Attilio Ferraris
I calciatori che hanno fatto la storia della Roma
- oswald
- Pallone d'Oro
- Reazioni:
- Messaggi: 62943
- Iscritto il: lunedì 2 luglio 2012, 9:52
- Stato: Non connesso
Attilio Ferraris
https://www.asroma.com/it/club/hall-of-fame/ferraris
► Mostra testo
"Era duro, era un toro. No, meglio dire un leone. Era anche autoritario ma con gli amici sempre generoso"
- Silvio Piola
Attilio Ferraris era un agonista ad oltranza, per lui vivere e giocare erano due facce di una stessa medaglia. Quando si trovava a Messina per svolgere il servizio militare (verrà trasferito prima a Spoleto e poi finalmente a Roma), il 21 aprile 1923 venne convocato nella rappresentativa degli studenti italiani che dovevano battersi con la rappresentativa inglese. Nelle file italiane, tanto per comprendere lo spessore del match, c’erano personaggi come Allemandi e Bernardini. Attilio quella partita non avrebbe dovuto giocarla in quanto ‘consegnato’. Provò a resistere, ma quando la gara era già iniziata lo videro arrivare al campo. Non c’era nessuna speranza di farla franca. I suoi superiori lo avrebbero saputo perché il match avrebbe avuto vasta risonanza sui quotidiani sportivi e il suo nome non sarebbe certo passato inosservato. Nonostante questo Attilio giocò, perché non poteva farne a meno.
Delle sue doti atletiche e agonistiche lo specchio più gigantesco è rappresentato dallo sforzo enorme che fece Vittorio Pozzo per recuperarlo in vista dei mondiali italiani. Si recò a Roma per incontrare Attilio che non giocava da mesi e di fatto lo convocò, a scatola chiusa, anche se l’interessato gli rispose: “A Commendatò, ciò trent’anni. Nun gioco da mesi. Fumo trenta sigarette ar giorno”. Il Commissario Unico puntò tutto sul suo ritorno e Ferraris diede un contributo enorme alla conquista del titolo mondiale. Contro la Spagna, Bruno Roghi, commentando la sua gara scrisse: “La linea mediana ha visto in scena un Ferraris magnifico. Questo giovanotto che sente le partite internazionali come il cane sente la lepre, ha disputato una delle partite più belle della sua carriera internazionale”.
C’è poi, nel nostro ritratto, l’omaggio fatto all’uomo che seppe incarnare magistralmente il ruolo di capitano della Roma assegnatogli alla nascita del Club e in seguito, a lui tornato, in una grande staffetta con Fulvio Bernardini. Negli spogliatoi di Testaccio, Ferraris chiamava i suoi compagni ad un giuramento prima di entrare in campo. Un giuramento che vincolava tutti all’impegno di dare ogni stilla di energia per raggiungere la vittoria. Ecco dunque che Ferraris - “bravo, nazionale e capitano”, come recita la ‘canzona di Testaccio’ - segna e segnerà per sempre uno dei battiti più forti del cuore giallorosso.
“Avendolo conosciuto, posso dirvi con certezza che mio zio Attilio sarebbe fiero di questo posto nella Hall of Fame della AS Roma, squadra di cui è stato primo capitano e prima bandiera. Da bambino ho avuto la fortuna di entrare a Campo Testaccio, sul terreno di gioco, in braccio a Guido Masetti. Masetti in quei momenti mi disse che così il pubblico avrebbe ricevuto il saluto ‘della Roma di oggi e della Roma di domani’. Oggi si avverano quelle parole e si conferma il legame tra la Roma di Testaccio – quella di zio Attilio – e la Roma del presente”.
- Renato Ferraris, nipote di Attilio Ferraris
- Silvio Piola
Attilio Ferraris era un agonista ad oltranza, per lui vivere e giocare erano due facce di una stessa medaglia. Quando si trovava a Messina per svolgere il servizio militare (verrà trasferito prima a Spoleto e poi finalmente a Roma), il 21 aprile 1923 venne convocato nella rappresentativa degli studenti italiani che dovevano battersi con la rappresentativa inglese. Nelle file italiane, tanto per comprendere lo spessore del match, c’erano personaggi come Allemandi e Bernardini. Attilio quella partita non avrebbe dovuto giocarla in quanto ‘consegnato’. Provò a resistere, ma quando la gara era già iniziata lo videro arrivare al campo. Non c’era nessuna speranza di farla franca. I suoi superiori lo avrebbero saputo perché il match avrebbe avuto vasta risonanza sui quotidiani sportivi e il suo nome non sarebbe certo passato inosservato. Nonostante questo Attilio giocò, perché non poteva farne a meno.
