Sì però a mio avviso l'attribuzione della responsabilità di questo imbarbarimento ai media berlusconiani, specie se si parla di anni '80, è un altro dei luoghi comuni di questo paese, oltre che un'analisi semplicistica. Canale 5 ai suoi inizi era una signora televisione, con film da Oscar in prima serata ogni settimana, serial innovativi importati dagli USA (perchè c'era Dallas ma pure Twin Peaks o X-Files), il meglio dello spettacolo italiano (da Corrado a Vianello passando per Mike, che non mi sembrano proprio gli esempi del degrado), il grande sport in diretta (Boxe, calcio, Super Bowl), le migliori serie animate americane e giapponesi. Per non parlare, a partire dai primissimi anni '90, della Gialappa's, che ha rivoluzionato la comicità in Italia. Però si cita sempre il Drive In, tra l'altro innovativo per il ritmo registico forsennato e per la satira senza colore, perchè c'era qualche scosciata. Peccato che se si butta un occhio a certi programmi Rai di fine anni '70 (il Drive In è del 1983), andati in onda in seconda o terza serata, ci si accorge che le scosciate ci sono già. Andate a cerarvi su Google il programma "Stryx", andato in onda su Rai 2 nel 1978, poi mi dite. Canale 5 era inoltre la punta dell'iceberg di un movimento, quello della tv privata italiana, che aveva mosso i suoi primi passi a inizio anni '70 con Telebiella e aveva combattuto l'assurdo monopolio Rai giungendo, nel 1976, a una storica sentenza della Corte Costituzionale che liberalizzava la trasmissione privata in ambito regionale. Quello era un movimento di libertà, che lottava per il pluralismo nei media. Poi Berlusconi, che chiaramente era interessato solo al business come ogni imprenditore, ha le sue colpe, perchè sfruttando le sue amicizie politiche ha forzato la mano per ottenere prima del tempo e con previsioni ad hoc la diretta su tutto il territorio nazionale, ma a monte c'è sempre l'incapacità dello stato italiano di regolare i fenomeni in via di sviluppo, permettendo la nascita di veri e propri far west (una lettura utile è "Il mucchio selvaggio" di Sandro Piccinini e Giancarlo Dotto). Se avessero aperto ai privati in modo trasparente, con regole chiare, invece di intervenire ex-post, il fenomeno Berlusconi (o meglio il suo lato "malato") non sarebbe mai nato, ma il monopolio RAI sarebbe stato comunque abbattuto, cosa non positiva, di più, specie in un mondo in cui ancora non esisteva internet e il pluralismo televisivo era determinante. Invece, come stanno facendo col calcio, hanno difeso le vecchie posizioni fino alla fine, per poi abbandonare frettolosamente la baracca di fronte al fatto compiuto, non più regolabile in modo corretto, e trasformare un'opportunità di pluralismo nel suo esatto inverso.In risposta alla ricostruzione del fallimento del nostro calcio fornita da Iacopo Savelli, ricostruzione che parte addirittura dall'impatto negativo che le TV di Berlusconi avrebbero avuto sulla società italiana negli anni '80, è venuto a nascere questo dibattito:
Insomma il peggio di tutto questo fenomeno sta nel metodo di imposizione usato da Berlusconi, più che nei contenuti del prodotto che si è lanciato, a mio avviso, mediamente, di qualità. Poi a partire da metà anni '90, ben 15 anni dopo l'avvento di Fininvest, il livello è sceso molto, e programmi come il GF hanno fatto danni veri. Ma nel frattempo la Rai non ha proposto chissà quali modelli alternativi. Si è anzi accodata alla Fininvest in una corsa forsennata a chi proponeva programmi più squallidi. Quindi, ammesso che il declino della società italiana sia imputabile solo alla tv, e per me non è così, le responsabilità sono di tutti e il periodo "caldo" sono gli anni '90, non gli '80.
Ma ripeto, per me questa è una delle tante concause, nemmeno la peggiore, o forse addiritttura un semplice effetto, di un problema profondo, quello della mancanza di senso civico e lungimiranza nel nostro paese, che in realtà riguarda gli italiani e la loro storia, dal '500 in poi.