Vicenda Ciro Esposito
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Re: Vicenda Ciro Esposito
ma non era di maggio la sentenza?V.G.41 ha scritto:26 anni a De Santis
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Volevo condividere tutto e ho inviato soltanto l'inizio.postromantico ha scritto:
ma non era di maggio la sentenza?
http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca ... 76955.html
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Re: Vicenda Ciro Esposito
ma perche' fare un articolo del genere ? sembra quasi che la sentenza sia di ieri sera
http://www.forzaroma.info/rassegna-stam ... a-26-anni/
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Re: Vicenda Ciro Esposito
perché di abbassare i toni e di staccare una vicenda tristissima che col calcio non ha un cazzo a che fare, non interessa a nessuno.faro ha scritto:ma perche' fare un articolo del genere ? sembra quasi che la sentenza sia di ieri sera
http://www.forzaroma.info/rassegna-stam ... a-26-anni/
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Re: Vicenda Ciro Esposito
sembra che ad interessare sia l'esatto oppostopostromantico ha scritto:
perché di abbassare i toni e di staccare una vicenda tristissima che col calcio non ha un cazzo a che fare, non interessa a nessuno.
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Ed è un caso che venga tirato fuori a 2 giorni dalla partita con il Napoli? Non credo !!
Santiago ha scritto:*così carino così edukaku*
Uno piacere ha il grande piacere ospite di avere ospite !!ilmauro ha scritto:tonino asta è l'ideale pe fa il salto
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Si riapre il processo di appello a carico di Daniele De Santis, l’ultrà romanista condannato a 26 anni per l’omicidio di Ciro Esposito. Il giovane napoletano, ucciso prima della finale di coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio 2014, era morto dopo 53 giorni di agonia. Prima di pronunciare un verdetto, infatti, la prima Corte d’assise d’appello ha deciso di ascoltare quattro testimoni. In aula saranno convocati il tenente colonnello del Ris, Paolo Fratini, incaricato dal gip di fare una perizia sulla dinamica dei fatti, Franco Fratini, ispettore del Commissariato Flaminio Nuovo, in servizio la sera della tragedia, Salvatore Ferrante e Aquilino Palma, due tifosi che erano sul pullman di Esposito. Verranno ascoltati il 13 aprile, prima della requisitoria del Pg Vincenzo Saveriano.
IL BARISTA La Corte ha accolto le richieste della difesa. È stato infatti estromesso dalla lista testi il barista che aveva detto che De Santis aveva una pistola. Si tratta dell’unica testimonianza che attribuisce all’ultrà il possesso dell’arma prima degli scontri. Agli atti, anche la dichiarazione di una prostituta che aveva passato la notte con l’imputato e che aveva detto ai magistrati che il tifoso aveva solo «preso qualcosa dal cassetto» prima di uscire. Si tratta di un dato cruciale. De Santis, infatti, ha riferito di aver strappato l’arma agli avversari, sostenendo la tesi della legittima difesa. Sotto processo ci sono anche altri due imputati: Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, tifosi del Napoli. In primo grado sono stati entrambi condannati a 8 mesi di reclusione per rissa e lesioni al volto dello stesso Daniele De Santis.
IL BARISTA La Corte ha accolto le richieste della difesa. È stato infatti estromesso dalla lista testi il barista che aveva detto che De Santis aveva una pistola. Si tratta dell’unica testimonianza che attribuisce all’ultrà il possesso dell’arma prima degli scontri. Agli atti, anche la dichiarazione di una prostituta che aveva passato la notte con l’imputato e che aveva detto ai magistrati che il tifoso aveva solo «preso qualcosa dal cassetto» prima di uscire. Si tratta di un dato cruciale. De Santis, infatti, ha riferito di aver strappato l’arma agli avversari, sostenendo la tesi della legittima difesa. Sotto processo ci sono anche altri due imputati: Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, tifosi del Napoli. In primo grado sono stati entrambi condannati a 8 mesi di reclusione per rissa e lesioni al volto dello stesso Daniele De Santis.
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Morte Ciro Esposito, condanna ridotta a sedici anni in appello per De Santis
Sedici anni di reclusione, a fronte dei 26 inflittigli in primo grado. Questa la pena comminata in appello, a Roma, a Daniele De Santis, l'ex ultras giallorosso che uccise il napoletano Ciro Esposito poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio 2014. I giudici hanno assolto De Santis dall'accusa di rissa e hanno escluso l'aggravante dei futili motivi e la recidiva. Nell'ambito del medesimo procedimento, sono stati assolti anche Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, accusati di rissa e lesioni. Per De Santis il pg Vincenzo Saveriano aveva sollecitato una pena di 20 anni i reclusione.
Sedici anni di reclusione, a fronte dei 26 inflittigli in primo grado. Questa la pena comminata in appello, a Roma, a Daniele De Santis, l'ex ultras giallorosso che uccise il napoletano Ciro Esposito poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio 2014. I giudici hanno assolto De Santis dall'accusa di rissa e hanno escluso l'aggravante dei futili motivi e la recidiva. Nell'ambito del medesimo procedimento, sono stati assolti anche Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, accusati di rissa e lesioni. Per De Santis il pg Vincenzo Saveriano aveva sollecitato una pena di 20 anni i reclusione.
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Come avevo pronosticato in tempi non sospetti
In appello la vicenda sarebbe stata inquadrata senza condizionamenti esterni
In appello la vicenda sarebbe stata inquadrata senza condizionamenti esterni
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Roma > Cronaca
Martedì 25 Settembre 2018
È stata appena confermata dalla Cassazione la condanna a 16 anni di reclusione nei confronti dell'ultrà romanista Daniele De Santis colpevole dell'omicidio di Ciro Esposito, il giovane napoletano ucciso a Roma poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina-Napoli del maggio 2014.
La Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso di De Santis contro il verdetto di appello che gli aveva già ridotto la condanna da 26 a 16 anni di carcere.
LA MAMMA DI CIRO
«Volevo la verità, e l'ho avuta: non mi interessa quanti anni si fa De Santis ma solo che siano state definite le sue responsabilità»: così Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, ha commentato il verdetto della Cassazione. La donna stamani è stata presente in Cassazione all'udienza davanti alla Prima sezione penale e dopo avere ascoltato le arringhe degli avvocati di parte civile, Angelo e Sergio Pisani, è uscita quanto ha preso la parola la difesa di De Santis. Antonella Leardi ha fatto ritorno a Napoli, nel quartiere di Scampia dove ci sono gli altri due fratelli di Ciro.
I LEGALI, NEGATA TESI LEGITTIMA DIFESA
«Siamo soddisfatti della decisione della Cassazione che non ha accolto il tentativo della difesa di Daniele De Santis di far passare la tesi che l'omicidio di Ciro Esposito fosse un caso di legittima difesa». Lo hanno sottolineato gli avvocati Angelo e Sergio Pisani che hanno rappresentato in Cassazione i famigliari di Ciro Esposito. «Chiaramente non siamo soddisfatti della riduzione di pena che è stata concessa a De Santis in appello, è che è troppo lieve in relazione a una vicenda così grave, ma la pena al ribasso non è una colpa della Cassazione perché è stata decisa dalla Corte d'Assise. È importante che sia stato riconosciuto che De Santis era consapevole del fatto che sparando poteva uccidere, cosa che purtroppo è avvenuta», hanno sottolineato i due legali commentando il verdetto della Suprema Corte.
ECCO COSA ERA ACCADUTO
L'innesco degli scontri è il tentativo di alcuni tifosi romanisti di intercettare gli ultras napoletani di passaggio in viale Tor di Quinto, nei pressi dell'Olimpico. Ma non si tratta di tifosi comuni. Uno di loro è Daniele De Santis, vecchia conoscenza giallorossa. Fu lui nel 2004, assieme al altri 6 compagni, a entrare in campo durante il derby fermandosi accanto a Francesco Totti e all'arbitro per convincerli a sospendere l'incontro per la presunta morte di un bambino investito da un furgone della polizia, notizia palesemente falsa, veicolata da ambienti ultras. Ieri pomeriggio poco prima dell'incontro per la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, De Santis assieme a un altro ultras si trovava al Ciak Village, il centro sportivo dove lavora come custode proprio De Santis, centro che ospitò il raduno di tutte le tifoserie italiane che si opponevano all'adozione della tessera del tifoso. Ed è qui che è scoppiato il finimondo. L'amico di De Santis, un ultras legato alla tifoseria di destra romanista, è stato riconosciuto dai tifosi partenopei in transito davanti al parco.