Delle sue doti atletiche e agonistiche lo specchio più gigantesco è rappresentato dallo sforzo enorme che fece Vittorio Pozzo per recuperarlo in vista dei mondiali italiani. Si recò a Roma per incontrare Attilio che non giocava da mesi e di fatto lo convocò, a scatola chiusa, anche se l’interessato gli rispose: “A Commendatò, ciò trent’anni. Nun gioco da mesi. Fumo trenta sigarette ar giorno”. Il Commissario Unico puntò tutto sul suo ritorno e Ferraris diede un contributo enorme alla conquista del titolo mondiale. Contro la Spagna, Bruno Roghi, commentando la sua gara scrisse: “La linea mediana ha visto in scena un Ferraris magnifico. Questo giovanotto che sente le partite internazionali come il cane sente la lepre, ha disputato una delle partite più belle della sua carriera internazionale”.
C’è poi, nel nostro ritratto, l’omaggio fatto all’uomo che seppe incarnare magistralmente il ruolo di capitano della Roma assegnatogli alla nascita del Club e in seguito, a lui tornato, in una grande staffetta con Fulvio Bernardini. Negli spogliatoi di Testaccio, Ferraris chiamava i suoi compagni ad un giuramento prima di entrare in campo. Un giuramento che vincolava tutti all’impegno di dare ogni stilla di energia per raggiungere la vittoria. Ecco dunque che Ferraris - “bravo, nazionale e capitano”, come recita la ‘canzona di Testaccio’ - segna e segnerà per sempre uno dei battiti più forti del cuore giallorosso.
“Avendolo conosciuto, posso dirvi con certezza che mio zio Attilio sarebbe fiero di questo posto nella Hall of Fame della AS Roma, squadra di cui è stato primo capitano e prima bandiera. Da bambino ho avuto la fortuna di entrare a Campo Testaccio, sul terreno di gioco, in braccio a Guido Masetti. Masetti in quei momenti mi disse che così il pubblico avrebbe ricevuto il saluto ‘della Roma di oggi e della Roma di domani’. Oggi si avverano quelle parole e si conferma il legame tra la Roma di Testaccio – quella di zio Attilio – e la Roma del presente”.
- Renato Ferraris, nipote di Attilio Ferraris
Ich begriff, daß Menschen zwar zueinander sprechen, aber sich nicht verstehen; daß ihre Worte Stöße sind, die an den Worten der anderen abprallen; daß es keine größere Illusion gibt als die Meinung, Sprache sei ein Mittel der Kommunikation zwischen Menschen.
Vai a
- Annuncio
- OBELISCO
- ↳ Presentazioni
- ↳ Regolamento
- ↳ Disciplinare
- CAMPO TESTACCIO
- ↳ AS Roma
- ↳ Lo Stadio della Roma
- ↳ Hall of Fame
- ↳ La squadra
- ↳ Giocatori in prestito
- ↳ Settore giovanile
- ↳ AS Roma femminile
- ↳ Ogni maledetta domenica
- ↳ Archivio
- ↳ Stagione 2023/24
- ↳ Stagione 2022/23
- ↳ Stagione 2021/22
- ↳ Stagione 2020/21
- ↳ Stagione 2019/20
- ↳ Stagione 2018/19
- ↳ Stagione 2017/18
- ↳ Stagione 2016/17
- ↳ Stagione 2015/16
- ↳ Stagione 2014/15
- ↳ Stagione 2013/14
- ↳ Stagione 2012/13
- ↳ Mercato
- ↳ Dicono di lei
- STADIO OLIMPICO
- ↳ Calcio
- ↳ Archivio
- ↳ Allenatori
- ↳ Calciatori
- ↳ Football Legends
- ↳ Altri Sport
- ↳ Off Topic
- ↳ Cinema e televisione
- ↳ Il Gambero giallorosso
- ↳ Musica
- ↳ Politica e cronaca
- ↳ Sala Giochi
- ↳ Fantacalcio AS Roma Forum
- ↳ Archivio
- ↳ Gioco Pronostici
- ↳ Work in progress
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno