ascoltato quello sin da piccolo (con dischi e musica on line) ed è abituato a quelle battute ripetitive, a quei lick ossessivi, se si appassiona al tocco di BB King e ad alcuni passaggi tipici di quel genere. Quando metterà mano su una chitarra gli verrà automatico rifare quello.
Certo se avesse ascoltato Baglioni per 20 anni e poi d'un tratto sente il Blues, magari lo può apprezzare ma non sarà nelle sue corde.