TROPPI TATUAGGI
«Spqr», il tatuaggio spicca sulle nocche delle dita del romanista che passa a fianco dei tifosi napoletani. Lui gonfia i muscoli, credendo probabilmente di passare inosservato, o forse di essere garantito dalla copertura di altri compagni. Ma non è così. Quando i rivali lo riconoscono, lo inseguono. Lui cerca di difendersi, ma in pochi secondi viene gettato a terra e preso a calci. I muscoli non bastano di fronte alla furia cieca del branco. «Adesso vi facciamo fuori», l'urlo che si leva dalla folla. A quel punto entra in gioco De Santis. Sarebbe stato lui, secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, a tirare fuori una pistola e a sparare. Ci sarebbero anche dei testimoni. Anche se il tifoso nega tutto. Sette colpi partiti da una semiautomatica verso i napoletani, a questo punto, in fuga. Almeno due ultras vengono colpiti dai proiettili.
Altri si gettano su De Santis e lo pestano di botte. Interviene la polizia presa alla sprovvista. I primi agenti vengono sopraffatti dalla massa di tifosi inferociti. Sono attimi di terrore. I colpi di pistola sparati durante la lite rimbombano e vengono riconosciuti subito da alcuni poliziotti. Volano i manganelli, scoppiano le bombe carta lanciate dai tifosi partenopei in fuga. Una di queste è stata confezionata con chiodi e metallo. A farne le spese è un ultrà napoletano che viene colpito in pieno torace da un colpo di pistola e finisce a Villa San Pietro (morirà pochi giorni dopo). Si chiama Ciro Esposito e ha appena 25 anni. Un altro, Alfonso Esposito, 43 anni, viene ferito a una mano.
I colpi d'arma da fuoco, invece, feriscono Gennaro Fioretti, un tifoso napoletano, che viene ricoverato al Santo Spirito con una ferita alla mano, trapassata da un proiettile, e un colpo al braccio. In viale Tor di Quinto restano a terra in cinque, compresi i due ultras romanisti. Gli investigatori prestano i primi soccorsi e fanno scattare le manette. La pistola viene recuperata poco distante. È una semiautomatica calibro 7,65 con matricola abrasa. La scientifica la recupera assieme ai bossoli: le impronte digitali saranno indispensabili. Dall'ospedale parla uno dei partenopei feriti: «È stato un agguato, ci aspettavano».
Martedì 25 Settembre 2018
È stata appena confermata dalla Cassazione la condanna a 16 anni di reclusione nei confronti dell'ultrà romanista Daniele De Santis colpevole dell'omicidio di Ciro Esposito, il giovane napoletano ucciso a Roma poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina-Napoli del maggio 2014.
La Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso di De Santis contro il verdetto di appello che gli aveva già ridotto la condanna da 26 a 16 anni di carcere.
LA MAMMA DI CIRO
«Volevo la verità, e l'ho avuta: non mi interessa quanti anni si fa De Santis ma solo che siano state definite le sue responsabilità»: così Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, ha commentato il verdetto della Cassazione. La donna stamani è stata presente in Cassazione all'udienza davanti alla Prima sezione penale e dopo avere ascoltato le arringhe degli avvocati di parte civile, Angelo e Sergio Pisani, è uscita quanto ha preso la parola la difesa di De Santis. Antonella Leardi ha fatto ritorno a Napoli, nel quartiere di Scampia dove ci sono gli altri due fratelli di Ciro.
I LEGALI, NEGATA TESI LEGITTIMA DIFESA
«Siamo soddisfatti della decisione della Cassazione che non ha accolto il tentativo della difesa di Daniele De Santis di far passare la tesi che l'omicidio di Ciro Esposito fosse un caso di legittima difesa». Lo hanno sottolineato gli avvocati Angelo e Sergio Pisani che hanno rappresentato in Cassazione i famigliari di Ciro Esposito. «Chiaramente non siamo soddisfatti della riduzione di pena che è stata concessa a De Santis in appello, è che è troppo lieve in relazione a una vicenda così grave, ma la pena al ribasso non è una colpa della Cassazione perché è stata decisa dalla Corte d'Assise. È importante che sia stato riconosciuto che De Santis era consapevole del fatto che sparando poteva uccidere, cosa che purtroppo è avvenuta», hanno sottolineato i due legali commentando il verdetto della Suprema Corte.
ECCO COSA ERA ACCADUTO
L'innesco degli scontri è il tentativo di alcuni tifosi romanisti di intercettare gli ultras napoletani di passaggio in viale Tor di Quinto, nei pressi dell'Olimpico. Ma non si tratta di tifosi comuni. Uno di loro è Daniele De Santis, vecchia conoscenza giallorossa. Fu lui nel 2004, assieme al altri 6 compagni, a entrare in campo durante il derby fermandosi accanto a Francesco Totti e all'arbitro per convincerli a sospendere l'incontro per la presunta morte di un bambino investito da un furgone della polizia, notizia palesemente falsa, veicolata da ambienti ultras. Ieri pomeriggio poco prima dell'incontro per la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, De Santis assieme a un altro ultras si trovava al Ciak Village, il centro sportivo dove lavora come custode proprio De Santis, centro che ospitò il raduno di tutte le tifoserie italiane che si opponevano all'adozione della tessera del tifoso. Ed è qui che è scoppiato il finimondo. L'amico di De Santis, un ultras legato alla tifoseria di destra romanista, è stato riconosciuto dai tifosi partenopei in transito davanti al parco.
TROPPI TATUAGGI
«Spqr», il tatuaggio spicca sulle nocche delle dita del romanista che passa a fianco dei tifosi napoletani. Lui gonfia i muscoli, credendo probabilmente di passare inosservato, o forse di essere garantito dalla copertura di altri compagni. Ma non è così. Quando i rivali lo riconoscono, lo inseguono. Lui cerca di difendersi, ma in pochi secondi viene gettato a terra e preso a calci. I muscoli non bastano di fronte alla furia cieca del branco. «Adesso vi facciamo fuori», l'urlo che si leva dalla folla. A quel punto entra in gioco De Santis. Sarebbe stato lui, secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, a tirare fuori una pistola e a sparare. Ci sarebbero anche dei testimoni. Anche se il tifoso nega tutto. Sette colpi partiti da una semiautomatica verso i napoletani, a questo punto, in fuga. Almeno due ultras vengono colpiti dai proiettili.
Altri si gettano su De Santis e lo pestano di botte. Interviene la polizia presa alla sprovvista. I primi agenti vengono sopraffatti dalla massa di tifosi inferociti. Sono attimi di terrore. I colpi di pistola sparati durante la lite rimbombano e vengono riconosciuti subito da alcuni poliziotti. Volano i manganelli, scoppiano le bombe carta lanciate dai tifosi partenopei in fuga. Una di queste è stata confezionata con chiodi e metallo. A farne le spese è un ultrà napoletano che viene colpito in pieno torace da un colpo di pistola e finisce a Villa San Pietro (morirà pochi giorni dopo). Si chiama Ciro Esposito e ha appena 25 anni. Un altro, Alfonso Esposito, 43 anni, viene ferito a una mano.
I colpi d'arma da fuoco, invece, feriscono Gennaro Fioretti, un tifoso napoletano, che viene ricoverato al Santo Spirito con una ferita alla mano, trapassata da un proiettile, e un colpo al braccio. In viale Tor di Quinto restano a terra in cinque, compresi i due ultras romanisti. Gli investigatori prestano i primi soccorsi e fanno scattare le manette. La pistola viene recuperata poco distante. È una semiautomatica calibro 7,65 con matricola abrasa. La scientifica la recupera assieme ai bossoli: le impronte digitali saranno indispensabili. Dall'ospedale parla uno dei partenopei feriti: «È stato un agguato, ci aspettavano».
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Giusto così.
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Si...ma esistono responsabilità dei tifosi napoletani innegabili...
E far passare Ciro Esposito come un martire è una vergogna...
Bombe carta piene di chiodi...pacifica passeggiata a Roma, immagino...
Non va bene
E far passare Ciro Esposito come un martire è una vergogna...
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Non va bene
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Nonostante l'enorme repulsione che provo per De Santis e il suo background, quoto.pisodinosauro ha scritto:Si...ma esistono responsabilità dei tifosi napoletani innegabili...
E far passare Ciro Esposito come un martire è una vergogna...
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Ma scherzi guai a dirlo che passi per un razzista territoriale, i napoletani presenti al fatto erano tutti dei scout cattolici in gita al divino amore.pisodinosauro ha scritto:Si...ma esistono responsabilità dei tifosi napoletani innegabili...
E far passare Ciro Esposito come un martire è una vergogna...
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Non va bene
Purtroppo gli hai dato occasione a questi maestri del "piagne e fotte" di passare da povere vittime quando in realtà sono per lo meno in concorso di colpa per quanto ê successo
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Re: Vicenda Ciro Esposito
Poco da dire, uno scontro tra delinquenti è quello un po' meno delinquente ha avuto la peggio.
Giusta la condanna ma Esposito non era proprio un cicloturista in pellegrinaggio....
Giusta la condanna ma Esposito non era proprio un cicloturista in pellegrinaggio....
Chi c’è in linea
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